giovedì 23 dicembre 2010

Elefanti rosa

Pensavo che nulla potesse esserci di più massacrante di un bimbo di 2 anni.
Invece, il party aziendale natalizio… No dai in realtà è stato quasi tranquillo… quasi.
Il programma della serata era chiaro: ci si trova qui alle 1800 (eighteen-hundred), si gioca con la WII, si beve come "maniacs" poi si va a mangiare.

Ora, il rapporto tra gli svedesi e l'alcool è particolare, ma io sono italiano e quindi non sono proprio uno sbarbatello. Un'antica leggenda narra del branco di bisonti che corre più veloce man mano che le bestie più deboli muoiono, e il parallelo con le cellule più logore del tuo cervello che ammazzi bevendo alcool viene facilmente. La morale? Dopo che hai bevuto come un alcolista anonimo il tuo cervello funziona meglio.

I problemi iniziano quando hai a che fare con i tuoi colleghi, aggiungere alcool alle già profonde deformazioni professionali significa aprire il vaso di Pandora.
La presenza del Big Boss ha amplificato (se possibile) gli effetti. Tutti hanno cercato di bere più di lui… ehm… credo.

I discorsi hanno iniziato ad andare sul tecnico spinto, e sono saltate fuori delle idee e delle soluzioni tecniche molto sofisticate. Nuove funzionalità per il prodotto di punta dell'azienda. Certo in alcuni casi ci siamo resi conto che si parlava di Star Trek, ma per altre cose i numeri c'erano tutti.

Beh potete immaginare come è andata a finire la serata suppongo. Ma quello che non potete immaginare è l'evoluzione.
Si, perchè il lunedì seguente, questi disgraziati (che cari), hanno ben pensato di organizzare una bella riunione tecnica.

Di lunedì mattina.

In svedese.

Cercando di ricordare i dettagli tecnici immaginati da mezzi sbronzi, mentre si beveva ulteriormente.

Beh che dire. Se non pensi ad un po' di fantascienza non farai mai innovazione.
Inoltre, anche Dumbo, l'elefantino volante di Walt Disney, se non avesse bevuto il vino accidentalmente, non si sarebbe mai accorto dei suoi poteri (c'è un film-documentario del 1941 che lo prova!).

Quindi, visto l'appropinguarsi delle festività natalizie, consiglio a tutti di festeggiare e divertirsi alzando un po' il gomito.

Tanti auguri… Hic!!!

venerdì 17 dicembre 2010

Stranieri alla terra

L'ultimo post era pericoloso, lo ammetto, la prova sono i pochi commenti a differenza del numero di lettori. Ok, nessun problema. Cambiamo registro per oggi.

Ieri, giornata da fantascienza, il cielo color grigio scuro metallizzato con riflessi tipo "arrivano gli alieni". La luce scaturisce dal terreno innevato, bianchissimo. Una bufera di neve spruzza fiocchi dappertutto, te li schiaffa dietro le orecchie, te li infila nelle tasche della giacca. La cosa strana è che fa caldo. L'impressione che hai almeno è questa. Cosa vuoi che sia ormai -1?

Oggi è una giornata molto più "lagom". La luce è strana, diffusa, il cielo e la terra hanno quasi lo stesso colore grigetto avio. Continua a nevicare ma con un venticello leggero, i fiocchi ti arrivano addosso con gentilezza, quasi a salutarti, ad augurarti il buongiorno.

Appena esco di casa sento i soliti corvi, inquilini del nostro boschetto, che si offendono tra loro. Ma non se ne vanno mai questi? Inizio a camminare nella neve fresca e morbida verso il parcheggio. Ad un tratto un grido lontano mi blocca. Sembrava una civetta. Mi fa ricordare la "nostra" Civetta, nel nostro piccolo paradiso in italia. Quella che di notte veniva ad appollaiarsi sul nostro albicocco, vicino la nostra camera da letto. Veniva a fare la guardia, a controllare che tutto andasse bene, e quando c'era lei noi ci sentivamo felici e protetti.
Ma una civetta… qui? Ora? No probabilmente mi sono sbagliato, forse erano i bambini dell'asilo.
Tendo l'orecchio, ecco, un altro urlo di bestia. Si sono i bambini dell'asilo, stanno facendo casino.

Ok, andiamo, l'ufficio ci aspetta.

La città è "sporca". Mucchi di neve ammonticchiati quasi distrattamente in parte alle strade. Si vede che ieri ne è venuta giù parecchia, gli spazzaneve hanno liberato grezzamente le strade, oggi e domani spianeranno e sistemeranno tutto.

Arrivo vicino al mio ponte, dove mi fermo sempre a guardare la cascata, che ogni giorno ha un colore diverso. Qui la zona è un po' più aperta, il vento più teso mi spruzza un po' di neve in faccia. Un gabbiano passa ad alta quota sopra le case, lo sento più che vederlo.

Hej, gabbiano, per volare oggi devi essere proprio appassionato come Jonathan!

Non faccio in tempo a finire il pensiero che si abbassa e mi passa davanti con una lenta virata in scivolata d'ala, bellissima. Continua a scendere come un aliante e passa sopra lo specchio d'acqua grigio scuro, quasi nero in contrasto con la neve sulle rive.
Un colpo d'ali, una cabrata, e via, scomparso.

Che invidia!

domenica 12 dicembre 2010

Libertà d'espressione

Qui in Svezia non succede MAI NIENTE. Tanto che si pensava con degli amici di importare notizie dall'italia per venderle ai giornali locali…
Certo che non fai in tempo a pensare ad un business che ti scombinano le carte in tavola o ti fottono l'idea.

La notiziona del giorno è l'attentato di Stoccolma. Finalmente qualcosa!

L'attentato ha fallito l'obiettivo primario: un morto (l'attentatore) e due feriti (poveri, due sfigati che passavano di là).

Come al solito quando non si deve partire alla guerra contro qualcuno, la polizia dice che si tratta di un caso isolato. Lo capisco, so come interpretare la polizia, sono italiano mica per niente. E' solo un tizio mezzo matto, e non c'è un gruppo di invasati attorno a lui che vanno in giro a farsi saltare per tutta la Svezia con un piano organizzato.
Tuttavia, questo tizio isolato ha raggiunto dei risultati notevoli per aver fatto tutto da solo.
Li capisco, devono pararsi il culo.

Ora. Va bene tutto. Sono italiano, questo significa che la mia mente è talmente flessibile che le regole diventano dinamiche. Va bene procurarsi dell'esplosivo, dopo tutto tra poco è capodanno. Va bene portarlo a Stoccolma, che è l'unica città che conta qui. Va bene dire al mondo "sono incazzato" facendosi saltare in aria (accettiamo anche questa dai). Ma poteva essere pericoloso! E se passavo con la macchina gialla e un frammento mi graffiava la carrozzeria?

E poi perchè?

L'attentatore ha lasciato un messaggio ai musulmani in Svezia dicendo roba tipo "Fermate le umiliazioni a cui siete sottoposti e partecipate al Jihad sulla via di Allah" più altre cose sull'intervento militare in Afghanistan e sulle vecchie vignette satiriche su Maometto e sull'Islam.

Ma qui… in Svezia… si può sapere dove stanno gli arabi umiliati?

Mi guardo in giro.
1. Dove studio (sto facendo il corso di lingua per stranieri del comune, gratuito per gli stranieri) metà degli studenti sono arabi. Molti di loro prendono anche dei bei soldi dallo stato, avendo lo status di rifugiati, perchè provenienti da zone di guerra o altro.
La squola è davvero molto grande, 3 piani, e a volte si fa fatica a trovare un'aula libera. I corsi sono tanti e serrati, via un gruppo ne arriva un'altro. Tanti sono gli insegnanti. La struttura è buona, meglio della media delle squole in cui ho studiato devo dire. È ovviamente riscaldata (bisogna dirlo, perchè il mio vecchio liceo di Padova a volte non lo era…), mette a disposizione sale computer, libri ecc.

2. Se vuoi mangiare qualcosa di buono o ti mangi un bel kebab dagli arabi o provi ad andare da Max, (che è la copia di MerDonalds quindi meglio non troppo spesso che poi ti prendono i sensi di colpa).

3. Il commesso di MediaMarkt che mi ha venduto la tv era arabo, ed era tecnicamente preparatissimo, e pareva lavorare con passione. Come lui ce ne saranno altri.

Io non credo che questa gente abbia voglia di fare casino per il gusto di farlo. Qui alla fine si sta bene. Cosa c'è non gli va bene il freddo? Via gli abiti tradizionali in inverno, usate il Gore-Tex!

Forse quelle sull'umiliazione erano parole solo per riempimento. Fuffa la chiamo io.
Andiamo avanti a leggere i motivi. Rimangono i soldati in Afghanistan e le famose vignette satiriche.

I soldati svedesi in Afghanistan sono 500. Figurati, 500, e non credo vadano in giro a bombardare matrimoni e villaggi per sport nazionale come gli Yankee.

Restano le vignette.

Gli "artisti" si difendono dietro la libertà d'espressione. Questo è un concetto un po' delicato. Vediamo se riesco a piazzarlo in un discorso serio.

La libertà d'espressione è una cosa importante. Ma come si integra nel mondo moderno? Oggi c'è la possibilità di dire tutto e il contrario di tutto e farlo girare su internet. È giusto farlo senza nessuna regola?

Personalmente credo che le barzellette sui carabinieri, quelle sui preti, quelle sporche, quelle sui terroni, quelle in genere sui gruppi rivali (interisti-milanisti, carnivori-vegetariani, livornesi-pisani, un italiano un francese e un tedesco, svedesi-norvegesi, scapoli-ammogliati, etero-homo, cristiani-ebrei, la lista e' infinita!) siano sacrosante. L'importante nella vita non è lavorare, ma RIDERE!

Però… c'è qualcosa che stride tra i miei pensieri, e non so cos'è.

Finchè lo spirito è quello buono va tutto bene. Quello che non si deve toccare sono i sentimenti dei singoli, non puoi andare a parlare di corda in casa dell'impiccato e sperare che ti offrano ancora il caffè in futuro.
Tolto questo tutto è lecito?

E' anche vero che a volte discutendo di inter-milan qualcuno ci ha lasciato la pelle. "È un caso isolato, di solito non succede". Ok.
Il fatto è che non mi pare ci siano barzellette tipo croati-serbi, ebrei-palestinesi. Sono conflitti aperti, e molto delicati, su cui non è il caso di scherzare al bar, rischi che ti prendi una coltellata.

E poi un'altra cosa.
La libertà d'espressione è una cosa potente e pericolosa. Ma va utilizzata democraticamente altrimenti c'è qualcosa che non funziona.

Esempio:

Se io scrivo una cazzata sul mio blog e invio il link ai miei amici, tutti quelli che la riterranno interessante/divertente magari la invieranno ai loro amici e così via. La mia cazzata si diffonderà commisuratamente alla sua qualità.
Questa è una diffusione democratica della cazzata… ehm volevo dire… dell'espressione.

Ma se il mio blog fosse il sito ufficiale di una testata giornalistica, allora avrei delle responsabilità maggiori. Non potrei inventarmi un articolo su uno dei miei amici e pubblicarlo in prima pagina. Non è giusto! Si, lo so che in italia ormai va di moda fare così…
A meno che quello che sto scrivendo non sia effettivamente VERO, supportato da prove (magari vere) non posso pubblicare una cosa che leggono 10 milioni di persone, e ne offendo la metà SOLO PER IL GUSTO DI FARLO!!!! Questo mio amico o questi 5 milioni (mi sorge il dubbio) avranno qualche diritto di alzare la voce.

QUINDI ora mi chiedo: ma quei due rincoglioniti che hanno disegnato quelle vignette su Maometto, non potevano semplicemente dire "beh… no… scusate… era solo per ridere, non volevamo offendere nessuno" anzichè dire all'americana "noi abbiamo il diritto di dire tutto il cazzo che vogliamo"?

Non so come mai ultimamente mi sento anti democratico.

Per favore, adesso non mettete barzellette al posto dei vostri commenti… :-D

venerdì 10 dicembre 2010

Pensierini

Pensi sempre di averle viste tutte.
Ma quando apri il giornale e vedi che:

hanno rilasciato Sakineh ma probabilmente è solo per fare ulteriore propaganda sulla sua colpevolezza;

hanno arrestato Assange e gli hanno rifiutato la cauzione come fosse un serial killer (che poi lui non ha rivelato nulla che non si sapesse già…) forse perché qui in Svezia non aveva bevuto abbastanza prima di farsi una;

la Cina dice che gli USA sono dei prepotenti e che il mondo è contro il Nobel a Liu, il quale resterà in carcere fino a che non ammetterà di essere Batman;

niente popo' di meno che Putin dice che l'arresto di Assange è antidemocratico;

l'unico paese in Europa che non ha problemi di crescita economica sembra essere la Germania, ma Angela Merkel sembra sperduta nelle sue paturnie di tristezza, forse deve fare della psico-terapia per far partire un paio di fuochi d'artificio;

gli studenti hanno attaccato la macchina di Carlo e Camilla, probabilmente per la disperazione (ma la Gelmini ha fatto la riforma anche in Inghilterra?);

Sarkozy voleva andarsene in vacanza in India, ma si è comprato un aereo troppo grosso, e gli hanno detto "i nostri garage per elefanti sono troppo piccoli", ovviamente il tutto a spese del contribuente francese che per certe cose è stupido come quello italiano ma si pensa più GRANDE;

Berlusca a spese del contribuente ha fatto di tutto, da affari internazionali a donne più o meno gnocche, anzi tra un po' a spese dell'italiaco manderà anche il Papa in vacanza in Russia, così non vedrà le scappatelle di Natale;

l'iPhone 4 tra i vari bug, è mancante di un buchino per l'aggancio di un Winnie Pooh, (io consiglio l'uso di un Black & Decker);

l'emergenza rifiuti di Napoli continuano a chiamarla Emergenza Rifiuti, ormai dovrebbero registrare il marchio;

i grandi del mondo, Bush, Blair, Eltsin, Putin, Sarko, il nostro simpatico nanetto ecc. sono tutti uguali alla fine. Si fanno i cazzi loro, trombano come ricci a spese del contribuente, al quale ovviamente arriva sempre nello stesso posto. Diciamolo, non è mica un problema solo italiano il Bunga Bunga;

no ma dico, con che coraggio attacchi una Rolls Royce con un principe dentro? c'è il rischio che si graffi la carrozzeria! Razza di criminali…

qualcuno crede che quei poveracci che se ne vanno via dall'Italia in cerca di fortuna sono dei falliti, che in italia non sono riusciti a farsi una posizione forse perchè hanno sbagliato a studiare economia, medicina, chimica, ingegneria, forse ha ragione. Dovevano nascere tutti figli di papà e andare a fare shopping e basta;

Rocket questa notte si è svegliato 13 volte
3 votte voleva il ciuccio, 2 la mamma (che dormiva pero') 4 voleva il papà (che prontamente è sempre intervenuto), una volta voleva lacopertina che aveva scalciato via, poi le altre non so, non gliel'ho chiesto;

A volte mi piacerebbe sapere cosa c'è da salvare di questo mondo.

Forse l'alcool? Forse la gnocca?

Domani sera festa aziendale, mi prendo una crosta di quelle…

lunedì 6 dicembre 2010

Io, io, io!

È accaduto: il piccolo guerriero è passato attraverso lo specchio. È una pentola in ebollizione, un calderone magico da cui non si sa che cosa verrà fuori. Apparentemente senza preavviso, nel giro di una settimana ha fatto un balzo in avanti nella sua concezione del mondo.
Sabato eravamo in auto dopo essere passati in un negozio, lui sedeva come al solito sul seggiolino.
Dico a Marco: vuoi che ci fermiamo a mangiare? Io non avrei molta fame. Marco risponde: neppure io ho fame. Da dietro giunge la voce offesa di Richi: IO ho fame! - Che cosa ha detto? Ha detto che ha fame? - Ci siamo guardati: e da quando parla in prima persona?
Richi, hai fame? - IO ho fame, mamma, vojo pappe!
Be' che dire... ci siamo fermati a mangiare.
Nei giorni seguenti l'io è ricomparso sporadicamente e come casualmente nei suoi discorsi, ma continuava per lo più con i soliti: Riccaddo pende bil da corsa, Riccaddo mette teno binaio: ciuf ciuuuuf!
Stamattina mentre faccio colazione viene da me tutto eccitato come se avesse scoperto un gioco nuovo e si mette a urlare: IO, IO, IOOOOO! Lo guardo stupita e lui mi spiega molto seriamente: Io si chiama Riccaddo! (dieci secondi canonici si scioglimento materno, vieni qui che ti riempirei tutto di bacetti)... Amore, si dice io mi chiamo Riccardo. UHM mi fa tutto soddisfatto e annuendo con aria decisa. Poi corre da Marco e gli urla: Io MI CHIAMO Riccaddo! Io MI CHIAMO Riccaddo! - Poi di nuovo tutto serio gli spiega: IO mi chiamo Riccaddo, tu si chiama Papà.
Coccolo, quante feste gli abbiamo fatto!
Sembrerà ridicolo, tutti i bambini prima o poi ci arrivano, non è mica Einstein. Ma sono ancora tutta emozionata. Perchè non è questione di correttezza lessicale (tra l'altro è mediamente indietro con il linguaggio, colpa del bilinguismo immagino) e nemmeno di sviluppo cognitivo. È proprio una tappa emotiva nuova. Sono convinta che l'uso dei pronomi marchi un modo diverso di percepire sè stesso e la realtà. Ormai capisce tutto dei discorsi che facciamo, è possibile spiegargli le regole e il loro perchè. Riesce a fare collegamenti fino a poco tempo fa impossibili (prima mangi la cena e dopo giochiamo con il trenino - la mamma è arrabbiata perchè hai dato le botte al tuo amico). Ora ha preso coscienza del fatto che esiste un IO distinto e separato: "IO mi chiamo Riccaddo"... il taglio del cordone ombelicale è definitivo, inizia l'esplorazione in solitaria di un mondo sempre piú grande e complesso.
Auguri, piccolo guerriero!

venerdì 3 dicembre 2010

Poesia del mese

La notizia è che, con la spedizione da poco arrvata dall'Italia, siamo finalemnte rientrati in possesso di alcuni oggetti preziosi. Il corredino da neonato di Richi, con i bavaglioli ricamati a mano dalla nonna. La carrozzina che servirà per il prossimo. Un po' di scarpe e vestiti, due scatoloni di lettere, cartoline e ricordi... e sopratutto i nostri amati libri, abbandonati (a parte alcuni sceltissimi esemplari) al momento del trasloco in macchina dell'anno scorso.
E così posso sedermi la sera sul nostro morbidissimo divano usato-nuovo (ebbene sì, è arrivato anche quello, comprato sul Portobello svedese: Blocket) e divertirmi a sfogliare e ritrovare tanti ricordi...

Allora ho pensato di proporvi una collezione delle poesie che mi piacciono e mi fanno pensare, una al mese... e se siete allergici alla letteratura e il solo vedere un testo in versi vi fa venire l'orticaria... potete sempre girare al largo :D!

Nell'arca

Comincia a cadere una pioggia incessante.
Nell'arca, e dove mai potreste andare:
versi per una sola voce,
slanci privati,
talenti non indispensabili,
curiosità superflua,
afflizioni e paure di modesta portata,
e tu, voglia di guardare le cose da sei lati.

I fiumi si ingrossano e straripano.
Nell'arca: chiaroscuri e semitoni,
capricci, ornamenti e dettagli,
stupide eccezioni,
segni dimenticati,
innumerevoli varianti del grigio,
gioco per il gioco
e tu, lacrima del riso.

A perdita d'occhio, acqua e l'orizzonte di nebbia.
Nell'arca: piani per il lontano futuro,
gioia per le differenze,
ammirazione per i migliori,
scelta non limitata a uno dei due,
scrupoli antiquati,
tempo per riflettere,
e tu, fede che tutto ciò
un giorno potrà ancora servire.

Per riguardo ai bambini
che continuiamo a essere,
le favole sono a lieto fine.
Anche qui nessun altro finale va bene.
Smetterà di piovere,
caleranno le onde,
nel cielo rischiarato
si apriranno le nuvole
e saranno di nuovo
come si addiceva alle nuvole sugli uomini:
elevate e leggere
nel loro somigliare
a isole felici,
pecorelle,
cavolfiori,
pannolini
-che si asciugano al sole.

Wisława Szymborska, Gente sul ponte, 1986, trad. it. Pietro Marchesani, Libri Scheiwiller, Milano 1997