lunedì 23 dicembre 2013

Buone feste e Felice 2014

Anche quest'anno è arrivato alla fine. Tra un'emergenza e l'altra, siamo anche riusciti a farci valere.

Siamo stati super eroi. Ma siamo stati troppo super.

Abbiamo lavorato troppo. Certo le soddisfazioni non sono mancate (leggi una bella promozione in azienda), abbiamo avuto un po' troppe emergenze notturne (TheAngel: come disintegrare il sonno altrui) e abbiamo fatto un po' troppe ferie, troppi viaggi, ce la siamo goduta troppo e per evitare di vantarci non vi abbiamo detto molto.

È sempre tutto troppo estremo. Non va bene. 
Se lavoriamo siamo troppo tirati.
Se siamo in ferie siamo troppo rilassati... ?!?

Forse non abbiamo ancora imparato la legge del "giusto" svedese, quel "nè troppo nè troppo poco".
O forse dipende solo dai punti di vista, ma ho la netta sensazione che l'anno sia passato troppo in fretta.

Sia come sia, ora basta, si stacca. Arrivano le Feste, prendetevi il tempo necessario e passatele con le persone a cui volete bene, se potete. Vi facciamo tanti auguri.


I Piccoli Vichinghi

lunedì 16 dicembre 2013

Sentirsi a casa

Si vabbè se ridete subito leggendo il titolo non ve la racconto nemmeno.

Ok, allora, uno ci prova. Si impegna in ufficio, fa finta che gli piaccia quello che trova al supermercato. Si inventa perfino delle giustificazioni con i figli che iniziano a farsi delle domande tipo "perchè siamo qui". 
Qui in un paese dove a dicembre a mezzogiorno il cielo è grigio antracite metallizzato.

Qualche tempo fa mi sono sentito a casa mia.
È stato durante una consegna al cliente con montaggio. Avevo preparato 28 iPad configurati con un macbook e collegati ad esso. 
Gli iPad erano stati portati a Malmö, una città del sud della Svezia, per essere montati come chioschi informativi in un centro commerciale. Il macbook li seguiva per aiutare un mio collega nelle ultime fasi dell'installazione e per regolazioni on the fly, e sarebbe tornato indietro. 

Malmö è una città anomala per la Svezia e gli svedesi. Fa caldo, è a sud, nessuno monta le gomme da neve, si vive pressochè "in deroga", è piena di immigrati, è violenta, si dice perfino che ci sono zone talmente malfamate e pericolose che la polizia non ci passa, nemmeno in macchina.

Sia ben chiaro, parlo per sentito dire. A sentire le voci questa città parrebbe tipo Napoli. Ma sono solo voci eh...

Beh, ... durante il montaggio degli iPad presso la struttura del cliente, qualche figlio di puttana ci ha fottuto 2 iPad e il macbook. Mi ero detto "fai un backup del mcbook che non si sa mai", ma non avevo avuto tempo. Tutto il lavoro da rifare. CAZZO!

Poi ripensandoci mi sono detto "qualcuno ci ha rubato qualcosa" RUBATO! Wow!!! Pare casa mia!

Qualche tempo dopo, circa un mesetto fa, mi sono sparato una giornata a casa con i bambini. Ci sono un paio di giorni all'anno che l'asilo è chiuso. Le maestre dicono che devono fare delle gran riunioni organizzative... figuriamoci. Cosa cazzo dovete decidere? Chi gioca con i Lego e chi con il Pongo? Chi deve insegnare a "dipingere" con i colori a dita e chi fa le statuine di DAS? Io so la verità. Fanno un festone all'asilo, bevono come spugne, accatastano le lattine nella saletta che usano per le riunioni interne riutilizzando i cartoni per impilare blocchi da 40 lattine uno sull'altro.

Quando ci vuole ci vuole, lo facciamo anche noi in ufficio.
Io poi ogni tanto chiamo le figlie di una mia amica, 10 e 12 anni e dico loro di venirsi a prendere le lattine. Loro le vengono a prendere e le portano al supermercato dove te le pagano 1 corona per ogni lattina. Io mi ritrovo l'ufficio pulito, loro hanno i soldi in tasca e siamo tutti felici.

Beh dicevo, quel lunedì sono uscito con i miei 2 bikers in erba. Entrambi col casco, luci accese anche di giorno e prudenza! Sempre! Il parco davanti casa nostra è perfetto per i monopattini, e c'è perfino una pista da pattinaggio ovale e liscia come un biliardo.
Dopo svariati giri nell'ovale, i tempi di Rocket iniziavano ad assomigliare ai record delle Formula Indy a Indianapolis. Una volta sfogati un po' lì TheAngel si è stufata, abbandonato il suo mezzo nell'ovale è andata verso le altalene, 50 metri più in là.
È venuto anche Rocket, ma lui si è portato il monopattino, perchè il suo è SUO. Perchè è da corsa, non è da bambini piccoli, e prima era del papà e il papà glielo ha regalato...
Fatto sta che ad un certo punto è arrivata una macchina nel parco e si è fermata vicino la pista da pattinaggio mentre i e i bambini giocavamo tra le altalene e la giostra.
Gli ho dato un'occhiata, cosa strana una macchina lì. Ma non ci ho badato più di tanto, una Volvo station wagon grigia del cazzo. Se ne è andata 5 minuti dopo e SORPRESA! Si è portata via il monopattino di TheAngel dalla pista da pattinaggio!

MA NO! Non è possibile... e invece SI! Ce l'hanno rubato da sotto al naso!

Non mi ha fatto male come quando mi hanno rubato l'Aprilia FG4, ma mi ha fatto male. Non parliamo di TheAngel che piangeva poverina... Giuro che se ripass al parco una Volvo come quella gli spacco tutti i vetri.

Però ripensandoci è stata una cosa da parco italiano. Quasi quasi mi sento a casa...

Non so, sentirsi a casa, in realtà non mi sentivo al mio posto nemmeno quando abitavo lì.

Forse dovrei cambiare tutto. 

Casa è quel posto dove quando torni a casa dal lavoro e ti togli scarpe e giacca trovi delle bestie assetate di coccole che ti saltano addosso e una dolce dolce ti chiede: "Cavalluccio?" E tu allora lo fai, per lei... 
E dopo lei scende e qualcun altro (un po' più pesante) ti salta sopra e brandendo verso il cielo (soffitto) una spada (di gomma piuma) urla: "ALL'ATTACCOOOO!" e dopo una piccola galoppata ritorni verso il tuo recinto e una giovane stalliera bionda ti prende per la testa e ti impastoia con fare esperto dicendoti: "Tieni pappa cavallo mangia...".

Ah si, a proposito di casa oggi ho pagato l'IMU. Grazie per esservi ricordati di noi.

sabato 2 novembre 2013

Scene del Sabato Mattina

Durante la settimana la sveglia è fissa alle 6.15, la mattina parte a tutta velocità, frenesia degna di una base militare in zona operazioni.
È per questo che nel we cerchiamo di fare i pigri nel lettone. "Cerchiamo".
L'assalto al lettone inizia presto.
I nemiciI nostri cari bambini arrivano e spianano tutto come schiacciasassi ci si spalmano addosso in cerca di coccole.
Si fa la lotta, si cerca di rinviare il momento in cui bisognerà alzarsi per preparargli la colazione e poi...

Io: "Rocket, che facciamo oggi? Ci vuole qualcosa di bello."
Rocket: "Eh, ci ho pensato TUUUUTTA la notte."

Giulia: "Angel, sei così bella! Con il pigiama rosa sembri un cotechino!"
TheAngel: "Miaaaaaaaaaoooooooooo"

Rocket: "Mio turno!!!"
TheAngel: "AppPPetta!"

Io: "Accidenti...."
Rocket: "Ma i Grandi possono dire anche accidenti? Non è giusto!"
Io e Giulia: "Giusto?!?"
Rocket: "Non è giusto perchè i Grandi possono già dire altre parole: cacchio, casso... Accidenti è solo per i bambini!"

Come passa il tempo, l'altro ieri è stata la nostra prima notte di Halloween. La prima si.
Quando eravamo piccoli noi non sapevamo cosa fosse. Al massimo avevamo letto qualcosa di strano sui fumetti di Charlie Brown, il Grande Cocomero... Ma senza capire bene. Da grandi poi abbiamo capito ma abbiamo fatto solo la lanterna con la zucca, per fare atmosfera.
Questo giro invece no, abbiamo fatto tutto.
Vestiti, facce truccate da mostro e andare a spaventare i vicini per chiedergli "dolcetto o scherzetto?". A giudicare dalla quantità di dolcetti raccolti da Rocket i vicini hanno avuto proprio paura!

Come passa il tempo... sono già passati 4 anni dal nostro arrivo qui. Rocket porta il 31 di scarpe, The Angel il 24... crescono!


martedì 3 settembre 2013

in attesa delle luuunghe notti invernali

Se qualcuno si stesse chidendo che fine abbiamo fatto, ecco... provo a spigarvelo. No aspettate... ve lo mimo perchè altrimenti non capite.

Prendiamo ad esempio questa notte, andato a letto alle 23.45 dopo aver sistemato la cucina, pagato fatture, lavorato un po' e letto un paio di articoli.

Appena addormentato TheAngel chiama... ha buttato via la coperta, bisogna rimettergliela addosso (perchè non si può usare una coperta che si attacca al pigiama tipo velcro?)
dopo un'oretta (credo) TheAngel si alza e viene a "dormire" nel lettone.
La chiamo per farla venire da me (così non disturba Giulia), all'inizio ci casca ma poi sbraita "NOOOO, VOGLIO MAMMMAAAAAA" come se fossimo al parco, mica alle 2 di mattina a letto.
L'essere malvagio scende dal letto come una furia, fa il giro e si presenta davanti la possente fortificazione di Giulia che risponde a muso duro "NOOOOO! VAI VIAAAAAAA!!!!!", anche lei come se fossimo al parco e dovessimo parlarci da 500 metri di distanza.
Prima o poi i vicini chiamano la Polizia.
TheAngel torna da me, "piuttosto che niente meglio il papà".
Tra un muoversi e un rumare, e un "voio acua" e un "no voio" arriviamo verso mattina.

5.25: Sto sognando la canzoncina della Pimpa: "e per dar la buona notte... vien la luna color latte... trallalallalà...."
5.28: TheAngel (che mi stava appiccicata alla schiena come una patella sullo scoglio) scatta come una molla, avete presente una bomba a mano da attacco senza sicura? Più o meno la stessa cosa.
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! VOIO MAMMMAAAAAAAA! MAMMMAAAAAAAAA!"
La mamma non è tanto lontana... sarà tipo a 20cm da me, ma fa finta di nulla, anzi si finge morta come un opossum.
TheAngel scende dal letto s prima che riesco a prenderla scatta come Usain Bolt. Fa il giro del letto arriva dalla mamma le urla qualcosa (non mi ricordo cosa) nelle orecchie.
Giulia cerca di prenderla, TheAngel schiva, Giulia si sporge dal letto, ThheAngel scatta verso il fondo, allora Giulia tira fuori un piede da sotto le coperte per fregarla, TheAngel dribla, fa il giro del letto un'altra volta sempre urlando per darsi coraggio ma il papà la aggancia con un placcaggio perfetto.

L'idea è che se la prendi allora puoi anche tapparle la bocca.

La metto tra me e la mamma, magari si calma...
Niente da fare, la bastrda si divincola e se ne va, al suono dell'inno Baby "Vogliamo un Bibe di latte" accompagnata da grancassa, incazzata come una tigre incazzata, si porta in cucina e inizia a fare casino.

Giuro che non riuscivo a muovermi. Per una volta il mio cuore ha detto, "mi spiace ma la caldaia oggi perde pressione non posso darti più della sopravvivenza base".

Per colpa di questo piccolo problema tecnico (marito spompato) Giulia si è dovuta alzare, si è messa il costume da WonderWoman ed è partita all'inseguimento.
Non c'è stato verso di convincere TheAngel a tornare in camera, ma come deterrente non le è stato fornito il biberon di latte. Per tutta risposta la principessa si è messa a disegnare.

Giulia torna a letto.

Dopo 2 minuti Rocket si affaccia in corridoio. Wow, penso, almeno lui questa notte l'ha fatta tutta nel suo letto!
Rocket va in cucina e si incazza con TheAngel che sta scarabocchiando una macchina che aveva disegnato lui la sera prima. WonderWoman torna in azione come Pacificatore.

5.45: "Tornate a letto!" - "No"
WonderWoman manda tutti aff... e torna a letto.
6.15 suona la sveglia.
6.16 tornano tutti nel nostro letto.
6.17 Lo staff tecnico del mio cuore comunica che la caldaia è stata rappezzata e sono pronti a mandarla in pressione. Mi alzo.
6.18 Giulia "Lasciatemi dormire 20 minuti" - "NO"
"Andate via!" - "NO"
Intervengo io: "Dai bimbi, alzatevi" - "NO"

[...]

Mi viene in mente la mia vecchia professoressa di lettere, la Repossi, quando parlava di suo figlio: "Uno fa i figli con tanto amore, poi viene quello che viene". Cara donna, chissà che fine ha fatto...

domenica 23 giugno 2013

Recharging batteries...

L'ultimo periodo è stato incredibilmente pressante. La sveglia sempre puntata alle 6 di mattina, le giornate (le settimane!) che volano e sembrano non bastare mai. Una mole crescente di cose da fare che si accumulano, sia sulla scrivania dell'ufficio, sia su quella di casa.
Ci siamo presi pochissime pause.

Ad aprile, incastrando voli Ryanair e impegni lavorativi superextra siamo riusciti a portare i piccoli vichinghi dai nonni per una decina di giorni.
Con l'occasione ci è scappata una visita guidata all'interno della base aerea di Rivolto, avevo già pronto un piccolo reportage, ma è stato censurato perchè altrimenti pare che si parla sempre male del belpaese.

A maggio ci siamo regalati una settimana a Mallorca, massimo relax, spiagge piscine, passeggiate, mangiate... Purtroppo io sono sempre reperibile e in un paio di occasioni mi sono dovuto connettere all'ufficio per risolvere situazioni d'emergenza con la famiglia che mi aspettava "zaino in spalla".

Da allora è passato un altro mese e mezzo di vera frenesia, turni notturni, bimbi che assaltano il lettone nel buio (neanche tanto buio poi). Si insomma, casa nostra è un casino all'italiana, ma tutto potete dire tranne che non abbiamo voglia di lavorare. E di goderci i bimbi.

Domani partiamo alla volta dei mari del sud, dove incroceremo per 4 settimane. Ci aspetta un coccodrillo gonfiabile, secchiello e paletta. Una azienda di costruzioni e demolizioni costruirà castelli abusivi in parchi naturali e riserve vietate.

Dobbiamo solo riuscire a preparare dei bagagli sufficientemente leggeri da permetterne il trasporto, e poi è fatta.

A presto.

martedì 5 marzo 2013

Fare la specialità in Svezia?

Nei commenti ad un mio post di tempo fa sull'istruzione medica mi ha scritto una studentessa di medicina chiedendo consigli sull'opportunità e la possibilità di proseguire qui il suo percorso dopo la laurea, allo scopo di ottenere una formazione di qualità migliore, in particolare per gli aspetti pratici.
Siccome credo che la cosa possa interessare anche altri, rispondo in pubblico. Ogni aggiunta o correzione da parte di Silvia o altri è caldamente benvenuta!
Posso rispondere solo per quanto riguarda la Svezia e solo sulla base di esperienze personali e sentito dire dai colleghi, quindi se pensate di venire qui informatevi anche sui siti ufficiali (in particolare Socialstyrelsen è responsabile della formazione medica in Svezia). Negli altri Paesi nordici a quanto ne so l'organizzazione delle specialità è simile, ma non conosco i dettagli.

Laurearsi ed abilitarsi in Italia e poi fare la specialità in Svezia è senz'altro possibile e presenta alcuni vantaggi:
1- la formazione specialistica in Svezia è organizzata meglio, come raccontavo nel post precedente, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di formarsi a 360 gradi nella propria specialità, questo ovviamente è un vantaggio soprattutto per le specialità molto "ampie" come medicina generale, medicina interna, chirurgia generale. Invece per i settori più strettamente specialistici (es. le chirurgie specialistiche) bisogna valutare bene i pro e i contro: una scuola eccellente in Italia o altrove potrebbe essere migliore di un piazzamento in un piccolo ospedale svedese in cui magari la casistica non è altrettanto varia e non si vedono i casi più complessi. Tenere comunque presente che il regolamento di specialità svedese prevede che un periodo in un ospedale universitario sia obbligatorio per gli specializzandi che lavorano negli ospedali piccoli, proprio per ovviare a queste possibili mancanze (questo in genere presuppone la necessità di pendolare o trasferirsi per uno o due anni).
2- gli stipendi sono più alti, a fronte di un costo della vita confrontabile con l'Italia del nord, e sono in certa misura negoziabili ("sono brava, se mi vuoi tenere qui, dammi un aumento"), mentre il contratto nazionale dei medici specializzandi in Italia non è negoziabile su base individuale. Le ore extra motivate da carenza di personale, colleghi ammalati, carico extra di lavoro ecc. sono conteggiate e pagate. Attenzione che vale anche l'inverso: chi non lavora bene può vedere il proprio stipendio ridursi e in certi casi può anche essere allontanato, il che vale sia da specializzandi che da specialisti. Qui il posto fisso è, diciamo, meno fisso.
3- in genere, gli orari sono più umani che in Italia. Non dirò che è il Bengodi perché anch'io mi sono fatta, qua, i miei bei turni di notte da 16 ore sempre in piedi, ma comunque in generale è meno stressante. Maternità, paternità e permessi parentali sono garantiti anche agli specializzandi al pari di tutti gli altri lavoratori (e no, non è così ovvio, per esempio in Italia è garantita la maternità, solo da alcuni anni e la paternità NO, ché si sa, i figli son cose da donne...)
4- non so dirvi se sia in effetti più facile ottenere un posto in specialità qui, in genere è più facile negli ospedali periferici e più difficile in quelli universitari. Però di sicuro c'è il vantaggio di non dover aspettare il concorso nazionale e di poter ottenere un colloquio di lavoro solo sulla base del vostro curriculum e di una lettera di presentazione.

Quali sono allora i possibili svantaggi e le difficoltà per un neoabilitato italiano che voglia fare la specialità qui:

1- ovviamente, la lingua. Studiare lo svedese almeno un po' prima di proporsi ad un primario è assolutamente indispensabile. Potete iniziare con il comprarvi un manualetto del tipo "teach yourself Swedish" e poi magari passare ad uno dei corsi on line della Folkuniversitet, per poi fare un corso mirato alle professioni sanitarie (sjukvårdssvenska) una volta trasferiti. Contate comunque almeno alcuni mesi di studio intensivo, dopo arrivati, per essere "operativi". Se volete specializzarvi in un ramo in cui c'è molta richiesta di medici (es. medicina generale, psichiatria) può essere che l'ospedale che vi assume vi offra di pagarvi il corso di lingua, ma non datelo per scontato. Al contrario, se il vostro sogno è una specialità dove non c'è molta richiesta e magari presa d'assalto anche dagli svedesi, potreste dover studiare a lungo prima di essere considerati al "livello" giusto. Per mia esperienza non serve una certificazione dell'inglese per lavorare (tipo TOEFL), ma dovete parlarlo senza difficoltà, quindi sì, è il caso di ripassare e mettersi a guardare film in lingua originale (cosa che dovrei fare anch'io, se mai avessi il tempo di guardare un film...).
2- Le competenze: gli svedesi (o chiunque abbia studiato in Svezia e negli altri Paesi nordici) prendono l'abilitazione dopo due anni di un tirocinio pratico molto formativo di due anni (AT o allmäntjänstgöring, tirocinio generale)), quindi in pratica sanno già lavorare, quando gli italiani imparano invece (in modo traumatico) durante i primi anni di specialità oppure durante gli anni di precariato a guardie mediche e sostituzioni che per tanti costituiscono l'inizio della carriera (ci sono ovviamente delle eccezioni, qualcuno riesce a fare ottimi tirocini anche in Italia, in genere sbattendosi moltissimo per lavorare gratis in qualche posto buono). Insomma il gap di competenze tra un neospecializzando svedese e uno italiano appena abilitato è in genere notevole. Per questo, personalmente mi sentirei di consigliare a chi vuole venire qui subito dopo l'abilitazione di cominciare non come specializzando, ma come sostituto (vikarie). Le sostituzioni (vikariat) sono contratti a tempo determinato con un determinato reparto, rinnovabili e aperti a tutti i medici abilitati e non (sul "non" ritornerò dopo). Un sostituto lavora sempre sotto la supervisione di uno specialista e si occupa delle mansioni più semplici (es. visite di routine, ma se trova qualcosa di strano può/deve chiedere allo specialista di ricontrollare; stesura delle cartelle e delle lettere di dimissione; procedure semplici). Molti reparti chiedono agli aspiranti specializzandi di lavorare come vikarie per qualche mese prima di assumerli con il contratto da specializzando, per potersi rendere conto delle loro effettive capacità. Non si tratta di bieco sfruttamento : il vikarie è pagato ed ha tutte le garanzie di un lavoratore. Tant'è vero che anche molti svedesi, nei primi anni della carriera, passano da un vikariat ad un altro volontariamente, allo scopo di fare esperienza, "assaggiare" varie specialità e scegliere la più congeniale, oppure l'ospedale in cui si trovano meglio. Quindi se volete venire a lavorare qui, potreste considerare la possibilità di organizzarvi alcuni vikariat di alcuni mesi ciascuno che sostituiscano o completino il vostro tirocinio (ad esempio uno in medicina, uno in chirurgia, uno in un vårdcentral o centro di medicina di base e uno nella specialità che vi interessa), dandovi al tempo stesso la possibilità di conoscere dall'interno l'organizzazione del sistema sanitario svedese e di trovarvi meno spaesati al momento di iniziare come specializzandi. Giocate pulito: se non avete esperienza clinica, ditelo tranquillamente nella vostra lettera di presentazione al reparto e specificate che vorreste fare un periodo come sostituto per imparare, in sostituzione del AT svedese. Apprezzeranno l'onestà e, se hanno bisogno di personale, saranno felici di prendere qualcuno che si dimostra desideroso di imparare.

E perché non fare invece l'abilitazione in Svezia? Questo me l'ha suggerito un'amica specializzanda a cui ho chiesto consiglio prima di scrivere il post. L'idea sarebbe: dopo la laurea, NON fare subito l'esame di Stato ma cercare lavoro in Svezia come vikarie non abilitato (è piuttosto comune, lo fanno molti svedesi in attesa che si liberi un posto per il tirocinio AT: lo stipendio è minore, ma lo sono anche le responsabilità e ovviamente si lavora sempre sotto supervisione). Una volta "sgrezzati" con sistema e lingua si passa a richiedere un posto come AT. Al termine dei due anni da AT si fa l'esame di Stato svedese, che al pari di quello italiano è riconosciuto in tutta la UE. Il vantaggio è che come AT, a differenza di un vikarie abilitato o meno, si ha diritto a una serie di corsi teorico-pratici molto utili per imparare il lavoro che vanno a integrare quelli universitari, inoltre si è sicuri di poter fare le rotazioni in tutti i reparti previsti dalla legge svedese. Lo svantaggio che ci vedo io è che ottenere un posto da AT non è affatto automatico, anche molti ragazzi laureati qui sono costretti ad aspettare uno o due anni facendo sostituzioni oppure a trasferirsi in luoghi remoti. Vi è ovviamente tutto un gioco per cui ogni ospedale cerca di accaparrarsi i tirocinanti più bravi e ogni tirocinante cerca di scegliersi l'ospedale migliore, quindi preparatevi a sostenere diversi colloqui.
Se state pensando che il sistema funzioni secondo il ben noto peninsulare nepotismo: casi del genere ci saranno di sicuro, ma ho tra le mie colleghe due specializzande che siedono nella commissione che sceglie ogni anno i nuovi tirocinanti per l'ospedale e vi assicuro che sono più che motivate a scegliere persone competenti: è con questi tiocinanti che dovranno condividere ogni giorno e ogni notte le guardie e l'attività di reparto, quindi è nel loro interesse che siano svegli, volonterosi e competenti. Lo stesso principio si applica per ottenere un posto in specialità (o anche da specialista, se è per questo). Poi nei reparti più prestigiosi è probabile vi siano anche giochi di conoscenze, favori e porcherie sottobanco, ma non è la regola generale.
Infine vorrei precisare qualcosa che mi sta a cuore. È vero che in Italia sono troppo diffusi il nepotismo e le raccomandazioni "ad leccaculum" (cioè non per reale merito), ma neppure lì costituiscono la regola dappertutto. Tenete presente che una notizia negativa si diffonde più rapidamente di una positiva e che dare la colpa ai "raccomandati" è la strategia preferita di chi rimane fuori per scarso merito (eh lo so, sono cattiva, ma ne ho sentiti troppi). Io personalmente senza essere figlia di e pur avendo una profonda avversione alla leccaculaggine (o, secondo alcuni, un pessimo carattere), "ai miei tempi" quando non avevo ancora capelli bianchi presi l'idoneità sia per la scuola dove ero allieva interna sia per un'altra dove avevo provato come piano B e dove non mi conosceva nessuno, passando davanti anche ad alcuni dei loro allievi interni. Di casi del genere ne conosco tanti, tant'è vero che dei colleghi con cui ho fatto la specialità, di nessuno ho mai avuto il sentore che fosse raccomandato. E comunque perché uno ha il padre medico non significa automaticamente che sia raccomandato e non si meriti il posto che ha (esempi ne ho). È vero invece che c'è spesso una forte predilezione per gli allievi interni (cioè per chi ha fatto la tesi in quel reparto) e neppure questo è tanto giusto. Però se emigrate solo per paura del nepotismo, pensateci un attimo e informatevi per bene sulla situazione reale della scuola che vi piacerebbe frequentare ed eventualmente sulle possibilità che ci sono in altre sedi.

Ecco, mi pare di aver risposto a tutto. Ah sì, se state meditando di venire qui, magari provate a fare un paio di settimane in qualche ospedale svedese come "visiting doctor" durante le vostre ferie, giusto per vedere la situazione con i vostri occhi. Basta trovare su internet la mail del direttore del reparto e scrivergli, tentar non nuoce e potrebbe essere l'inizio di una bella avventura. Coraggio e buona fortuna a tutti!

sabato 16 febbraio 2013

Comunicazioni di Servizio

Intanto vorrei lamentarmi per come è incominciato l'anno.
Troppo in fretta, troppo incasinato, troppo da fare, troppo stress. Per darvi un'idea il 2 gennaio ore 9.30 di mattina, in pigiama e con la tazza del caffè in mano (e con ancora un po' di alcool in circolazione) mi arriva una telefonata del capo: meeting tecnico/organizativo entro 40 minuti (...).

Ho tanto pubblicizzato la mia nuova creatura StrangerToLight.com e non sono riuscito a pubblicarci nemmeno il primo articolo ("quasi pronto" da un mese).

Rocket e TheAngel ci hanno fatto vedere cosa vuol dire "malattia", anche Giulia si è data da fare devo dire. Mai un momento di respiro.

Spero che le cose si normalizzino perchè se continua così Natale arriva troppo in fretta!

lunedì 14 gennaio 2013

StrangerToLight.com è online!

Finite le feste si riparte di slancio!
Vi dirò, si poteva anche con un po' meno slancio eh... Il 2 gennaio alle 9.30, il capo mi chiama per una riunione d'inizio anno... ero ancora in pigiama e con il caffè in mano!

Ma si, non c'è tempo da perdere. E modestamente noi Piccoli Vichinghi non lo perdiamo MAI.

L'anno scorso vi avevo vagamente buttato lì che stavo lavorando sodo su tante cose, e vi ho promesso che vi avrei detto tutto. Si si, è arrivato il momento.

Un libro in vendita sia stampato che in ebook, un sito nuovo in cui infilare tutte le mie idee, e una start-up che le trasformerà in oggetti veri, cose da toccare. Non perchè sia stufo del software, ma perchè si possono costruire cose che servono veramente.

Sono un'insieme di idee che mi sono venute al parco con i bambini, in spiaggia sotto l'ombrellone, o durante le notti insonni di TheAngel. Ma sono tutte idee ben collegate tra loro.

Avevo un po' di timore ad espormi così tanto, e un po' ne ho ancora. Su StrangerToLight.com parlerò di me molto di più che in questo blog, ma se si vuol ballare bisogna scendere in pista... e se permettete io di piste me ne intendo!

Il nuovo logo deriva da quello della mia vecchia azienda, la IRIDE, opportunamente modificato, ma i contenuti sono tutti nuovi.

Un primo suggerimento me lo ha dato involontariamente Anna, una nostra cara amica e attenta (quando le sue 2 furie glielo permettono) lettrice di questo blog. In StrangerToLight.com inizierò a postare un mini corso di fotografia per comuni mortali e per persone più esigenti.

Una sezione sarà dedicata ad un dispositivo attualmente in fase di studio e progettazione, un prototipo dovrebbe essere pronto per giugno 2013.

Voglio anche inserirci una sezione sui disabili visivi. Sul perchè un disabile visivo poi dovrebbe fare fotografie interrogatevi voi stessi.

La cosa interessante è che ormai noi siamo "multicountristi" quindi il sito è in 3 lingue, a dire la verità lo scrivo in inglese e poi lo traduco in italiano e in svedese (magari...). E su questo essere "multicountristi" dovrò scrivere qualcosa a breve.

A voi dungue: StrangerToLight.com