giovedì 23 dicembre 2010

Elefanti rosa

Pensavo che nulla potesse esserci di più massacrante di un bimbo di 2 anni.
Invece, il party aziendale natalizio… No dai in realtà è stato quasi tranquillo… quasi.
Il programma della serata era chiaro: ci si trova qui alle 1800 (eighteen-hundred), si gioca con la WII, si beve come "maniacs" poi si va a mangiare.

Ora, il rapporto tra gli svedesi e l'alcool è particolare, ma io sono italiano e quindi non sono proprio uno sbarbatello. Un'antica leggenda narra del branco di bisonti che corre più veloce man mano che le bestie più deboli muoiono, e il parallelo con le cellule più logore del tuo cervello che ammazzi bevendo alcool viene facilmente. La morale? Dopo che hai bevuto come un alcolista anonimo il tuo cervello funziona meglio.

I problemi iniziano quando hai a che fare con i tuoi colleghi, aggiungere alcool alle già profonde deformazioni professionali significa aprire il vaso di Pandora.
La presenza del Big Boss ha amplificato (se possibile) gli effetti. Tutti hanno cercato di bere più di lui… ehm… credo.

I discorsi hanno iniziato ad andare sul tecnico spinto, e sono saltate fuori delle idee e delle soluzioni tecniche molto sofisticate. Nuove funzionalità per il prodotto di punta dell'azienda. Certo in alcuni casi ci siamo resi conto che si parlava di Star Trek, ma per altre cose i numeri c'erano tutti.

Beh potete immaginare come è andata a finire la serata suppongo. Ma quello che non potete immaginare è l'evoluzione.
Si, perchè il lunedì seguente, questi disgraziati (che cari), hanno ben pensato di organizzare una bella riunione tecnica.

Di lunedì mattina.

In svedese.

Cercando di ricordare i dettagli tecnici immaginati da mezzi sbronzi, mentre si beveva ulteriormente.

Beh che dire. Se non pensi ad un po' di fantascienza non farai mai innovazione.
Inoltre, anche Dumbo, l'elefantino volante di Walt Disney, se non avesse bevuto il vino accidentalmente, non si sarebbe mai accorto dei suoi poteri (c'è un film-documentario del 1941 che lo prova!).

Quindi, visto l'appropinguarsi delle festività natalizie, consiglio a tutti di festeggiare e divertirsi alzando un po' il gomito.

Tanti auguri… Hic!!!

venerdì 17 dicembre 2010

Stranieri alla terra

L'ultimo post era pericoloso, lo ammetto, la prova sono i pochi commenti a differenza del numero di lettori. Ok, nessun problema. Cambiamo registro per oggi.

Ieri, giornata da fantascienza, il cielo color grigio scuro metallizzato con riflessi tipo "arrivano gli alieni". La luce scaturisce dal terreno innevato, bianchissimo. Una bufera di neve spruzza fiocchi dappertutto, te li schiaffa dietro le orecchie, te li infila nelle tasche della giacca. La cosa strana è che fa caldo. L'impressione che hai almeno è questa. Cosa vuoi che sia ormai -1?

Oggi è una giornata molto più "lagom". La luce è strana, diffusa, il cielo e la terra hanno quasi lo stesso colore grigetto avio. Continua a nevicare ma con un venticello leggero, i fiocchi ti arrivano addosso con gentilezza, quasi a salutarti, ad augurarti il buongiorno.

Appena esco di casa sento i soliti corvi, inquilini del nostro boschetto, che si offendono tra loro. Ma non se ne vanno mai questi? Inizio a camminare nella neve fresca e morbida verso il parcheggio. Ad un tratto un grido lontano mi blocca. Sembrava una civetta. Mi fa ricordare la "nostra" Civetta, nel nostro piccolo paradiso in italia. Quella che di notte veniva ad appollaiarsi sul nostro albicocco, vicino la nostra camera da letto. Veniva a fare la guardia, a controllare che tutto andasse bene, e quando c'era lei noi ci sentivamo felici e protetti.
Ma una civetta… qui? Ora? No probabilmente mi sono sbagliato, forse erano i bambini dell'asilo.
Tendo l'orecchio, ecco, un altro urlo di bestia. Si sono i bambini dell'asilo, stanno facendo casino.

Ok, andiamo, l'ufficio ci aspetta.

La città è "sporca". Mucchi di neve ammonticchiati quasi distrattamente in parte alle strade. Si vede che ieri ne è venuta giù parecchia, gli spazzaneve hanno liberato grezzamente le strade, oggi e domani spianeranno e sistemeranno tutto.

Arrivo vicino al mio ponte, dove mi fermo sempre a guardare la cascata, che ogni giorno ha un colore diverso. Qui la zona è un po' più aperta, il vento più teso mi spruzza un po' di neve in faccia. Un gabbiano passa ad alta quota sopra le case, lo sento più che vederlo.

Hej, gabbiano, per volare oggi devi essere proprio appassionato come Jonathan!

Non faccio in tempo a finire il pensiero che si abbassa e mi passa davanti con una lenta virata in scivolata d'ala, bellissima. Continua a scendere come un aliante e passa sopra lo specchio d'acqua grigio scuro, quasi nero in contrasto con la neve sulle rive.
Un colpo d'ali, una cabrata, e via, scomparso.

Che invidia!

domenica 12 dicembre 2010

Libertà d'espressione

Qui in Svezia non succede MAI NIENTE. Tanto che si pensava con degli amici di importare notizie dall'italia per venderle ai giornali locali…
Certo che non fai in tempo a pensare ad un business che ti scombinano le carte in tavola o ti fottono l'idea.

La notiziona del giorno è l'attentato di Stoccolma. Finalmente qualcosa!

L'attentato ha fallito l'obiettivo primario: un morto (l'attentatore) e due feriti (poveri, due sfigati che passavano di là).

Come al solito quando non si deve partire alla guerra contro qualcuno, la polizia dice che si tratta di un caso isolato. Lo capisco, so come interpretare la polizia, sono italiano mica per niente. E' solo un tizio mezzo matto, e non c'è un gruppo di invasati attorno a lui che vanno in giro a farsi saltare per tutta la Svezia con un piano organizzato.
Tuttavia, questo tizio isolato ha raggiunto dei risultati notevoli per aver fatto tutto da solo.
Li capisco, devono pararsi il culo.

Ora. Va bene tutto. Sono italiano, questo significa che la mia mente è talmente flessibile che le regole diventano dinamiche. Va bene procurarsi dell'esplosivo, dopo tutto tra poco è capodanno. Va bene portarlo a Stoccolma, che è l'unica città che conta qui. Va bene dire al mondo "sono incazzato" facendosi saltare in aria (accettiamo anche questa dai). Ma poteva essere pericoloso! E se passavo con la macchina gialla e un frammento mi graffiava la carrozzeria?

E poi perchè?

L'attentatore ha lasciato un messaggio ai musulmani in Svezia dicendo roba tipo "Fermate le umiliazioni a cui siete sottoposti e partecipate al Jihad sulla via di Allah" più altre cose sull'intervento militare in Afghanistan e sulle vecchie vignette satiriche su Maometto e sull'Islam.

Ma qui… in Svezia… si può sapere dove stanno gli arabi umiliati?

Mi guardo in giro.
1. Dove studio (sto facendo il corso di lingua per stranieri del comune, gratuito per gli stranieri) metà degli studenti sono arabi. Molti di loro prendono anche dei bei soldi dallo stato, avendo lo status di rifugiati, perchè provenienti da zone di guerra o altro.
La squola è davvero molto grande, 3 piani, e a volte si fa fatica a trovare un'aula libera. I corsi sono tanti e serrati, via un gruppo ne arriva un'altro. Tanti sono gli insegnanti. La struttura è buona, meglio della media delle squole in cui ho studiato devo dire. È ovviamente riscaldata (bisogna dirlo, perchè il mio vecchio liceo di Padova a volte non lo era…), mette a disposizione sale computer, libri ecc.

2. Se vuoi mangiare qualcosa di buono o ti mangi un bel kebab dagli arabi o provi ad andare da Max, (che è la copia di MerDonalds quindi meglio non troppo spesso che poi ti prendono i sensi di colpa).

3. Il commesso di MediaMarkt che mi ha venduto la tv era arabo, ed era tecnicamente preparatissimo, e pareva lavorare con passione. Come lui ce ne saranno altri.

Io non credo che questa gente abbia voglia di fare casino per il gusto di farlo. Qui alla fine si sta bene. Cosa c'è non gli va bene il freddo? Via gli abiti tradizionali in inverno, usate il Gore-Tex!

Forse quelle sull'umiliazione erano parole solo per riempimento. Fuffa la chiamo io.
Andiamo avanti a leggere i motivi. Rimangono i soldati in Afghanistan e le famose vignette satiriche.

I soldati svedesi in Afghanistan sono 500. Figurati, 500, e non credo vadano in giro a bombardare matrimoni e villaggi per sport nazionale come gli Yankee.

Restano le vignette.

Gli "artisti" si difendono dietro la libertà d'espressione. Questo è un concetto un po' delicato. Vediamo se riesco a piazzarlo in un discorso serio.

La libertà d'espressione è una cosa importante. Ma come si integra nel mondo moderno? Oggi c'è la possibilità di dire tutto e il contrario di tutto e farlo girare su internet. È giusto farlo senza nessuna regola?

Personalmente credo che le barzellette sui carabinieri, quelle sui preti, quelle sporche, quelle sui terroni, quelle in genere sui gruppi rivali (interisti-milanisti, carnivori-vegetariani, livornesi-pisani, un italiano un francese e un tedesco, svedesi-norvegesi, scapoli-ammogliati, etero-homo, cristiani-ebrei, la lista e' infinita!) siano sacrosante. L'importante nella vita non è lavorare, ma RIDERE!

Però… c'è qualcosa che stride tra i miei pensieri, e non so cos'è.

Finchè lo spirito è quello buono va tutto bene. Quello che non si deve toccare sono i sentimenti dei singoli, non puoi andare a parlare di corda in casa dell'impiccato e sperare che ti offrano ancora il caffè in futuro.
Tolto questo tutto è lecito?

E' anche vero che a volte discutendo di inter-milan qualcuno ci ha lasciato la pelle. "È un caso isolato, di solito non succede". Ok.
Il fatto è che non mi pare ci siano barzellette tipo croati-serbi, ebrei-palestinesi. Sono conflitti aperti, e molto delicati, su cui non è il caso di scherzare al bar, rischi che ti prendi una coltellata.

E poi un'altra cosa.
La libertà d'espressione è una cosa potente e pericolosa. Ma va utilizzata democraticamente altrimenti c'è qualcosa che non funziona.

Esempio:

Se io scrivo una cazzata sul mio blog e invio il link ai miei amici, tutti quelli che la riterranno interessante/divertente magari la invieranno ai loro amici e così via. La mia cazzata si diffonderà commisuratamente alla sua qualità.
Questa è una diffusione democratica della cazzata… ehm volevo dire… dell'espressione.

Ma se il mio blog fosse il sito ufficiale di una testata giornalistica, allora avrei delle responsabilità maggiori. Non potrei inventarmi un articolo su uno dei miei amici e pubblicarlo in prima pagina. Non è giusto! Si, lo so che in italia ormai va di moda fare così…
A meno che quello che sto scrivendo non sia effettivamente VERO, supportato da prove (magari vere) non posso pubblicare una cosa che leggono 10 milioni di persone, e ne offendo la metà SOLO PER IL GUSTO DI FARLO!!!! Questo mio amico o questi 5 milioni (mi sorge il dubbio) avranno qualche diritto di alzare la voce.

QUINDI ora mi chiedo: ma quei due rincoglioniti che hanno disegnato quelle vignette su Maometto, non potevano semplicemente dire "beh… no… scusate… era solo per ridere, non volevamo offendere nessuno" anzichè dire all'americana "noi abbiamo il diritto di dire tutto il cazzo che vogliamo"?

Non so come mai ultimamente mi sento anti democratico.

Per favore, adesso non mettete barzellette al posto dei vostri commenti… :-D

venerdì 10 dicembre 2010

Pensierini

Pensi sempre di averle viste tutte.
Ma quando apri il giornale e vedi che:

hanno rilasciato Sakineh ma probabilmente è solo per fare ulteriore propaganda sulla sua colpevolezza;

hanno arrestato Assange e gli hanno rifiutato la cauzione come fosse un serial killer (che poi lui non ha rivelato nulla che non si sapesse già…) forse perché qui in Svezia non aveva bevuto abbastanza prima di farsi una;

la Cina dice che gli USA sono dei prepotenti e che il mondo è contro il Nobel a Liu, il quale resterà in carcere fino a che non ammetterà di essere Batman;

niente popo' di meno che Putin dice che l'arresto di Assange è antidemocratico;

l'unico paese in Europa che non ha problemi di crescita economica sembra essere la Germania, ma Angela Merkel sembra sperduta nelle sue paturnie di tristezza, forse deve fare della psico-terapia per far partire un paio di fuochi d'artificio;

gli studenti hanno attaccato la macchina di Carlo e Camilla, probabilmente per la disperazione (ma la Gelmini ha fatto la riforma anche in Inghilterra?);

Sarkozy voleva andarsene in vacanza in India, ma si è comprato un aereo troppo grosso, e gli hanno detto "i nostri garage per elefanti sono troppo piccoli", ovviamente il tutto a spese del contribuente francese che per certe cose è stupido come quello italiano ma si pensa più GRANDE;

Berlusca a spese del contribuente ha fatto di tutto, da affari internazionali a donne più o meno gnocche, anzi tra un po' a spese dell'italiaco manderà anche il Papa in vacanza in Russia, così non vedrà le scappatelle di Natale;

l'iPhone 4 tra i vari bug, è mancante di un buchino per l'aggancio di un Winnie Pooh, (io consiglio l'uso di un Black & Decker);

l'emergenza rifiuti di Napoli continuano a chiamarla Emergenza Rifiuti, ormai dovrebbero registrare il marchio;

i grandi del mondo, Bush, Blair, Eltsin, Putin, Sarko, il nostro simpatico nanetto ecc. sono tutti uguali alla fine. Si fanno i cazzi loro, trombano come ricci a spese del contribuente, al quale ovviamente arriva sempre nello stesso posto. Diciamolo, non è mica un problema solo italiano il Bunga Bunga;

no ma dico, con che coraggio attacchi una Rolls Royce con un principe dentro? c'è il rischio che si graffi la carrozzeria! Razza di criminali…

qualcuno crede che quei poveracci che se ne vanno via dall'Italia in cerca di fortuna sono dei falliti, che in italia non sono riusciti a farsi una posizione forse perchè hanno sbagliato a studiare economia, medicina, chimica, ingegneria, forse ha ragione. Dovevano nascere tutti figli di papà e andare a fare shopping e basta;

Rocket questa notte si è svegliato 13 volte
3 votte voleva il ciuccio, 2 la mamma (che dormiva pero') 4 voleva il papà (che prontamente è sempre intervenuto), una volta voleva lacopertina che aveva scalciato via, poi le altre non so, non gliel'ho chiesto;

A volte mi piacerebbe sapere cosa c'è da salvare di questo mondo.

Forse l'alcool? Forse la gnocca?

Domani sera festa aziendale, mi prendo una crosta di quelle…

lunedì 6 dicembre 2010

Io, io, io!

È accaduto: il piccolo guerriero è passato attraverso lo specchio. È una pentola in ebollizione, un calderone magico da cui non si sa che cosa verrà fuori. Apparentemente senza preavviso, nel giro di una settimana ha fatto un balzo in avanti nella sua concezione del mondo.
Sabato eravamo in auto dopo essere passati in un negozio, lui sedeva come al solito sul seggiolino.
Dico a Marco: vuoi che ci fermiamo a mangiare? Io non avrei molta fame. Marco risponde: neppure io ho fame. Da dietro giunge la voce offesa di Richi: IO ho fame! - Che cosa ha detto? Ha detto che ha fame? - Ci siamo guardati: e da quando parla in prima persona?
Richi, hai fame? - IO ho fame, mamma, vojo pappe!
Be' che dire... ci siamo fermati a mangiare.
Nei giorni seguenti l'io è ricomparso sporadicamente e come casualmente nei suoi discorsi, ma continuava per lo più con i soliti: Riccaddo pende bil da corsa, Riccaddo mette teno binaio: ciuf ciuuuuf!
Stamattina mentre faccio colazione viene da me tutto eccitato come se avesse scoperto un gioco nuovo e si mette a urlare: IO, IO, IOOOOO! Lo guardo stupita e lui mi spiega molto seriamente: Io si chiama Riccaddo! (dieci secondi canonici si scioglimento materno, vieni qui che ti riempirei tutto di bacetti)... Amore, si dice io mi chiamo Riccardo. UHM mi fa tutto soddisfatto e annuendo con aria decisa. Poi corre da Marco e gli urla: Io MI CHIAMO Riccaddo! Io MI CHIAMO Riccaddo! - Poi di nuovo tutto serio gli spiega: IO mi chiamo Riccaddo, tu si chiama Papà.
Coccolo, quante feste gli abbiamo fatto!
Sembrerà ridicolo, tutti i bambini prima o poi ci arrivano, non è mica Einstein. Ma sono ancora tutta emozionata. Perchè non è questione di correttezza lessicale (tra l'altro è mediamente indietro con il linguaggio, colpa del bilinguismo immagino) e nemmeno di sviluppo cognitivo. È proprio una tappa emotiva nuova. Sono convinta che l'uso dei pronomi marchi un modo diverso di percepire sè stesso e la realtà. Ormai capisce tutto dei discorsi che facciamo, è possibile spiegargli le regole e il loro perchè. Riesce a fare collegamenti fino a poco tempo fa impossibili (prima mangi la cena e dopo giochiamo con il trenino - la mamma è arrabbiata perchè hai dato le botte al tuo amico). Ora ha preso coscienza del fatto che esiste un IO distinto e separato: "IO mi chiamo Riccaddo"... il taglio del cordone ombelicale è definitivo, inizia l'esplorazione in solitaria di un mondo sempre piú grande e complesso.
Auguri, piccolo guerriero!

venerdì 3 dicembre 2010

Poesia del mese

La notizia è che, con la spedizione da poco arrvata dall'Italia, siamo finalemnte rientrati in possesso di alcuni oggetti preziosi. Il corredino da neonato di Richi, con i bavaglioli ricamati a mano dalla nonna. La carrozzina che servirà per il prossimo. Un po' di scarpe e vestiti, due scatoloni di lettere, cartoline e ricordi... e sopratutto i nostri amati libri, abbandonati (a parte alcuni sceltissimi esemplari) al momento del trasloco in macchina dell'anno scorso.
E così posso sedermi la sera sul nostro morbidissimo divano usato-nuovo (ebbene sì, è arrivato anche quello, comprato sul Portobello svedese: Blocket) e divertirmi a sfogliare e ritrovare tanti ricordi...

Allora ho pensato di proporvi una collezione delle poesie che mi piacciono e mi fanno pensare, una al mese... e se siete allergici alla letteratura e il solo vedere un testo in versi vi fa venire l'orticaria... potete sempre girare al largo :D!

Nell'arca

Comincia a cadere una pioggia incessante.
Nell'arca, e dove mai potreste andare:
versi per una sola voce,
slanci privati,
talenti non indispensabili,
curiosità superflua,
afflizioni e paure di modesta portata,
e tu, voglia di guardare le cose da sei lati.

I fiumi si ingrossano e straripano.
Nell'arca: chiaroscuri e semitoni,
capricci, ornamenti e dettagli,
stupide eccezioni,
segni dimenticati,
innumerevoli varianti del grigio,
gioco per il gioco
e tu, lacrima del riso.

A perdita d'occhio, acqua e l'orizzonte di nebbia.
Nell'arca: piani per il lontano futuro,
gioia per le differenze,
ammirazione per i migliori,
scelta non limitata a uno dei due,
scrupoli antiquati,
tempo per riflettere,
e tu, fede che tutto ciò
un giorno potrà ancora servire.

Per riguardo ai bambini
che continuiamo a essere,
le favole sono a lieto fine.
Anche qui nessun altro finale va bene.
Smetterà di piovere,
caleranno le onde,
nel cielo rischiarato
si apriranno le nuvole
e saranno di nuovo
come si addiceva alle nuvole sugli uomini:
elevate e leggere
nel loro somigliare
a isole felici,
pecorelle,
cavolfiori,
pannolini
-che si asciugano al sole.

Wisława Szymborska, Gente sul ponte, 1986, trad. it. Pietro Marchesani, Libri Scheiwiller, Milano 1997

sabato 27 novembre 2010

La bandiera a mezz'asta

L'altro giorno sono andata in mensa di corsa. C'erano dei colleghi seduti insieme a un tavolo che facevano cagnara (perchè la metà sono mediorientali o mediterranei e hanno contagiato anche quelli svedesi), ma io avevo poco tempo e poi stavo rimuginando su un caso clinico, per cui ho fatto l'asociale e mi sono seduta da sola vicino alla vetrata. Che poi è anche bello, si vede il bosco e stava giusto nevicando.
La vetrata della mensa dà sul piazzale dell'ospedale, dove si trova tra l'altro il pennone della bandiera. Mi sono accorta che la bandiera era issata... oddio, è una festa nazionale e non lo sapevo? Poi noto che è a mezz'asta: lutto. Che sarà successo? Dev'essere come minimo lutto nazionale o cittadino perchè abbiano tirato fuori la bandiera... nelle case private si espone la bandiera a mezz'asta quando muore qualcuno della famiglia, ma in un ospedale?
Tornando in reparto passo davanti all'edicola e do una sbirciata ai titoli: nulla di particolare.
Al pomeriggio faccio "il giro" con le infermiere del reparto. Una, prima di cominciare, mi racconta che è piuttosto scossa perchè è appena tornata da un funerale. È mancato un loro collega, uno che non ho conosciuto perchè aveva lasciato il lavoro da un anno.
Mi dispiace molto... ma aspetta, è per quello che la bandiera è a mezz'asta? Sì certo, qui in Svezia si usa mettere la bandiera a mezz'asta quando muore qualcuno, non lo sapevi?
Ci sono rimasta sorpresa. Cioè, veramente ammirata. L'ospedale mette ufficialmente il lutto perché è mancato uno che ci lavorava. Non il direttore o che so, uno qualsiasi che è stato costretto a lasciare il lavoro per malattia un anno fa. Magari la maggior parte di quelli che oggi lavorano qui nemmeno lo conosceva, o solo alla lontana, ma l'ospedale come ente si sente chiamato in causa.
Incredibile.

domenica 21 novembre 2010

No dogs, no kids (Asilo Republic)

Prendo spunto da un articolo comparso sul Corriere della Sera, questo qua per sparare le mie solite cazzate.

(A volte mi viene voglia di aprire un nuovo blog, su cui postare un commento alle notizie principali della giornata, perchè ho l'impressione che certa gente non capisca le assurdità di quel che succede. Prima o poi forse lo aprirò.)

Certo è questione di punti di vista, ma siccome è una scelta personale decidere di avere dei bambini o no, non vorrei che certa gente pensasse che chi ne ha è solo "un diverso".

Perchè putroppo è vero quello che dice Bixx:
Le norme le fa la gente, non crescono sugli alberi. E la cosiddetta normalitá non ha niente a che vedere con i concetti di giusto-sbagliato, anche se sembra definirli.

Quindi se la norma è "non avere figli" quei poveri sfigati che ne hanno uno o addirittura due (DUE!) sono degli anormali, asociali, disadattati.

È così che ci vedono? A volte mi pare proprio di si.

Vivendo in un paese (civile) in cui quasi tutti gli esercizi pubblici (biblioteche, bar, ristoranti, luoghi di culto, negozi di scarpe, arredamento, concessionari, gommisti ecc.) esiste un angolo per i bambini, posso anche capire che un locale (uno di quei posticini da "fighetti") sposti il suo target su clienti senza figli al seguito.

In un posto come questo dove la famiglia è aiutata e coccolata, sia dallo Stato sia da TUTTI i cittadini (non credo che se hai un negozio di barbabietole e vuoi mettere su un angoletto con 2 giocattoli e un tavolino il ministero ti allunghi un finanziamento a fondo perduto…) è accettabile.

La normalità qui in Svezia, a giudicare dalla gente che vedi girare per la strada, che trovi al supermercato, che conosci sul posto di lavoro, è avere 2 figli. Parecchi ne hanno 3, è ancora normale. Se non ne hai non è che ti guardano male comunque...

Ma in posti dove la famiglia è lasciata a se stessa, che se non hai dei nonni che ti danno una mano non ce la fai a farcela, dove gli asili nido costano come il mutuo di casa mia, e dove l'istruzione … beh sorvoliamo … la cosa mi da da pensare.

Finchè si tratta di locali trandy nessun problema, ma che questa cosa diventi la norma, che venga pubblicizzata come un plus, che pian piano il fatto entri come uno standard, che la gente diventi insofferente per due bambini che giocano in una pizzeria mi sta un po' sul ca22o.

Non è che posso stare a casa finchè i miei figli non diventano maggiorenni. Certo non è mia usanza sguinzagliare i pargoli come piccoli terroristi assassini che distruggono un locale senza fare prigionieri e sono alresì consapevole del fatto che non tutti i genitori sono "bravi" come noi (hehe, modestamente…).

In italia la normalità è avere 0 (zero) figli. Averne uno è un lusso, due è un extra lusso. Siamo talmente presi da noi stessi che preferiamo investire su altro probabilmente. E forse è per questo motivo che (come confermato dalle statistiche ISTAT) gli immigrati sono più prolifici degli italici. Se poi aggiungiamo che generalmente in pizzeria non trovi famiglie di immigrati ecco che "il bambino" diventa difficile da vedere. La normalità sta nella sua assenza.

L'impressione è che si siano persi alcuni parametri di riferimento, quei parametri che servono a capire se le cose sono giuste o no. Questa impressione ce l'ho per tante cose in italia, ed è alla base della mia scarsa fiducia nella ripresa del bel paese.

A tutti coloro cui i bimbi danno fastidio solo a vederli da lontano vorrei ricordare che queste piccole pesti puzzolenti, un giorno pagheranno le vostre pensioni.

lunedì 15 novembre 2010

La scarpa giusta

Vorrei fare una piccola correzione al post di ieri.
Vista la disfatta, la gara incredibilmente noiosa ecc ecc, ho cercato di guardare il lato positivo. Vettel. Il "ragazzo" ha studiato in italia, e ricordiamoci che il suo primo gp lo ha vinto con una Toro Rosso, ex Minardi… insomma tutta roba italiana!

Rimanendo comunque abbastanza deluso, ho pensato di portare fuori la famiglia a fare un po' di shopping. Mi sono comprato un bel paio di scarpe, della Timberland ®, di Gore-Tex ®. Sono estremamente comode e confortevoli, soprattutto oggi in questa insolita giornata di pioggia svedese.

Si devo dire sono soddisfatto, erano in offerta da stadium, la scarpa giusta al momento giusto, al prezzo giusto.

Beh me le toglierei entrambe per tirarle a quei due rincoglioniti esponenti del governo italico che hanno detto "Montezemolo ci ha fatto fare una figuraccia ora si dimetta". Piu soddisfazione ancora mi darebbe tirargliele in faccia con un calcio volante (chi mi conosce sa).

Ora, io non voglio difendere Montezemolo, che è adulto e vaccinato.
Ma quando ero piccolo, circa 20 anni fa, "l'Italia" era spacciato per la Quinta o la Settima potenza mondiale.
Dopo quasi venti anni di governi Berlusconi e Lega a che punto siamo arrivati sulla classifica? (22...)
Vogliamo fare un confronto con un secondo posto nel campionato di Formula 1?

E poi qualcuno ha per caso contato il numero di figuracce internazionali che abbiamo fatto grazie proprio al nano e alla Lega? Innumerevoli… Si sono almeno vergognati? No… hanno detto "e allora? Io sono qui e ci resto!".
Sempre con questo fare violento e da sbruffoni.

Una scarpata in faccia è anche poco…

domenica 14 novembre 2010

Potenzialità e successi

Mi piace bere del buon vino ogni tanto. Compro solo vino italiano. Avevo un'auto italiana (by Pininfarina) e ne ero fierissimo. Ora avrei un'auto italiana se quel coglione del concessionario fiat non avesse creduto di stare vendendo delle Aston Martin (1 ora di attesa per parlarci e poi trattato malissimo…). Quando vado in italia generalmente spenducchio i miei bei soldini e sono appassionato di quelle belle giacche di pelle che tanto ci invidiano all'estero.

Adesso non voglio dire di essere un patriota, ma nel mio piccolo faccio quello che posso. Del calcio non me ne frega niente ma mi sono portato dietro il tricolore e la maglia azzurra di Gattuso.

Oggi Alonso partiva dalla terza posizione all'ultimo GP della stagione di F1. Alonso in testa al mondiale, bastava arrivare terzi, bastava arrivare quarti, anche quinti. Bastava.

Come al solito in italia chi lavora davvero sa fare il suo lavoro, solo che nelle posizioni strategici sono seduti dei rincoglioniti che non capiscono un cazzo.

Non voglio infierire sul muretto Ferrari, ma viste tutte le cazzate che hanno fatto quest'anno potrebbero andare a fare i gommisti nelle piste di GoKart da 60cc per bambini.

Mi piacerebbe che qualcuno dicesse "si, è colpa mia". Cosa che in italia non accade mai.
Nessuno è mai responsabile.

E' crollata mezza Pompei, ma non è colpa di nessuno. Sta per crollare qualche altro pezzo di Pompei, ma lo sappiamo già da un po' (nessun accenno a quello che si può fare per evitarlo).

Da qualche parte è sempre emergenza rifiuti, ma non c'è un responsabile.

Ogni volta che arriva la stagione delle piogge qualcuno ci lascia le penn "per il mal tempo", una frana, una colata di fango, o un semplice sottopassaggio allagato dove ti tuffi con la macchina e non esci più. Nessuno è responsabile però.

Il presidente del consiglio (della repubblichina delle banane bonsai) non ha fatto altro che fare condoni e scudi fiscali e giudiziari, risparmiando così alcune centinaia di milioni di euro di tasse.
Poi dopo gli scandali delle escort maggiorenni o minorenni che siano ha avuto il coraggio di dire "è la mia vita privata non devo giustificare niente". Ok. Ma io le tasse le ho sempre pagate, e le strade che usi sono pagate più con i miei soldi che con i tuoi. Ergo, LUI sta usando i soldi che sarebbero stati di TUTTI per pagare le SUE puttanelle.

Nessuno che si assuma la responsabilità e dica "si è colpa mia, mi dimetto perchè non sono capace di fare questo lavoro". No tutti attaccati alla propria poltroncina in pelle umana.

In italia ci sono tante potenzialità, tante belle teste, molta più creatività di quanta non ce ne possa essere in giro per il resto d'Europa. Ma perchè dobbiamo sempre lasciar comandare a degli incompetenti???

lunedì 8 novembre 2010

Dubbi risolti

Passa in fretta il tempo, e non è un luogo comune.
Sembra niente ma è già passato un anno da quando siamo arrivati a Norrköping.
Il 2 novembre 2009 arrivavamo in questo posto freddo e apparentemente inospitale. Gli alberi non avevano più nemmeno una foglia. Il cielo era grigetto schifezza. Tirava un vento bastardissimo che pareva volesse mandarci via.

Martedì scorso ho rivisto la stessa giornata. Uscendo di casa con Ricky a manina per andare al Dagis mi sono fermato a guardare gli alberi, ad annusare l'aria. Si proprio uguale mi sa...

Avevamo una macchina piena delle nostre cose, come a cercare di non staccarci dalla nostra vita precedente. I nostri libri, le nostre pentole, i nostri ricordi, le nostre foto, i regali dei nostri amici, i souvenir dei nostri viaggi.
E un po' di vino e cibo italiano che non si sa mai…

Giulia aveva già le idee chiare, aveva già studiato un bel po' di svedese, e aveva un posto di lavoro. Per me invece era un salto nel buio. Non ero nemmeno del tutto convinto, ma sapevo che dovevamo provarci.

È tempo di tirare qualche somma? Beh proviamoci.

Giulia ormai parla svedese che "sembra una di loro".
Rocket, il nostro cucciolo inizia a parlare svedese in modo semi comprensibile all'asilo, ma tradisce la sua provenienza con un carattere tutto pepe.
Io purtroppo sfrutto l'inglese per sopravvivere e per lavorare, così va a finire che sto dimenticando quel poco di lingua locale che avevo faticosamente imparato (si sto regredendo…).

Il lavoro va molto bene a tutti e tre. Io e Giulia lavoriamo il giusto, pagati il giusto, rispettati il giusto (cheppalle!). Giulia ovviamente, essendo medico d'urgenza, ogni tanto ha delle emergenze e torna a casa un po' tardi. Ma e' tutto calcolato, e può' prendersi il meritato recupero.
In azienda da me gli straordinari sono pagati solo se il cliente li paga, altrimenti sono dovuti e basta, patti chiari amicizia lunga, ma e' anche vero che capita moooolto raramente di doverli fare, e l'orario di lavoro e' molto flessibile e il motto del padrone della baracca e' "fai quello che vuoi, esci, entra, va in giro, basta che lavori e che tu sia felice, just work and be happy".
Rocket ha sempre un sacco di lavoro da fare, è un aiutante tutto fare perfetto (sabato trasportava pneumatici estivi, domenica montava mobili) e poi possiede una compagnia aerea (Lego) e un paio di scuderie automobilistiche. Eh si, per avere 2 anni e mezzo è proprio impegnatissimo.

La cosa più bella è che riusciamo ad avere abbastanza tempo per stare insieme.
Durante il giorno non si perde tempo nel tragitto casa-lavoro lavoro-casa. Giulia ci mette 5 minuti in macchina (ora che fa freddo) altrimenti una passeggiata di mezz'oretta. Io ci metto 15 minuti a piedi.
Abbiamo chiuso con lo stress del traffico assassino di Padova Est, la coda alla Stanga, gli svincoli super stretti della tangenziale, che se salti quello giusto devi fare 40 km per tornare indietro.
E così la mattina scarico Rocket al Dagis alle 8.15, e arrivo in ufficio alle 8.30, stacco alle 5, recupero il pargolo alle 5.15 e sono subito a casa.
C'e' un sacco di tempo per giocare insieme, cambiare le gomme e fare benzina ("pittTop") alle nostre macchine da corsa, o costruire aerei o elicotteri per portare in giro il nonno e la nonna, e qualche volta anche il papà. Con tranquillità aspettiamo la mamma, poi organizziamo cena e serata.

Stare qui ci permette di essere padroni della nostra vita. Il nostro coefficiente di stress è diminuito del 75% almeno. Anzi si potrebbe dire che non siamo stressati affatto (se solo il soldatino la smettesse di "lavorare" anche di notte :-D ). Merito un po' di tutto. Del fatto che i negozi sono aperti anche di domenica (sempre anche se con orario ridotto), del fatto che ogni volta che esci di casa per andare ovunque sei sempre in mezzo alla natura (alberi e parchi ovunque). Il traffico "gentile" con i pedoni ed educato con gli automobilisti. Che la burocrazia è "umanamente sopportabile", e puoi avere contatti con gli uffici pubblici anche unicamente per posta (senza bisogno di usare le raccomandate A/R, e anzi usando l'ufficio postale dal supermercato sotto casa). Tutte cose sconosciute in italia.

L'italia vista da qui non ci fa una gran figura. Il paese dei fuochi di paglia. Un sacco di problemi e nessuno che abbia la voglia o la capacità di risolverli. Dove ogni settimana sembra che debba succedere il finimondo e la rivoluzione totale, partendo da un ennesimo scandalo e poi tutto finisce nel nulla, come un fuoco di paglia. È così da tanto tempo, era così prima che noi partissimo, certo non posso pretendere che cambi in un anno che ce ne stiamo fuori dalle palle no?
No dai in realtà qualcosa è cambiato. Alcune di quelle persone che l'anno scorso negavano la crisi, o che dicevano che andava tutto bene, adesso pare che abbiano aperto gli occhi (perfino Bixx…).

Rimane ovviamente sempre viva la nostalgia per gli affetti che sono rimasti lì. E' sempre difficile mantenere i contatti con tutti, anche se Skype e Facebook aiutano.
Basta niente, Senti una vecchia canzone che ti ricorda i vecchi tempi e ti viene la malinconia… è anche per questo che in ufficio sto ascoltando quasi unicamente Metallica, AC/DC e altra roba allegra. Che ci volete fare… sono un samurai sentimentale.

Qualche settimana fa siamo stati a Stoccolma per la Blogfesten, alias: la festa dei blogger italiani in Svezia. E' stato interessante vedere che c'e' tanta ma TANTA gente che si è stufata dell'Italia per un motivo o per l'altro (alla fine sono sempre gli stessi motivi) e sono venuti qui, con famiglia, con bambini piccoli. alcuni arrivano alla disperata, in aereo con un bimbo di 11 mesi, mollando tutto in italia e portandosi dietro solo qualche valigia. Mollano il lavoro in italia e ne cercano uno qui. Sono dei pazzi, ma non dei rincoglioniti. Ci provano.

C'è una famiglia che viene dalla zona di Monfalcone, hanno lasciato lavori a tempo indeterminato e casa di proprietà per provare a far cambiare ambiente alle figlie (6 e 10 anni) esasperati dalla deriva in cui sta andando quel bel paese che rimpiangiamo tanto. Lo fanno per dare un futuro un po' più roseo alle bimbe, un futuro che non sia solo di veline o bunga bunga. Sono dei pazzi? Forse, anzi direi di si. Ma non sono degli stupidi. A gente così va tutto il mio rispetto.

Sia ben chiaro che qui non è il paradiso. E quando la gente mi chiede chiarimenti, perchè vuole venire qua io rispondo sempre di pensarci molto bene. È un posto normale. Solo che le cose vanno un pelo meglio. Chi organizza è leggermente più capace di organizzare (non è amico di…), le regole sono un po' più rispettate, la gente stessa è un po' più rispettata.
Poi ovviamente anche qui succede che alcuni degli impiegati pubblici sono dei cerebrolesi, e il mio capo dice sempre che la gente efficiente lavora nelle aziende private… Nulla di nuovo sotto il sole..

Nemmeno il clima è da paradiso ovviamente… fa già un freddo cane, abbiamo già messo su le gomme invernali, la maglietta leggera ce la siamo dimenticata a settembre, e se consideriamo che ad aprile nevicava e a maggio non era ancora primavera, la calda stagione estiva è stata davvero corta. Troppo corta.

Però adesso abbiamo deciso. Stiamo qui. Almeno per un po'.

Quindi occorre un DIVANO degno di questo nome. E dovrà essere robusto, comodo, affidabile e sopportare l'atterraggio e lo schianto di aerei, elicotteri, auto da stunt-man, piccoli guerrieri armati di ogni cosa, ecc…. Consigli?

venerdì 22 ottobre 2010

Decalogo con annuncio a sorpresa

Prendo ispirazione dall'ultimo post di Morgaine e presento anch'io le cose belle del vivere qui a Norrköping.

1 Viviamo entrambi a due passi dal lavoro, 15 minuti a piedi Marco, 15 minuti in bicicletta io. La strada per andare al lavoro passa attraverso il parco e vicino al bosco ed è stupenda in tutte le stagioni.
2 L'asilo nido del nostro piccolo guerriero si trova praticamente sotto casa.
3 Accanto a casa nostra e un po' dovunque in città ci sono curatissime aree verdi con giochini vari.
4 Norrköping ha un centro storico particolare ed è attraversata dal fiume Motala che regala scorci meravigliosi, basta uscire di casa per ritrovarsi immersi nella forza degli elementi.
5 I tempi di lavoro sono umani, i ritmi intensi ma non massacranti, e la gente generalmente apprezza quello che fai. In più il capo non fa assolutamente storie al papà/mamma che deve stare a casa con un piccolo guerriero ammalato, perchè tutti (ma proprio tutti) hanno figli.
6 Sia i miei colleghi che quelli di Marco sono molto simpatici
7 La burocrazia, la banca e la posta si sbrigano via internet o al massimo dal supermercato sotto casa, con notevole risparmio di tempo e di stress
8 Abbiamo stretto interessanti amicizie internazionali, qui in città abbondano le coppie miste, direi quasi che sono la maggioranza. Inoltre dove lavoro io c'è gente da tutto il mondo , incluso un collega che parla aramaico!
9 I bambini hanno diritto di cittadinanza ovunque

e infine 10... ci troviamo così bene che abbiamo deciso di farne un altro!
Sì avete letto bene, è in arrivo un'altra piccola peste che darà del filo da torcere al fratello maggiore e sarà quasi coetanea del brontopiccolo. Il cantiere è all'opera, data di consegna prevista agli inizi di aprile!
Al piccolo guerriero per il momento abbiamo spiegato che la mamma ha una stellina nella pancia. Ha già chiarito che vuole una "sorellina"... si accettano scommese!

Ci vediamo alla BLOGFESTEN!

domenica 26 settembre 2010

Due punto Zero (2.0)

Sorpresa sorpresa! Dopo quasi un anno di onorato servizio il vecchio vestito ormai presentava buchi e strappi. Ho pensato di cambiarlo. Spero vi piaccia…

Un ringraziamento a tutto lo staff di PiccoliVichinghi che ha collaborato allo sviluppo del progetto: a Rocket che ha cercato di infilare qualche pezzo di lego nel mio macbook per farlo funzionare meglio, a mia moglie che ha detto che ha dato consigli cromatici e ha detto "mi piace" al momento giusto, e ovviamente al sottoscritto che anzichè fare cose serie per la salvezza del mondo si è messo a fare disegnini stupidi con MS Paint.

Chiudo qua che devo andare a salvare il mondo...

venerdì 24 settembre 2010

Problemi di serie C2 e np completi

Premetto che questo è un post con le palle girate. Se volete commentare come al solito siete i benvenuti, MA NON ROMPETE CHIARO?!?!
Era da un po' che ci pensavo ma finalmente ho avuto un po' di tempo per buttarlo giù.

Qui ci sono state le elezioni, bla bla bla, ne hanno parlato tutti, non mi dilungo. Ho trovato svedesi in giro delusissimi. Una tipa piangeva, pensando "ora tutto il mondo ci prenderà per razzisti".
Ho provato a dire a questa tipa che "fossero questi i problemi!".
In italia il partito xenofobo è al governo… Immigrati? Sapessi che accordi con la libia…
Non si sa nemmeno se c'è ancora un governo, dove in tempi di crisi non c'è un ministro per lo sviluppo economico, e anche quando c'era non ha fatto un emerito, ma soprattutto non si sa su cosa stanno lavorando…
Lei è rimasta un po' interdetta, ma poi è tornata sui suoi discorsi. Suppongo sia andata in giro donando favori a tutti gli immigrati di chiara provenienza extraeuropea…

Io una volta ero un senza paura, ma devo dire la verità da quando sono padre ho perso un po' del mio sangue freddo.
Sono sconvolto dalla facilità con cui, nel 2010 (non nel 1970) un lavoratore italiano perde la vita. Sono sconvolto soprattutto dal modo in cui le scene si ripetono tutte uguali.
Un operaio scende in una cisterna per "semplici operazioni di manutenzione" e ci lascia la pelle. Capita un paio di volte al mese, se non di più.
Un altro sta eseguendo lavori manutenzione su un binario, non si accorge del treno che sta arrivando, e ci lascia la pelle. Una volta al mese.
Gente che rimane folgorata perchè la linea su cui lavorava era ancora collegata, gru che crollano, per non parlare dell'immancabile palazzina che crolla ogni 2 settimane in sud italia…

Tutte scene che si ripetono con lo stesso copione.
Ma possibile che non si può fare qualcosa per evitare questi PROBLEMI ORMAI NOTI???
Gente che ha famiglia!

Hanno mai pensato quelli che comandano a come si sente un bambino quando gli dicono che non vedrà più suo padre? Io mi sento male solo al pensiero.

Ecco, qui in Svezia non sanno cosa sono i Problemi VERI.
E' tutto bene organizzato, e c'è una discreta percentuale di gente onesta e che fa il proprio lavoro con serietà. Sono venuti a controllare la mia postazione di lavoro, mi hanno chiesto se ho caldo, se ho freddo, se il tavolo si alza elettricamente, se la mia sedia è comoda, se mi piace la qualità dell'illuminazione.

Un mio collega svedese si lamenta del fatto che le strade sono pericolose, che ci sono troppi incidenti… Gli ho chiesto: quanti incidenti hai visto di persona nella tua vita?
Lui ci pensa un po' e mi fa: uno (1).
UNO! Questo tizio ha 30 anni ok? E non è un maniaco di PlayStation...

Sto perdendo i termini di paragone. Non capisco più se le cose di cui si parla sono sensate oppure no.

lunedì 20 settembre 2010

A destra, cioè a sinistra… parte 3

Beh con il solito ritardo cronico (tipico di chi ha bambini piccoli) eccomi a raccontare il ritorno a Norrköping dal lontano Norrland.

Il tempo assolutamente inclemente, sapendo che ormai ci aveva rovinato tutta la vacanza, si è ritenuto evidentemente abbastanza soddisfatto, e rilassandosi, ci ha lasciato qualche momento di tregua.
E' grazie a qualcuno di questi momenti che siamo riusciti a fermarci e sgranchirci un po' le gambe, ad esempio subito prima del grande ponte sospeso della Hoga Kusten.



Come tante altre cose in Svezia sembra tanto un'americanata… Ci godiamo un po' il panorama. Rocket allacciato con sicurezza al suo seggiolino Mk10F, sorveglia le mosse del nemico (cioè dorme).
Ci ributtiamo in macchina per fare un'altro po' di strada.

Oltre alla seccatura dei souvenir inesistenti, un'altra cosa che mi perplime è l'assoluta monotonia del paesaggio… Cioè dico… abbiamo fatto 1000 km verso nord: tutto uguale! Sempre lo stesso tipo di colline, sempre alberi di qua e di là... Le cittå sono tutte uguali…

Si è vero io in quanto italiano sono abituato troppo bene. Si, sono viziato, e allora? In italia fai 100 km e tutto cambia, poi continui ne fai altri 100 e cambia tutto di nuovo. L'Emilia per esempio, con le bandiere della Ferrari sulle case la domenica, le Marche per esempio, sono gialle, l'Umbria boscosissima e tutta colitvata e' verde, la Toscana è sul verde-rossiccio e la forma dei rilievi è diverso.
Qui ti fai veramente due palle. Più che altro ti sembra di non avanzare nel tuo viaggio, il tempo passa ma sei virtualmente sempre nello stesso posto.
Vabbe' il posto perfetto non esiste, e se esiste prima o poi qualche Super Potenza ci verrà a fare i test per le sue nuove testate atomiche.

Ridendo e scherzando, il secondo giorno di viaggio raggiungiamo Gävle, circa 300 km da casa. La città fa grossomodo cagare… nulla di particolare, ma grazie alla nostra fedele Lonely Planet sappiamo che qui c'è il Museo delle Ferrovie svedesi. Spinti dalla fortissima voglia di vedere qualcosa di DIVERSO e soprattutto desiderosi di far divertire un po' il soldatino ribelle dopo 500 km di trasferimento, azioniamo gli scambi, e mettiamo la Viking sul binario giusto per raggiungere questa strana destinazione.

Devo essere sincero, tra tutte le mie passioni (e sono tante) manca il modellismo ferroviario. Cioè avevo un trenino elettrico da bambino (Lima, made in Italy di un tempo che non esiste più), ma adesso che sono grande il treno è solo una scocciatura.
Lo usi per andare in trasferta di lavoro, perchè già in due non conviene rispetto alla macchina. Poi è sempre in ritardo indipendentemente dalla tratta. Oppure c'è sciopero. Oppure per andare da un posto ad un altro (non propriamente centri rurali come Padova-Udine) ci metti 3 ore perchè ci sono solo dei regionali del cazzo che si fermano ad ogni pisciata di cane (evidentemente lo spostamento su rotaia in italia non è considerato di importanza strategica).

Entrando in questo fantastico museo comunque ci metto poco a tirare fuori il bambino che c'è in me. Diciamolo, in ogni uomo c'è. Ogni uomo è bambino fino a 90 anni, donne sceglietelo giovane…
"Sei un papà adesso non puoi lasciarti andare…".
L'architettura dell'edificio è quella di una vecchia stazione degli anni '30. È graziosa. Ti da veramente l'idea di cambiare epoca. Il museo è anche molto ben fornito di materiale rotabile di incredibile varietà, parecchi pezzi hanno più di un secolo ragazzi, che impressione!
Come in ogni struttura svedese che si rispetti (bar, biblioteca, negozio, chiesa ecc) c'è la zona bimbi, dove puoi mollare il tuo diavoletto e lui gioca e se la spassa mentre i genitori si occupano di cose serie. Questo reparto, naturalmente, qui è a tema… ferroviario… modellini di treno di ogni tipo, forma, dimensione, colore... Ovviamente ho dovuto spiega al piccolo Rocket come funzionano tutte quelle cose (sono stato COSTRETTO), dopodichè lui si è stabilizzato con i trenini di legno, e io sono rimasto da solo a trafficare con i comandi dei trenini elettrici sul plastico… Un vero capotreno!!!

Ehm… Proseguiamo con la visita…
La stazione-Museo è situata all'interno di un grande parco (ovviamente, sei in Svezia, ci sono parchi ad ogni angolo).
Ho accarezzato una locomotiva con affetto, con rispetto, facendole i complimenti per la splendida forma. Dovevo farlo, è stata costruita 150 anni fa nelle fabbriche di Motala, vicino casa nostra…



E non rompete dai… sono animista.

Il parco è adiacente alla ferrovia, e ogni 20-30 minuti circa passa un treno. Devono averci qualche cartello di segnalazione per i ferrovieri, che gli ricorda di suonare le trombe per far divertire i bambini che giocano nel bel giardino e che si godono lo spettacolo con occhi sfavillanti.

Un'altra bella sorpresa è stato vedere una ferrovia formato ridotto, lì nel parco. No non un modellino, un binario largo 30 cm, che andava in giro, attraversava ponti sul canale, passaggi a livello (pedonali) con tanto di semafori… lo segui con gli occhi… il binario si fionda in una galleria! Che storie, E' sostanzialmente una giostra per i bambini. Cercando in giro troviamo la stazione e… TADAAA!!! Un bel pezzo di mora, vestita da capotreno (frenate le vostre fantasie erotiche, ci sono i bambini) guida in giro per il parco un bellissimo trenino elettrico gigante con il suo carico di cuccioli! 10 corone a botta… ehm a bimbo.
Sommo sbavamento… Somma invidia!! QUESTO è il lavoro ideale! Giulia è andata con Rocket, io avrei voluto tanto, ma avevo una dignità da mantenere (di fronte alla mora) e quindi ho fatto il papà serio…



Girovagando ancora un po' per il parco, notiamo qualcosa di strano. Ci sono 2 vagoni passeggeri "vecchi". Non sono d'epoca, sono semplicemente vecchi, tipo degli anni 70, roba che non c'entra niente con il museo. E' proprio per questo che ci hanno incuriosito, e siamo andati a vederli da vicino.
Dotati di scaletta per poterli visitare dentro… figurati, cosa vuoi andare a vedere un vagone passeggeri degli anni 70, cosa te ne frega...
Beh, ci siamo rimasti di merda.
Praticamente un museo nel museo. L'interno dei vagoni completamente ristrutturati per fare posto ad una mostra fotografica. Tema della mostra "I parchi attorno alle stazioni ferroviarie".
Si perchè dovete sapere che nei tempi in cui i voli di linea non esistevano le stazioni ferroviarie erano i posti più importanti delle città, e quindi per dare loro bellezza e valore le Ferrovie Svedesi costruivano dei grandi parchi attorno a queste strutture.
C'era una parte dell'organigramma manageriale dell'azienda che si occupava solo di questo, c'erano dei vivai di proprietà, dedicati esclusivamente alla coltivazione di piante per l'abbellimento di questi parchi.
Siamo scesi dal quei vagoni mezzi folgorati.
Ma figurati se le Ferrovie dello Stato... o Trenitalia… Ti tolgono le panchine per evitare che i barboni ci dormano, pensa se ti mettono un albero…

Beh abbiamo visto anche questo. Altri 30 e rotte miglia e siamo arrivari a casa, stanchi ma felici di aver conosciuto un po' di più questo paese.

lunedì 6 settembre 2010

A destra, cioè a sinistra... parte 2.

Rieccoci con la seconda parte del nostro viaggio, il nostro ormai è un ritardo cronico.

Vi avevamo lasciato a Umeà, e alla magnifica Stuga Professional 5.0 di Morgaine le Fèe e della sua famigliola.

Bene, siamo qui, nel quasi-estremo Nord, alle soglie della Lapponia. Chessifà??

Be’, vorrai mica partire senza aver visto un po’ di Lapponia vera. Insomma, io voglio vedere le renne, gli alci e magari anche i lupi e i ghiottoni. Già è tutto il viaggio che aguzzo gli occhi, per vedere se per caso nel bosco lungo la strada scorgo un alce.

E poi, com’è fatta ‘sta Lapponia. È uguale al resto della Svezia? È più Profonda e Verde? Ci sono magari un po’ più di montagne? Questo si chiede la Mamma piccola vichinga, dopo 800 km di guida sulla E4, in crisi di astinenza acuta dalla varietà del paesaggio italiano.

Certo con un Piccolo Vichingo al seguito non è che si possa tirare troppo sulle distanze. E da queste parti le distanze sono notevoli, tanto che le misurano in miglia (mil): un mil uguale 10 km. “Ciao cara, ho fatto la spesa… mannaggia ho dimenticato il latte!.......Be’ non importa, dopo vado io, tanto è solo una passeggiata di 2 miglia…” (in realtà, mi sto convincendo che gli svedesi non dimenticano MAI il latte).

Bene, il nord della Svezia è così. Come esci dalla zona di Umeå e ti avventuri verso l’interno, sei immerso nei boschi. Ogni tanto spunta un paesino tipico: un gruppetto di case rosse con i contorni bianchi, un po’ di campi, una lunga stalla. Di solito sulle rive di un lago artificiale, perché quasi tutti i fiumi della zona sono stati addomesticati per la produzione di energia idroelettrica.

Alcuni di questi paesini hanno un piccolo supermercato e l’immancabile insegna Svenska Spel, onnipresente come da noi quella del lotto (ci siamo convinti che gli svedesi giocano non meno degli italiani). Poi ci sono la scuola e, diffusa più delle chiese, la Biblioteca.

Per tutto il resto c’è il fai da te, l’internet shopping… o 50-60 km di strada per recarsi a Umeå o a Lycksele, dove potrete dedicarvi alla perlustrazione dei soliti invariabili negozi Åhlens, H&M eccetera. Anche Systembolaget, il monopolio degli alcolici, si trova solo nei “grandi” centri… il che a mio parere è una validissima ragione per cui i norrlandesi sono considerati accaniti distillatori clandestini di akvavit. Da queste parti bisogna arrangiarsi!

Ordunque, non potendo infliggere al Pupo troppe ore di auto per scorrazzare in giro per la Lapponia, ci siamo limitati alla cittadina di Lycksele, dove si trova lo Zoo di Animali Nordici consigliatoci da Morgaine.

Visto che siamo in Lapponia, lungo la strada, in mezzo ai boschi, ci ha sorpresi un gruppo di renne:



Noi, da bravi turisti, ci fermiamo riverenti a fotografare, mentre da dietro sopraggiunge un autoctono nella tipica station wagon rossa con doppia fila di fari di profondità anti-alce, che stizzito le fa sloggiare a colpi di clacson.

Allo zoo di Lycksele, rinomato per i molti grandi Animali Nordici ospitati, il piccolo guerriero si precipita come prima cosa all’inseguimento di un esemplare di una rara specie….

Per poi rimanere affascinato dalle Caprette, Coniglietti e Porcellini della fattoria modello.

Intanto scopriamo un divertente percorso a tema per i bambini più grandicelli:

Gissa Bajset, ovvero “Indovina la Cacca”. Siete dei naturalisti cosí bravi da saper riconoscere un animale dai suoi prodotti?

Esaurita l’energia cinetica del cucciolo (che notoriamente è molto maggiore di quella prevista dalle leggi della fisica), riusciamo infine a convincerlo a salire sul passeggino per visitare il resto del parco.

È una bella scarpinata perché il parco è molto grande. I recinti degli animali sono immensi, perfino rispetto a Kolmården. Arriviamo alla sezione dei carnivori mentre una giovane addetta sta dando loro da mangiare. La ragazza, poco più che ventenne, con esperienza da veterana entra nel recinto delle linci con un secchio pieno di pezzi di carne, lanciandoli ai diabolici gattoni che li agguantano al volo. Fossi in lei, non mi sentirei così tranquilla.

Un poco più in basso si trova il ghiottone (l'immagine è presa da Wikipedia perchè, data la notevole velocità del soggetto, non siamo riusciti a fare uno scatto decente)

Confesso che sarei venuta qui anche solo per incontrare questo strano animale. Carnivoro poco conosciuto ma non meno temibile di altri più famosi, assomiglia ad una grossa puzzola lunga circa un metro, è estremamente veloce ed agile e in grado di abbattere da solo animali parecchio più grossi, come renne e perfino alci. Il nome inglese, Wolverine, si adatta meglio al suo carattere. Una signora canadese mi raccontò che in certe zone selvagge del suo Paese, i campeggiatori solitari temono, piú che orsi o lupi, soprattutto l’incontro con il wolverine. A dispetto del nome appartiene alla famiglia dei Mustelidi, in compagnia di bestiole meno pericolose come donnole, ermellini, lontre e per l'appunto la puzzola.

Più avanti ci attende un emozionante incontro con lo spirito della foresta: il Lupo!

A Kolmården l’avevamo visto solo da lontano, qui invece abbiamo più fortuna: l’intero branco passeggia fiero proprio davanti alla rete, per poi svanire in un batter d’occhio nel folto del bosco quando la folla, davanti al recinto, si fa maggiore.

E il piccolo Riccardo? Per il momento l´hanno interessato di più farfalle, foglie e rametti sul limitare del sentiero. Tuttavia al prossimo stop, dopo la meritata pausa gelato, trova molto divertente osservare le evoluzioni degli orsetti. Tanto che vorrebbe andare giù a giocare con loro: “Silo-o, mamma, sivl-o!” “Amore non si può, quello è lo scivolo degli orsi.” “No…. Iccaddo vuoi giocae co ossi, silo-o!”.

La parte più lunga della scarpinata è dedicata ai grandi erbivori. A Riccardo non par vero di potersi arrampicare sui recinti. Scopre che il “Cevvo” ha le “Conna” grandi grandi, fa conoscenza con il bisonte europeo…

E infine… anche il mio sogno si avvera.

Un giovane alce maschio si avvicina curioso alla recinzione per osservare noi strani bipedi. Riccardo, a vedere arrivare questa montagna scura, trattiene il respiro… ma quando l’alce si china ad annusarci ride come un matto!

Ritorniamo a Umeå, attraverso 12 miglia di boschi, distrutti ma felici. Richi dorme lungo tutto il tragitto pe svegliarsi solo all’ostello e chiedere “zuppa”. Poi crolla esausto nel suo lettino.

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Il giorno dopo, per riposarci, decidiamo di fare un giro nei dintorni di Umeå. Il fiume ci regala dei belli scorci

Ma la cosa più interessante è senza dubbio lo Energicentrum, un parco scientifico dove, tra un’altalena, molte betulle e uno scivolo gigante, i ragazzini possono essere istruiti sui diversi modi di produrre energia, in particolare idroelettrica (il parco è situato ai piedi di una vecchia diga) ed eolica. C’è anche, interamente visitabile, un’antica segheria, costruita nell’800, che consiste di una semplice incastellatura di legno che regge il macchinario per segare i tronchi, azionato dalla forza dell’acqua.

In serata la famiglia di Morgaine ci fa conoscere il Più Figo Ristorante dell’Ultima Thule, un posto che serve piatti moderni preparati però con ingredienti esclusivamente tipici e locali, e che mi riconcilia con la gastronomia svedese. Devo dire che per un’italiana, sentir chiamare “risotto” un piatto preparato con il grano lesso, e per di più dolce in quanto condito con bacche, fa un certo che… ma comunque molto buono.

Sulla via del ristorante ci è stato fatto notare questo notevole esempio di cosa accade a fidarsi troppo di Google Translate:

La mattina dopo levataccia. Via, vesti il Pupo, carica la macchina, per fortuna che abbiamo prenotato il servizio di pulizia sennò dovevamo anche pulire la stanza dell’ostello. Siamo sulla via del ritorno, ma la meta per oggi, complice il tempo che finalmente volge al bello, è il Parco Nazionle di Skulleskogen, sulla Höga Kusten. Ebbene sì, nonostante tutto non siamo ancora stanchi dei boschi!

Ora, naturalmente c’è bosco bosco. A forza di viaggiare tra i boschi ci appare lampante una particolarità di questi alberi. Non sono noiosi perché sono continui, lo sono perché regolari. Sono tutti uguali, alti uguali, grossi uguali, e per di più crescono quasi in filari regolari… c'è voluto un po' a capirlo. Rimboschimento. Ci chiedevamo che cosa producessero al Nord, e con cosa pagassero tutti i macchinoni che si vadono in giro… è con il legno che fanno i soldi!

Quello di Skulleskogen invece è foresta vergine. Per noi è stato come entrare nella Foresta del Dio Cervo del film "Mononoke Princess" del mitico Hayao Miyazaki. Gli alberi, in parte latifoglie e in parte conifere, sono vecchissimi, alti, immensi. Il sottobosco è costituito in molti punti solo da basse piantine di mirtilli, un autentico tappeto di bacche (che scorpacciata!). L’occhio si perde come in una gigantesca cattedrale di tronchi. Più avanti, invece, il suolo è ricco di acque che formano minuscoli ruscelli e si allargano in piccole pozze e stagni limpidissimi. È il regno delle felci, che crescono ovunque rigogliose in mezzo a tronchi centenari e ricoperti di muschio. Sprazzi di sole fanno rilucere qua una foglia, là un bel fungo rosso, là ancora un ruscelletto. Mi aspetto da un momento all’altro di veder spuntare uno spirito del bosco, una fatina o uno scoiattolo parlante.

Riccardo prosegue per un piccolo tratto a piedi, chinandosi a osservare bacche e ramoscelli, poi Marco è costretto a prenderlo in spalla nello zaino porta-bimbi. Piú su, dove il sentiero si fa roccioso, gli do il cambio.

Meta della nostra escursione era in realtà una famosa formazione rocciosa nel cuore del parco, che presenta una caratteristica e paurosa gola e dalla cui sommità si dovrebbe godere di uno spettacolare panorama della Höga Kusten.

All’inizio del sentiero abbiamo trovato un cartello che diceva pressappoco: “questo itinerario è consigliato solo ad escursionisti esperti perché il terreno è accidentato e la pendenza è notevole, escursionisti non allenati possono impiegare anche il doppio del tempo a percorrerlo” (ossia 3 ore per 3 km e mezzo). Con un dislivello di 250 metri… ma scherziamo? Questi svedesi vivono in un paese pseudocollinoso e le considerano montagne… questo pensa la mamma ex scarpinatrice.

Alla fine ci siamo arresi poco prima del traguardo, perché il terreno era diventato davvero accidentato e con 15 kg di Pupo sulle spalle, non volevo rischiare di rompermi una caviglia. Ma quanto alla pendenza… Con Richi in spalla non ho fatto nemmeno fatica. Dovrebbero venire a farsi un giro sulle Alpi!

Il resto del viaggio di ritorno l’abbiamo fatto sotto un’unica nuvola bassa e grigia e non è degno di menzione, eccetto la visita al Museo delle Ferrovie di Gävle, che seguirà in un prossimo post.

venerdì 20 agosto 2010

A destra, cioè a sinistra...

Eccoci! Siamo tornati dal nostro giretto nel Profondo, Remoto e Molto Verde NORD (senza alcun riferimento a formazioni politiche italiane, sia chiaro).
Abbiamo fatto circa 2500 km in una settimana, ma nonostante il carico delicato siamo sopravvissuti.
Dopo alcuni giorni per riprendersi dal viaggio (leggi reintegro scorte alimentari, pulizia armi ed equipaggiamento, e poi bucati, bucati e ancora bucati di tutto quanto un bambino di due anni può sporcare nel corso di sette giorni tra prati e boschi) ecco a voi il nostro fedele resoconto.

Macchina caricata, pupo assicurato, usciamo dal garage anche in orario sulla tabella di marcia... WOW! Mai successo!
Il tempo ovviamente sembra essersi accorto che eravamo in ferie, e quindi ci ha mandato una nuvoletta di Fantozzi grande come tutta la Svezia.
Pioggia, nebbiolina, pioggerellina, foschia, grigetto... l'unica (magrissima) consolazione è il fatto che non ho avuto tempo di lavare la macchina prima di partire... vabbè.
Una volta usciti dalla città il tenente pilota Giulia porta la Viking veloce verso nord. Rocket si prepara al suo ruolo di retroguardia dormendo nel suo seggiolino.
La destinazione per la sera è Härnösand, graziosa cittadina sulla Höga Kusten, dove faremo rumare la creatura in un parco, ceneremo e dormiremo in un ostello.

Vorrei aprire una parentesi sugli ostelli (chiamati suggestivamente Vandrarhem, "casa del viandante").
Sono strutture vecchie, pulite, economiche e molto spartane. Si va abbastanza sulla fiducia. Ho prenotato via email e non ho dato niente se non il mio nome cognome e indirizzo... Negli hotel di solito gli dai il numero di carta di credito, e spendi 6 volte di più che in ostello, per avere un po' più di servizio e una stanza che "sembra" più carina, ma che se la guardi troppo si sfragna.
Inoltre in ostello hai a disposizione la cucina comune con tutta l'attrezzatura per preparare una cena veloce e il Rancio per Rocket, soluzione molto più comoda ed economica del ristorante e più salutare del solito Max. Unica nota dolente, le toalette e le docce in comune, percaritá decentemente pulite... bisogna pure sapersi adattare no?
Nonostante in una struttura del genere ci si possa aspettare di incontrare soprattutto studenti zaino in spalla e globetrotter squattrinati, abbiamo notato invece che c'erano parecchie coppie di mezza età e gruppi di amici sempre sui 40-50 anni. Retaggio degli anni '70?
Chiusa parentesi.

Ma torniamo alla Höga Kusten.
È questo un posto davvero interessante. Durante l'Era Glaciale (si proprio durante le riprese del film) il peso dei ghiacci ha fatto affondare questo territorio, che ora, in assenza di ghiacci e di Manny (il mammuth) sta riemergendo al ritmo di circa 1 centimetro l'anno. Veramente questo fenomeno riguarda tutta la Svezia, ma qui la riemersione è stata più rapida e il territorio è piuttosto montagnoso (per gli standard svedesi, si intende, per noi son colline), per cui si è creato tutto un complesso arzigogolato di roccia scogli e isolette, insenature e laghi collegati al mare che un tempo erano golfi. Purtroppo per noi però la strada principale non era per niente panoramica, e le gite in barca non partivano di lunedì, aggiungete che il tempo faceva cagare (solita nuvoletta del ragioniere...). Non ce la siamo goduta troppo.

Nel tentativo di vedere qualcosa di carino prendiamo una mulattiera e ci facciamo un po' di fuoristrada in cerca di qualche angoletto romantico:

Avete notato il cielo allegrissimo immagino. Beh... sinceramente... se volevamo il sole giallo, il cielo azzurro e il mare blu prendevamo l'aereo per il sud della Spagna...

Il viaggio prosegue senza intoppi, abbiamo pranzato in un posticino niente male, Norrfäll, ex villaggio di pescatori molto caratteristico (e molto isolato). Mangiato da dio, speso il giusto.


Rocket ha rumato quanto bastava per poi riaddormentarsi sul suo trono.

Arriviamo a Umeå nel tardo pomeriggio del secondo giorno di viaggio, raggiungiamo l'ostello e ci facciamo dare la chiave della nostra stanza. E qui la prima sorpresa, abbiamo un fantastico letto a castello! Siccome è un po' che io e la mia gentile consorte non dormiamo in letti separati, e siccome non abbiamo molta voglia di iniziare proprio in vacanza, chiediamo una stanza con due letti normali affiancabili. La ragazza che lavora in portineria sfoggia polpacci da aerobica, ma forse non ha capito dove volevamo arrivare, ci cambia la stanza con una 4 posti... due letti a castello. Vabbè, ci arrangiamo.

Arrivati da nemmeno un'ora, in centro a Umeå abbiamo incontrato un italo-svedese che raccoglieva adesioni per GreenPeace e che abita con la sua compagna a Norrköping... ma guarda un po' com'è piccolo il mondo!

Umeå, forse la città più grande del Norrland, forse anche troppo grande per noi, abituati alla calma Norrköping. Per me c'era troppo traffico. Il centro è grazioso, ma i negozi sono le solite noiose catene che ci sono anche qua. Nulla di particolare dunque.
Devo dire la verità non l'abbiamo setacciata a fondo, ma a me ha dato un'impressione strana. Io sono veneziano e ho ben presente cosa vuol dire "località turistica" e come si pompano le particolarità del posto per fare vedere e soprattutto comprare ai turisti. Beh... non sono riuscito a trovare nulla se non quei 4 souvenir generici della svezia che trovi anche all'ultimo negozietto prima di salire sull'aereo a Skavsta.
Capisco che non è certo una zona turistica, ma a Umeå c'è un grande parco che in realtà è un museo all'aperto sullo stile di vita del Norrland di un tempo, con qualche accenno alla cultura Sami (il popolo della Lapponia). Mi sarei aspettato un negozio di artigianato tipico.


Si e magari le ceramiche di Deruta, tutte diverse una dall'altra ecc. Forse rimango troppo attaccato alla mia italianita?

Dopotutto non eravamo lì a caccia di souvenir. Scopo primario del viaggio era familiarizzare con la nostra patria di adozione nel modo il più possibile veritiero, e quindi senza seguire i sentieri turistici, perdendoci nella Sconfinata e Verde Natura.

O forse no, scopo primario del viaggio era andare a conoscere la famiglia Mezzovikinga, tanto ben descritta nel blog di Morgaine Le Feè.
Adesso voi immaginatevi al loro posto. Siete a casa vostra e qualcuno si autoinvita per venirvi a trovare. Ancora peggio. Questi idioti si fanno 800 km per disturbare la vostra pubblica quiete tanto duramente guadagnata ("lavoro tutto il giorno, tiro il carrello, scarico la frutta...").
Quale modo migliore per accogliere questi rompicazzo se non invitandoli a cena in un autentico angolo di paradiso? Siamo rimasti davvero senza fiato a vedere il panorama della Veranda dal vivo!


La famiglia Mezzovikinga poi è fortissima.
Il Mezzovikingo ha giocato tutto il tempo con il piccolo Rocket, sembravano addirittura capirsi con il loro idioma mezzo svedese mezzo italiano e mezzo boh. Davvero due sagome. Si sono trovati subito.
Il Vikingo poi è incredibile, è un guerriero davvero gioviale e simpatico, bisogna starci attenti anche, perchè capisce l'italiano (ci ha sgamato che parlavamo di lui con la mogliettina).
Morgaine ovviamente è stupefacente, come gli altri elementi della famiglia. Un personaggio poliedrico, dai mille interessi, con cui si può parlare di ogni cosa (e con cui ovviamente mi sono già sputtanato...).

E' così strana questa cosa del blog. Incontri delle persone che non hai mai visto, ed è come se le conoscessi da una vita. Subito si instaura una relazione amichevole e sincera. Ci siamo sentiti immediatamente a nostro agio.

Qui concludo la prima parte del resoconto. Prossimamente parleremo del Norrland, delle foreste, della Lapponia, e del viaggio di ritorno.

sabato 7 agosto 2010

Di nuovo in viaggio

Finalmente sono arrivate le nostre FERIE.
Si perchè fino ad ora tutte le volte che andavamo in ferie si prendeva l'aereo per tornare in italia. E lì tra parenti e amici (ma soprattutto per il lavoro per finire di sbaraccare la nostra vecchia casa) di vacanze vere ne abbiamo fatte davvero poche.

Adesso abbiamo deciso di prenderci un po' di tempo per noi, per visitare questo (strano) paese. Per mantenere il ritmo, non abbiamo scelto un villaggio turistico con formula all-inclusive. Faremo 7 giorni in giro per la Svezia settentrionale, in macchina, dormendo in B&B.
La destinazione principale è Umeå. Si gente andiamo a trovare Morgaine le Fèe nell'Ultima Thule.

Il viaggio si preannuncia lungo e faticoso e non esente da pericoli pericolosi. L'Arcadia 2 "Viking" ci accompagnerà nell'avventura come al solito. Circa 900 km verso nord da coprire in due giorni. Poi qualche giretto nell'entro terra norrlandese, un po' di sano riposo e cazzeggio. Poi altri 900 km per tornare, tra paesaggi che si annunciano spettacolari. Speriamo che il tempo sia buono!

Il problema principale è la gestione della nostra recluta Rocket, avete mai provato a far star fermo seduto in macchina per 5-6 ore un diavoletto della Tasmania di 2 anni?
Ovviamente da buon capitano della nave provvederò a "legare" opportunamente la creatura, in modo che il carino non si sposti, e che non distrugga la nave. Mi sono anche armato di cartoni animati soporiferi come "La Pimpa" e "Il Postino Pat", da usare solo in caso di emergenza.

Ormai la distanza massima percorribile in singola tappa non dipende più dalle energia del Tenente Pilota Giulia, nè dalla capacità del serbatoio, ma solo da LUI.

Ovviamente cercheremo di mantenere aggiornato il blog lungo le nostre tappe. Si parte domani, domenica 8 Agosto 2010. Ciao!

La parola al Piccolo Guerriero

Come avete sentito, domani la nostra famiglia si trasferirà, armi e bagagli, per una settimana nel Profondo Nord, regno delle alci e delle zanzare, allo scopo di compiere osservazioni antropologico-geografico-naturalistiche di un territorio ancora inesplorato e, non da ultimo, di presentare a Rocket il suo coetaneo il Mezzovichingo. Il Mezzovichingo è il bimbo di Morgaine la Fée, il cui bellissimo blog costituisce una delle letture serali preferite della famiglia tutta. Ora, avendo il Mezzovichingo un po' di tempo fa esordito lui stesso come blogger con il post sopra linkato, ed avendo io promesso a Rocket che non saremmo stati da meno, eccomi infine a completare, ormai fuori tempo massimo, l'opera di traduzione dal Riccardese... ecco a voi una Giornata del Piccolo Guerriero, raccontata da lui stesso:

"Come il mio cuginetto Mezzovichingo, anche io non so esattamente quando comincia la mia giornata, perchè di notte mi sveglio molte volte. Quando mi sveglio la prima volta c'è solo un po' di luce nella mia cameretta e io guardo la Luna e le Stelle sopra il lettino, poi cerco il mio Cane, che si nasconde sempre da qualche parte. Per questo è meglio andare a letto anche con l'Altro Cane, e per sicurezza anche con il Topo. Poi cerco il mio Ciuccio, anche lui ha la mania di nascondersi tra le coperte. Quando non riesco a riaddormentarmi mi metto a chiamare Mamma e Papà... allora il papà viene e mi dice di stare buono, che è ora di dormire... a volte si arrabbia, non capisco proprio perchè!
A volte scavalco la sponda (anche se è alzata), scendo dal mio lettino e vado nel Letto Grande. Il Letto Grande è un posto bellissimo, tutto morbido e profumato dove dormono la Mamma e il Papà. Quando la Mamma mi vede arrivare, apre appena appena un occhio, mi tira su e mi mette vicino a lei, allora io chiedo Copertina e mi copre con il piumone. E a me piace starmene li al calduccio. Mi piace soprattutto perchè c'è così tanto spazio che io posso rumare quanto voglio (cambiare posizione ogni 10 min in ogni direzione [ndr]). Però il Papà e la Mamma non sono sempre d'accordo di farmi stare nel Letto Grande e dopo un po' il Papà cerca di deportarmi nel Lettino...
A una certa ora sono proprio sveglio e ho voglia di incominciare la giornata. Ho anche tanta fame e voglio Latte Caldo. Allora scendo dal letto e tiro per il dito la Mamma, ma lei si gira dall'altra parte, quella dormigliona! Di solito devo fare il giro del letto e andare a tirare giù il Papà.
Quando finalmente qualcuno si decide ad alzarsi, mi versano un bel bibe di latte e io indico il forno a microonde e dico "Caldo, Caldo!". Se non glie lo ricordo io, che lo deve scaldare!
Dopo il latte, si fa colazione e io mi diverto a stare in braccio alla Mamma a spalmare il burro e la marmellata sul pane con il "Cotèo" e il "Cocaino". Poi però la Mamma mi mette giù perchè, dice, deve andare al lavoro ed è già tardi! Io questa cosa del lavoro non la capisco proprio... ma se stare a casa a giocare è tanto divertente! Però non c'è niente da fare, la Mamma deve proprio uscire...
Quando ero più piccolo, nel momento che la mamma usciva di casa mi mettevo a piangere disperato e le correvo dietro e non le lasciavo chiudere la porta. Adesso però ho capito che poi la sera la rivedo e sono più tranquillo e le faccio anche "Ciao-ciao" con la manina, come i bimbi grandi.
Poi il Papà mi veste per andare all'Asilo, ma mettersi addosso tutte quelle cose è una tale noia! Allora per divertirmi un po' scappo in giro per la casa, così mi corre dietro... ma il Papà non ha proprio il senso dell'umorismo e mi prende a forza e allora mi arrabbio!
Comunque alla fine usciamo di casa e io schiaccio DA SOLO il pulsante per chiamare l'ascensore, poi sotto casa scendo da DA SOLO le scale, ormai sono bravissimo a farlo! Dopo le scale c'è un posto con tanti CAMBI GRANDI (camion grandi) che sono proprio interessanti e fanno un rumore così bello, BRUUUUM, BRUUUUM! Ma il papà mi dice sempre di stare a manina che è pericoloso, mi rovina il divertimento, uffa!
E poi arriviamo all'Asilo, il Dagis! Questo è un posto bellissimo, con delle maestre molto simpatiche e tutto pieno di giochi interessanti. Quando arrivo vado subito a giocare con le Bilar, ce ne son di tutti i tipi, Bil Da Corsa e Bil grandi grandi per portare le cose. Poi cantiamo tutti insieme le canzoni e la maestra suona la chitarra, come quella del papà e della mamma, e poi tutti insieme mangiamo la frutta che mi piace tanto!
All'asilo parlano in un modo diverso che a casa e io non riesco ancora a dire tutte quelle parole, caspita, è già difficile con quelle che dicono a casa! Però quelle importanti le ho imparate.
La Mamma e il Papà ci sono rimasti di stucco l'altro giorno... io lo sentivo che parlavano di me, a tavola, perchè io ci faccio sempre molta attenzione, ai loro discorsi, anche se nel frattempo sto giocando. Parlavano di me all'Asilo e la Mamma ha detto "chissà come fa per chiedere il ciuccio"... allora visto che non lo sapeva gliel'ho spiegato io! Mi sono tolto il Ciuccio, l'ho appoggiato sul tavolo e le ho detto: NAPPE!!!! Ci sono rimasti a bocca aperta... ma insomma, credono che non me la so cavare senza di loro??? Insomma io l'ho già capito, a casa si dice Ciuccio, e all'Asilo si dice Napp.... facile no?
All'Asilo andiamo fuori a giocare con la sabbia e io preparo le Torte. Poi vado sulla "Moto" con i miei amici più grandi che sanno pedalare e così si corre veloce veloce. Dopo che ho mangiato e dormito sul mio materassino, con la mia Copertina, è di nuovo ora di giocare! Mi diverto tanto e quiando il Papà viene a riprendermi non vorrei mai andare via. Però il Papà porta quasi sempre le cose per giocare nella sabbia e anche la mia Moto e allora... via al parco! E dopo un po' arriva anche la Mamma!
Al parco mi piace tanto andare su Bombo, cioè il Tubo dove si scivola dentro. Mi arrampico da solo su per la collina e poi mi butto giù e rido, rido tanto! E poi corro su di nuovo e via! Poi c'è la sabbia, l'acqua per buttarci i sassi e per bagnarmi le mani, e prima di imparare come si fa ci sono entrato anche con tutte le scarpe e il pantaloni e la Mamma si è arrabbiata... e poi c'è Gunga!!! Oh che bella Gunga, l'altalena! Il Papà mi mette sopra e io dico "Pinta Grande, Pinta Grande!"... e allora mi dà una grande Spinta e io volo su, in alto... Poi la Mamma mi canta le canzoni e le ho imparate anche io, sentite qua... Pamattino Papanaro, Dommitù, Dommitu... Sona-e Capane Sona-e Capane, Din Don Dan!!
Poi purtroppo bisogna tornare a casa e questo non mi piace, e quando arriviamo ho tanta fame ma la Pappa non è ancora pronta e io voglio i Biscotti oppure la Bulla, che è tanto buona... ma la Mamma mi dice di no, che non è ora e io mi arrabbio molto. Mi arrabbio e piango e strillo e mi butto per terra e la Mamma e il Papà si dicono tra loro "è meglio lasciarlo stare finchè si calma" e allora io continuo e continuo perchè sono proprio tanto tanto arrabbiato con loro che... E poi a un certo punto mi viene in mente che di là, in camera ci sono i miei Lego e che potrei fa non mi danno la Bulla... e poi mi viene in mente che ci sono i Lego e potrei fare un bel Cambi Grande tutto per me, oppure guarda, con questi pezzi rossi e gialli si può fare una bella Torre, e ci metto sopra anche l'elica così diventa un Cotte (un aereoplano)...
... e poi all'improvviso è ora di cena! Mi piace quando c'è da mangiare la Pasta con il sugo oppure il Pollo o la Carne! Anche le Patate e le Carote mi piacciono... a volte mi danno il Pesce e allora dico "Bla! Pesce Bla!". L'ho imparato guardando la Pimpa che si può dire Bla! quando non ti piace qualcosa.
Però la Mamma mi dice di assaggiare lo stesso e dopo un po'... lo sapete che ho scoperto che anche il Pesce è Buono?! Sarà per questo che il Papà e la Mamma non mi prendono sul serio quando dico Bla... mi rispondono "Ma va là Bla! Assaggia no?".
Io però non ho tanto tempo per stare lì a mangiare, sono molto impegnato la sera, io! Ho tante cose importanti da fare! Devo finire il Cambi di Lego e poi devo far correre la mia Bil Da Corsa e poi mi ricordo che ci sono i Libretti da leggere e allora vado a chiamare la Mamma "komme Mamma, komme, libetto!". Allora la Mamma si siede con me sul Divano e mi legge la storia della Rana che all'inizio ha la bocca grande e alla fine diventa piccola, della Nave Pirata, della bambina con un nome strano che va a casa della Baba Jaga, che è una storia lunga lunga che non finisce più... oppure il libretto con le Ruote!
A volte la Mamma tira fuori la chitarra e mi suona le canzoni, la Casetta, il Trenino e quella che dice Buonanotte Fiorellino che mi piace tanto... io l'ho capito che il Fiorellino sono io!
Però poi mi stufo di stare fermo e allora vado a fare le Gatte Gatte al papà e facciamo la lotta!
Quando sono stanco volgio il Latte Caldo e il Papà mi porta in bagno, mi cambia e poi mi lavo i Dentini con lo Spazzolino, poi torniamo in cucina e la Mamma mi dà il mio Latte... io ho gli occhi che mi si chiudono e voglio il Papà, mi appoggio sulla spalla grande del Papà e lui mi porta nel Lettino, con il mio Ciuccio, il Cane, l'Altro Cane e la Copertina... e nella mia stanza c'è il Buio e io penso a tutte le cose belle che ho fatto, e sono tanto tanto stanco che gli occhi mi si chiudono , mi giro nel Lettino e mi addormento.