mercoledì 27 luglio 2011

Le schifezze da dietro le quinte

Sono sulla rotta di Spider Truman. Può essere o meno un fake, non importa, ma su una cosa ha ragione, Spider Truman è ovunque.

Nelle stanze dei bottoni non ci sono solo i Grandi Comandanti. Ci sono sempre tutta una serie di subordinati, galoppini, sbarbatelli stagisti che fanno il lavoro manuale deciso dai Grandi Comandanti.

Certo nessuno sputa nel piatto dove mangia, quindi è anche comprensibile che finchè uno è un lavoratore in una di queste stanze dei bottoni lavora e sta zitto. Deve essere perquesto che tanto dello schifo non viene mai fuori... non che quello che è venuto fuori sia poco comunque.

Circa dieci anni fa ho avuto anche io un assaggio.

All'epoca avevo una mia piccola ditta di informatica (piccola a tal punto che la sede operativa era nella mia camera da letto, a casa dei miei genitori).
E' stato divertente, essere startup con poco.

Tramite ex colleghi e personaggi che gia sapevano come lavoravo, vengo presentato ad una azienda come consulente per un progetto GROSSO.
Il cliente finale è l'Autorità per le Garanzie della Comunicazione (AGCOM).
Il progetto in questione è il Registro Operatori di Comunicazione (R.O.C.).

Si tratta di una grande banca dati in cui dovranno essere registrate tutte le aziende che si occupano di comunicazione (giornali, radio, tv...). Tutte queste aziende dovranno comunicare regolarmente (una o due volte l'anno) una serie di dati socio- economici, assetti societari, bilanci, composizione dei bilanci (quanto dalla pubblicità, quanto dalla vendita dei giornali...) ecc.
Tutto questo per tenere monitorato il mondo delle comunicazioni italiano.
Per garantire.

Per garantire chi? Per garantire il Cittadino Italiano, che con le sue tasse paga fior di soldi a tutti i membri dell'AGCOM, che si trova a Napoli in un grattacielo in affitto a non mi ricordo più quanti soldi, e probabilmente paga un extra per un bel po' dei dipendenti ex-ministeriali (Roma-Napoli...).

Devo dire la verità era un bel progetto. Con tante problematiche da risolvere. Circa 6 anni uomo (leggi 6 persone per un anno), molto complesso.

Il lavoro è stato ben fatto, il cliente è rimasto molto contento.

Ci sono un po' di cose al contorno che però lasciano pensare.

Dovete sapere che il vincitore della gara d'appalto per la creazione del Registro era InfoCamere. È questa una gran bella azienda, che serve tutte le camere di commercio d'italia per tutti le loro esigenze informatiche. A partire dal Registro Imprese per finire ai sistemi di firma elettronica.
Se le Camere di Commercio hanno bisogno di un software lo chiedono ad InfoCamere. Perchè? Perchè InfoCamere è di proprietà delle Camere di Commercio. È nata apposta.

Sorvoliamo sul subappalto del subappalto (la condizione in cui lavoravo io come responsabile tecnico e coordinatore dello sviluppo...).

Ora, mentre "costruivamo" il Registro Operatori di Comunicazione, il Cliente (AGCOM) chiese una funzionalità banale, che però nemmeno le Camere di Commercio possedevano.
Le società che fanno comunicazione devono dichiarare gli assetti societari, ovvero chi sono i soci che detengono le quote societarie.

Per capire CHI possiede COSA l'AGCOM chiese di poter navigare tutti gli assetti societari come fossero un albero genealogico, tutti collegati l'uno all'altro. Una interfaccia semplice che fa capire CHI ha più influenza nel mondo della comunicazione, CHI possiede la maggior parte di giornali, tv, radio ecc, anche se questi sono disseminati in aziende separate.

Quando l'AGCOM chiese questa cosa pensai che il loro direttore era una persona veramente seria, che ci metteva davvero impegno nel suo lavoro al servizio del Cittadino.

Questa funzionalità all'epoca non era disponibile nelle Camere di Commercio, perchè "altrimenti si scoprono le scatole cinesi" (parole del mio referente interno ad InfoCamere).

E inutile che vi venga a raccontare i risultati delle statistiche dopo che erano stati raccolti i primi dati. Credo possiate immaginarveli. La sorpresa era che a LUI facevano capo tutta una serie di piccole televisioni locali che non mi sarei immaginato, oltre le solite GRANDI.

L'anno seguente la fine del progetto, Berlusconi era da poco risalito al trono, e evidentemente non gradendo i dati che venivano dall'Istat, dall'AGCOM e da altri enti governativi, commissariò un po' tutto. Mandò i suoi scagnozzi uomini in giro a spiegare ad esempio all'Istat come si dovevano fare i conti per calcolare l'inflazione.
All'AGCOM venne data della consulenza speciale, per far capire loro che NON ERA VERA la posizione di dominanza elaborata dai loro sistemi.

Fu così che i Comuni, e altre entità, quali POSSESSORI di cartelloni pubblicitari (che affittavano per pagare ad esempio la manutenzione delle strade, ad esempio quindi l'ANAS) erano anch'essi "Operatori di Comunicazione", e dovevano pertanto essere iscritti al suddetto Registro.

Praticamente veniva fuori che se Berlusconi (dico per fare un esempio) possedeva tipo 1000 tra tv, radio e giornali, allora l'ANAS aveva tipo 10.000 cartelloni pubblicitari stradali.

In questo modo la posizione di dominanza del cavaliere veniva mitigata, e l'AGCOM si ridusse ad un organo impotente, che non disse più nulla.

Fine della storia.

"Che c'entra con la casta e Spider Truman?"
"Niente... ma fa capire come viene preso per il culo il Cittadino."
"Si, come se ci fosse bisogno..."

lunedì 25 luglio 2011

Tripudio di miccette ROARR

Berlusca lo aveva detto: nuova strategia, meno tv più internet.
Nemmeno 3 giorni e mi trovo un adsense in giro tra i blog:
"Sei di centro destra? Sostieni il popolino delle libertà, iscriviti alla newsletter".
Cioè... mi viene istintivamente da vomitare. Cazzo, in italia non guardavo la tv per scelta. Ora vivo fuori dal paese e mi godo di non dover vedere nemmeno i titoli dei giornali "per sbaglio" davanti il giornalaio... E mi trovo 'sta roba mentre cazzeggio?

Questa è disturbo della MIA PUBBLICA QUIETE!

Soppresso il primo conato, provo a guardare se magari non si tratta di una barzelletta... beh... pensiamoci... "iscriviti alla newsletter" cosa ci metteranno dentro quella newsletter? Le foto dei festini del presidente del consiglio? O le ultime barzellette che ha raccontato in anteprima con i Leader Mondiali?

Che faccio mi iscrivo?

sabato 23 luglio 2011

Gravità zero e vuoto assoluto

Sto spingendo Rocket sull'altalena. Lui ride quando lo spingo forte e mi incita di più. Gli piace arrivare fino al punto morto, quello dove rimane senza peso, staccato dal seggiolino per circa un secondo...
Senza peso.

Gravità zero, come nello spazio.
Nello spazio c'è il vuoto, come nella testa di quel folle norvegese.
Folle? Oppure semplicemente un coglione? Non era un pazzo, ha progettato le cose con cura e si è comportato come se le cose che faceva non avessero gravità.

Non ci sono parole per descrivere quello che si prova. Guardo mio figlio che ride e penso a tutti quei morti. Morti per cosa poi?

Il deficiente che per ora sembra essere l'unico responsabile degli oltre 90 morti è un Cristiano Integralista.
Il suo amico, quello che lo scorso dicembre si è fatto saltare in aria in centro a Stoccolma, beh no... lui era un Islamico Integralista.

Ora mi chiedo, se questi cari Integralisti si trovassero in zone opportunamente attrezzate e insonorizzate (oppure in pieno deserto) con tutto il necessario supporto (corsi di uso e manutenzione delle armi, fabbricazione artigianale di bombe e affini, corsi di sopravvivenza, spionaggio ecc) e SI SPARASSERO PER I CAZZI LORO lasciando in pace la gente che nonglienefreganiente... NON STAREMMO TUTTI MEGLIO?

Breivik aveva citato la frase "Una persona con un credo ha altrettanta forza di 100.000 persone che non hanno interessi". È una bella frase non c'è che dire.
Solo che è la frase di un filosofo, e la Filosofia è una disciplina di cui bisogna dubitare dall'inizio alla fine. Si fregia di belle parole, ma queste parole non hanno mai significati assoluti. Le tesi devono sempre essere molto contestualizzate.

Io gli vorrei rispondere "un uomo solo con gli strumenti giusti può facilmente distruggere una casa, ma quanta fatica fa per costrurla?".
E poi se proprio vogliamo fare i precisi, credo che 100.000 indifferenti che girano per la strada guidando magari dopo aver bevuto, o drogati, o telefonando, o magari nulla di questo ma hanno paura di fermarsi a prestare soccorso... beh... credo che abbiano fatto ben più vittime in italia.

Sei grande e grosso, perchè non sali sul Tatami con tutti i tuoi ideali e non provi a fare un kumitè contro 100 avversari? A mani nude! Coraggio!

La stupidità degli estremisti, di destra, di sinistra, religiosi è proprio la stessa in tutto il mondo.

giovedì 21 luglio 2011

Istria 2011

Ci è voluto un po', ma mi sono ripreso dalle ferie.
Eh sono state belle, quasi mi pare di averle sognate…

Come ho accennato nel mio post precedente era la nostra prima vera vacanza da diversi anni anni. Prima Rocket appena nato che non ci faceva dormire e le nostre pseudo-vacanze-adventure tra Alpi e Appennini, poi un anno siamo stati presi tra due (2) traslochi, poi l'anno scorso abbiamo sbaraccato la casa italiana… insomma, ce n'è stata sempre una. Ma questo giro ci siamo rifatti!!!

Ho preso subito una decisione drastica: niente macbook! Questa volta lo lascio a casa (mai fatto!). Al suo posto piuttosto porto la mia reflex Nikon.
Devo viaggiare leggero, quindi porto un solo obiettivo, il 16-85mm, niente flash, unico accessorio un filtro polarizzante (può' fare comodo sull'acqua).

Il fatto è che si va in vacanza con i fossili con la famiglia di Giulia (nonno Beppe, nonna Laura, e la bisnonna Rita). Sì sì, avete capito bene, quattro (4!) generazioni, da 3 mesi a 92 anni, riunite. Si va tutti insieme in 2 appartamenti adiacenti a Umago, Croazia.
L'idea di base di questa vacanza "affollata" è quella di darsi un po' il cambio con i bimbi in modo da permettere ai nonni di godersi i nipoti, ai genitori di staccare un attimo, e rigenerarsi tutti un po'.

Le occasioni per degli scatti simpatici non mancheranno di certo, il trucco sta nell'avere sempre la macchina fotografica a portata di mano, e magari pensare in anticipo alle condizioni al contorno (che impostazioni uso ora? da dove inquadro? cosa potrebbe accadere tra poco?).
Praticamente mi sono tolto la borsa di dosso solo per andare a dormire.

I risultati ci sono.


Al parco giochi, Rocket fa spettacolo. La sua non è semplice agilità, ma prestanza fisica: ferma la giostrina con 5 bambini su che la stavano facendo girare, poi la fa ripartire e ci salta su al volo… ragazzi, non è mica roba da tutti! Le acrobazie sul toboga, l'equilibrista sul castello… Sono fiero di mio figlio si vede?

Dopo qualche giorno di ambientamento, io e la mia Signora lasciamo la scimmia ai nonni, e armati di sola carrozzina prendiamo il mare con una barca da turisti in direzione Rovigno. Ad onta delle sfavillanti descrizioni del comandante il viaggio è una noia. Tre ore fino a Rovigno. La pupa poppa e sta buona, quasi quasi siamo una coppetta in luna di miele WOW!
Sedute vicino a noi ci sono mamma e figlia russe, ma parlano solo russo, cerchiamo di comunicare a gesti per 2 minuti poi desistiamo.
Rovigno è bellissima, come l'altra volta. Ma l'altra volta eravamo una coppietta in coupé! Quante ne sono successe da allora? Tante… Ancora di più mi diverto a pensare che per quelle stradine tanto tempo fa ci camminava mia nonna, tipo anni '20… Quante ne sono capitate? Gli intrecci della storia mi affascinano.

Facciamo i turisti con tranquillità, ci facciamo qualche foto, torniamo in barca per il pranzo, tutto normale. Pronti al noioso ritorno.

Ad un certo punto la bomba della giornata. La bambina russa ha buttato un po' di pane ai gabbiani mentre la barca si stacca dal molo.
I gabbiani impazziscono, come quelli di "Finding Nemo", hanno capito che da noi SI MANGIA e si mettono a volteggiarci intorno. Volano controvento e cercano di stare alla stessa velocità della barca che nel frattempo accelera. Sono stupendi!

Lascio perdere il pranzo e mi metto a scattare. Sono le 2 del pomeriggio circa, il sole è alto nel cielo limpidissimo, la luce è quasi violenta e passa letteralmente attraverso i corpo di questi uccelli che sono grandissimi in confronto a quelli svedesi. Se li trovi a terra li scambi per oche goffe e pesanti. Ma in volo… WOW!!! Uno spettacolo, quelle ali magnifiche rimangono ferme a fendere il vento.

Jonathan Livingston è davanti ai miei occhi in tutto il suo splendore e il suo talento di pilota.
È così vicino che non serve nemmeno il teleobiettivo. È troppo veloce e rischia di superarci, lo ammiro dal mio oculare mentre scatto, e mi godo di come curva le ali per frenare e rimanere proprio accanto a me.

Accanto a me, sì! Perchè accanto a me c'è il distributore automatico di pezzetti di pane sotto forma di bimbetta russa! Se c'è un altro appassionato di fotografia sulla barca in questo momento schiatta a guardarmi.

Sono eccitatissimo, ma devo controllarmi (quante foto ho rovinato per non aver mantenuto la concentrazione! sob!!!).
Imposto l'otturatore su 1/1000 sec, diaframmo 11, 400 ASA. Il gabbiano e quasi fermo ma il vento lo fa beccheggiare e rollare… non voglio che vengano mosse!!!
La luce che passa attraverso le penne le illumina ed evidenzia tutti i particolari.
Ad istinto sento di aver fatto un buon lavoro, e dentro di me so già che farò un poster con una di queste foto.
Torniamo a casa alle 7 di sera, stanchi e rimbambiti dal dondolio della barca ma felici come bambini.


La vacanza prosegue, bagni, giochi d'acqua, barbecue, un Malvasia che ci strega…
Tra le scene memorabili: Rocket "telefona" tutti i giorni a Nina, il suo primo amore, bimba italo-russa figlia dei nostri amici italo-russo-svedesi.
Poi, una volta che stava giocando con paletta e secchiello arriva una pupetta russa di circa 2 anni e cerca di prendergli una formina, lui si arrabbia e dice "no è mia!", cerco inutilmente di convincerlo a prestare i suoi giochi, finchè mi viene l'illuminazione "Ricky, questa bimba è un'amica di Nina!" hanno giocato insieme per un'ora.

Altra scena epica quando il nonno senza dire niente a nessuno ha preso la sorellina dalla carrozzina ed è andato a farsi una passeggiata. Rocket si è arrabbiato tantissimo e voleva andarlo a cercare per riportare indietro "la pupa". Poi quando il nonno è tornato gli è andato vicino a muso duro e gli ha detto "Nonno, la sorellina è MIA, non TUA!".

I giorni scorrono troppo veloci in vacanza, cerchiamo quindi di goderci tutto il possibile. Con la collaborazione dei nonni (degli angeli in terra bisogna dirlo) io e la mia dolce metà riusciamo a farci anche 2 cenette romantiche.
Un giorno andiamo a fare shopping (che vacanza è senza lo shopping?), e mentre siamo in giro mi guardo un po' intorno. Pochissimi turisti italiani. La maggior parte vengono dalla Germania, dalla Scandinavia, dalla Russia e dall'Europa orientale. Tutti gran macchinoni. Mi viene da pensare che gran parte di questi tizi una volta andava in italia, e adesso invece trovano più gentilezza, più servizi, più economico venire qui.

Parlo volentieri con un negoziante di Umago, molto simpatico, lui ha dei parenti in Svezia pensa un po'… Parliamo della Svezia e dell'Italia. Mi racconta di come lo trattano quando va a Trieste a fare spese, e io gli racconto di come sono stato trattato io mentre parlavo inglese con un amico americano (quindi scambiato per turista straniero) a Venezia, la mia città natale. Entrambi trattati di merda. Ci guardiamo negli occhi e mandiamo in culo il bel paese. Gli ho comprato un veliero di legno.

Sabato 9 luglio. Troppo presto arriva il momento di partire, ma faccio in tempo a vedere Rocket che impara a nuotare a cagnolino (con i braccioli eh…).

In macchina da Umago a Padova abbiamo la seconda disavventura con l'area di servizio, ne ho già parlato nel post precedente non voglio ripensarci. La prima identica disavventura l'avevamo avuta all'andata in un posto differente.
Voi mi direte: checcazzo vuoi trovare in autostrada? Accontentati...
Sono viziato va bene? Ho visto posti dove avevano anche il minizoo oltre al parco giochi, e in Croazia (posto sottosviluppato eh…) sembrava di essere in Svezia! Alla faccia della settima potenza industriale del mondo. Sorvoliamo che è meglio.

Divertente il nostro piccolo campione che non potendosi muovere fa sempre domande.
R: "Dove siamo?"
Io: "Al casello dell'autostrada".
R: "Perché?"
Io: "Perché sono tutti fermi e noi ci mettiamo in coda."
R: "Perché?"
Io: "Perché bisogna pagare il pedaggio".
R: "Perché?"
Io: "Perché siamo in italia…"

In perfetto orario sulla tabella di marcia riusciamo a trovarci con i nostri vecchi amici che non vedono la nostra famiglia al completo da quasi 2 anni. Ore magnifiche tra battutacce, intrattenimento pupi e strizzatine di pancia.

Nel tardo pomeriggio ci trasferiamo dai soliti nonni (che ci sopporteranno anche la notte perché il nostro aereo parte domenica). Santi si.

Per una autentica botta di culo riesco a rimediare un appuntamento con mia sorella. Lei sapete è impegnatissima, soprattutto da quando è tornata single.
Impossibile starle dietro. Lavoro, palestra, spiaggia, spritz, concerti, feste, shopping, preparazioni… tutto uno.

Ci si vedeva troppo poco già quando vivevamo a pochi km di distanza, figuriamoci adesso.

Mi passa a prendere a casa dei suoceri, con la sua Lancia Y rombante, cerchi in lega dal 16" e guida sport utility.
Mi ero quasi dimenticato le "corsette" in macchina con lei. ho una leggera paura di morire ("Hej mora, ho 2 figli ricordi?") ma sto zitto, ho una reputazione da mantenere.
La frenata è bella potente, le gomme sembrano tenere molto bene, mi sa che sono da 195 o addirittura da 205, dopo guardo. Il posteriore si scompone un po' sulle rotonde prese "allegre" (tipo chicane) colpa dell'assale rigido probabilmente.
Eh, la Coupè non faceva questi scherzi! Aveva 4 sospensioni indipendenti LEI… occhio a quello… si certo basta superarlo… ma non c'erano sempre i carabinieri qui? Oggi pare di no per fortuna…
Un giro a casa a sistemare 2 cosette, poi di nuovo corsetta fuori per uno spritz con gli amici suoi (eh… bisogna organizzare almeno la prima parte della serata).
Poi di nuovo a casa per la cena. Parliamo di un po' di tutto, Pochi momenti ma intensi.
Rimaledico questo paese che mi ha quasi cacciato. Se ci si potesse vivere in modo solo un po' più facile me ne starei qui, vicino a tutte le persone cui voglio bene, e forse tante cose sarebbero andate diversamente...

Domenica pomeriggio, ultimo saluto all'Italia, ma poco prima di entrare al Marco Polo International Airport, un rumore diverso dal solito ci fa alzare la testa.
Un sibilo acuto, più di un sibilo. Le Frecce Tricolori ci salutano con un paio di evoluzioni sopra l'aeroporto. Rocket le vede e gli dice "Ciao" tutto sorridente, io mi commuovo come sempre…

Ciao italia, alla prossima.

lunedì 18 luglio 2011

L'amico blu

In Svezia non ci sono temporali seri. Purtroppo, perchè al marito e a me piacciono molto i temporali. Probabilmente, il riscaldamento del terreno indotto dal sole non è sufficientemente intenso da causare la formazione di grossi temporali (ora se ho detto una fesseria arriva Gabriele, il mio meteorologo di fiducia, e mi bacchetta).
Una delle tante esperienze nuove di Rocket durante le nostre vacanze in Istria, quindi, è stato il suo primo temporale da che ha coscienza di esistere. È accaduto di notte e i tuoni l'hanno svegliato nel suo letto. Si è spaventato tanto che è venuto a infilarsi nel lettone, tutto tremante, e ci è voluto un po' per rassicurarlo. Tra l'altro aveva appena dovuto rinunciare al ciuccio. Il suo ciucco era stato "perso", o meglio se l'era preso il Topone Grasso che l'aveva piantato nel suo giardino, per far nascere un albero di ciucci per i bambini piccoli.
Comunque, la mattina dopo il temporale il nostro piccolo guerriero si vergognava di essersi spaventato. Ha iniziato a riferirsi al temporale come "il camion gigantesco che sta nel cielo" (se non ci infila qualche cosa con ruote e motore non è contento) e a spiegarci che il camion viene e poi va via.
Stamattina, appena seduto davanti alla colazione, mi fa: "Mamma, è una bella giornata oggi?"
Il tempo è il classico da disperazione estiva svedese: è tutto grigio e piove.
"Non direi una bella giornata, guarda, sta piovendo!" Mi spiace guastarti l'entusiasmo, figlio mio, ma siamo al 58º parallelo il un posto sperduto in mezzo alle alci dove non conoscono l'uso del bidè e dove l'estate dura tre settimane. Ehm, si nota che mi sono alzata male?
"Perchè piove, perchè c'è il temporale?"
"No, amore, può piovere anche senza il temporale"
"Ma il temporale fa la pioggia?"
"Be', sì, fa la pioggia, ma fa anche i fulmini e i tuoni"
"Mamma?"
"Eh?"
"Il temporale è un camion gigantesco che viene quando sono nel letto e io ho paura!"
"Sì, è successo quando eravamo al mare, ricordi?"
"Sì. Quando viene il camion gigantesco e io sono a letto e io ho paura e allora c'è il mio amico e io lo sveglio."
??? "Quale tuo amico?"
"Il mio amico tutto BLU!"
"Come tutto blu?"
"E io sono a letto e ho paura e allora sveglio il mio amico tutto blu e poi dormo con il mio amico sulla pancia!"
"AH. E come si chiama il tuo amico?"
"Si chiama l'AMICO BLU. Quando torna te lo faccio vedere!"

Nota: è probabile non si tratti di un puffo, nè di un marziano. Per Rocket, se ci sono un nero vestito di rosso e un bianco vestito di giallo, saranno "l'uomo tutto rosso" e "l'uomo tutto giallo".

venerdì 15 luglio 2011

Post Traumatic Holiday Disorder

Da quando siamo rientrati dalla nostra vacanza (la prima da 2 anni anzi 3) soffro di disturbi psichici probabilmente dovuti allo scarso addestramento pre-missione, o dal troppo relax durante la missione.

Potremmo chiamarla una sindrome post traumatica da vacanza.

Ogni tanto mia moglie mi sgama con lo sguardo perso nel vuoto e le dico "no niente stavo pensando al lavoro", ma in realtà sto pensando alla piscinetta da 20cm con lo scivolo, e alle cascate del Niagara lì vicino.

Ho paura di viaggiare nuovamente con i bambini in auto, ho paura dopo aver provato l'autogrill italiano: tutto asfalto, nemmeno un'aiuola d'erba, nemmeno un albero o una tettoia a proteggerti dal sole (un caldo allucinante e 2 bambini... dove vado?), nei bar solo posti in piedi (la pupa dove la allatti?) e guai ad intralciare, figurati se c'è il fasciatoio ancora ancora che c'è un cesso (e c'è perché la legge dice che ci deve essere sennò…). Quelle 2 soste mi hanno traumatizzato più della vacanza stessa temo.

Ho voglia di andare in ufficio scalzo o al max in sapocche.
Cerco di usare il mouse come fosse una formina da sabbia, gli do delle bottarelle per far staccare la sabbia umida dalla plastica, poi lentamente lo alzo e guardo sotto sorridendo… delusione.
Quando dal mio tavolo vado verso la macchinetta del caffè cerco di prendere la stradina che passa davanti la barca dei pirati (gioco acquatico del villaggio che stava vicino al bar) ma mi perdo e arrivo da qualche collega.

Sento il rumore del mare, ok ho le traveggole, no è la cascata vicino l'ufficio.
Quando apro il frigo cerco il Malvasia e il Pecorino, inutilmente.
Ogni tanto ho paura che mi arrivi addosso una secchiate d'acqua.
Le barzellette che leggo sui giornali italiani (alias notizie) mi fanno ridere ma con moderazione, il fritto di pesce aveva molta più sostanza.
Ho voglia di un Rombo ai ferri da 2 Kg tutto per me, e con una bella bottiglia di Malvasia fresco fresco.
Le köt bullar non sono cevapcici, ne lo saranno mai.
Se bevo birra in cucina devo ricordarmi che non sono a bordo piscina, se muovo i piedi sbatto contro la gamba del tavolo.
Ieri ho fatto un giro al supermercato e non ho trovato lo scaffale del vino.

Cerco di sopperire alla mancanza dei ritmi da spiaggia (diurni) e da disco-pub (notturni) con cuffiette sparate a palla, per fortuna qui sono tutti in ferie e non rischio di finire sotto una macchina (di nuovo…).

Tutte le volte che dico "Cazzo!" mi giro per vedere se la nonna mi ha sentito, che poi mi dice su perchè "Rocket impara".

Dopo le prese per il culo da parte di tutti gli stranieri in aeroporto a Venezia che criticavano la gestione dello stesso con "italian way" e risatine schernenti (giuro mi vergognavo… 1 ora di ritardo e nemmeno lo scrivono, ecc…) adesso non mi va di dire in giro che sono italiano, ma Rocket ci fa riconoscere, così continuo a guardare indietro per vedere se dopo che ce ne siamo andati ridono di noi.

Mi dà anche fastidio non avere la borsa della macchina fotografica addosso, quei 3 kg in meno sulla spalla mi fanno sentire nudo.

Sto usando il caffè dell'ufficio come fosse chinino contro la malaria e sogno di tornare in azione. A quando la prossima missione?

martedì 12 luglio 2011

Ma quanto deve studiare un medico

Post torrenziale e incazzato, concedetemelo.

La famiglia piccolovichinga è appena tornata dalle meritatissime vacanze al mare. Neanche il tempo di disfare le valigie, con la scusa che il pupo dorme e la pupa vuol stare in braccio, mi collego, do un'occhiata in Rete, giusto due blog ed un giornale on line, riprendiamo un po' i contatti con la realtà. E devo subito incazzarmi.
Perchè capitemi, quando si apre il giornale da arrabbiarsi ce ne sarebbe sempre, da qualunque punto di vista la vogliate vedere. Un po' è la realtà delle cose che fa arrabbiare, e un po' i giornali devono comunque farti arrabbiare, sennò non vendono abbastanza. Ma il fatto è che ci ho fatto l'abitudine e al massimo mi sale un certo mal di stomaco.
Però questa volta son capitata su una notizia che magari i più nemmeno ci badano e invece a me tocca un nervo scoperto, che quando con certe cose ci hai avuto a che fare in prima persona, be' ti senti pure in diritto di dire la tua.

Eccola.
Quelli che comandano vorrebbero tagliare i tempi dell'istruzione medica per far fronte alla carenza di specialisti. Ah perchè in Italia c'è carenza di specialisti, e allora perchè emigrano in UK e in Scandinavia? Ma questa è un'altra storia.
Comunque: bene! Bello! Risparmiamo soldi pubblici, già che abbiamo un debito pubblico stratosferico. Razionalizzazione dei percorsi di studio. Adeguamento all'Europa (ci si adegua sempre quando fa comodo).
Fate quello che volete, ma tanto il problema non è QUANTI specialisti sfornate dalla catena di montaggio. Il problema è QUALI.
Miei cari signori, io mi sono laureata nel 2004 in una facoltà di Medicina che all'epoca era considerata la seconda migliore in Italia e vi assicuro che ho studiato a tempo più che pieno e che non ero proprio l'ultima del corso. Mi sono specializzata da internista con indirizzo urgenza nel 2009. Poi sono venuta a lavorare qui in un POSTO SERIO. Che hai i suoi problemi, certo, ma SERIO. E ho notato che:

- qui GLI STUDENTI DI MEDICINA fanno pratica. Pratica, capite? Vanno in ospedale un fottio di ore, parlano con i pazienti, li visitano, fanno la loro valutazione e poi vanno dal medico anziano ad esporre e a discutere il caso. Imparano il lavoro pratico e imparano a ragionare. Vengono controllati e guidati continuamente.
Cari signori, se la medicina fosse un insieme di nozioni il migliore medico sarebbe un computer. Io ho passato dalle 8 alle 12 ore al giorno sui libri durante il corso di laurea e non ho pigne nella testa, ma quando mi sono laureata non sapevo fare niente!
Come pensate di far fare esperienza pratica agli studenti italici? Come oggi, ammassandoli tutti in un bell'ospedale universitario per la gioia di qualche barone, in quattro a visitare una povera vecchietta con la polmonite, cha magari avrebbe pure diritto di starsene in pace? Qui gli studenti girano ospedali periferici e specialistici, ambulatori di medicina generale, servizi psichiatrici. Vanno in ginecologia, in chirurgia. Vanno in Pronto Soccorso e vi dico per esperienza che, quando sono all'ultimo anno, sanno fare una diagnosi e impostare una terapia. Manca loro l'esperienza ma il metodo c'è.
Il mio tirocinio pre-laurea è stato discreto solo in Medicina Interna, dove ho avuto la fortuna di incontrare un prof bravo. In ostetricia ho fatto un po' la pianta grassa in sala parto (abbastanza per convincermi che una donna che partorisce la si considera una vacca da sgravare, ne più nè meno. Per fortuna al momento di partorire Riccardo ero riuscita a dimenticarmelo).
In Chirurgia ho fatto due pomeriggi di nodi e due anamnesi. In Psichiatria mi hanno mostrato il reparto e ho salutato dei pazienti, inoltre abbiamo visto un film che aveva per protagonista un ragazzo schizofrenico.

- qui I TIROCINANTI fanno tirocinio per due anni dopo la laurea e prima dell'abilitazione. Qui un MEDICO ABILITATO è uno che ha girato tutti i principali servizi (medicina generale, medicina interna, chirurgia, pronto soccorso, ginecologia, terapia intensiva, psichiatria e piazzamenti opzionali in altre specialità). L'ha fatto lavorando in prima persona anche se sotto supervisione.
In Italia un medico abilitato è uno che ha passato ore e ore sui libri, che ha fatto una tesi nella maggior parte dei casi non clinica e che ha passato qualche mese a fare la pianta grassa nei corridoi di qualche reparto. Se ha avuto la fortuna di incontrare qualche medico bravo che gli insegnava, se di propria iniziativa è andato a far pratica in qualche anonimo reparto periferico Per Niente Figo ma SERIO allora OK, altrimenti non sa lavorare.
Ah dimenticavo che i tirocinanti svedesi sono pagati per il lavoro che svolgono, visto che LAVORANO e non fanno le piante grasse.

- Con questi presupposti, qui GLI SPECIALIZZANDI arrivano al loro primo giorno di lavoro che già sanno fare i medici. Devono appunto "solo" specializzarsi in un dato ambito, non devono imparare tutto dall'inizio. Io alle mie prime guardie ero terrorizzata.
Qui GLI SPECIALIZZANDI sono assunti dall'ospedale con un contratto che prevede che girino tutti gli ambulatori e i reparti necessari secondo il programma di studi previsto dal ministero. Per intendersi uno che vuol diventare internista deve fare tot mesi in cardiologia, tot in nefrologia, tot pneumologia oltre che ovviamente in medicina, deve fare sia ambulatorio che reparto che guardie, deve avere un tutor, un responsabile che lo segue il quale a sua volta deve essere qualificato per fare il responsabile. Deve fare corsi su argomenti specifici 4 settimane all'anno. L'ospedale non soddisfa il contratto e non ti consente di formarti come specialista (ad esempio tenendoti sempre nello stesso servizio o caricandoti di guardie al punto che non hai tempo di fare altro)? Puoi sempre cambiare posto. In Italia sei legato al barone di turno.
Io ho avuto un prof bravo che è stato la mia grande fortuna e probabilmente l'unica ragione per cui non me ne sono andata prima.
Ma ho fatto per anni SEMPRE LE STESSE COSE. Ho fatto reparto con responsabili che ne sapevano meno di me, che davano un'occhiata e se ne andavano per i fatti loro lasciandomi gestire tutti i problemi clinici da sola. Eccolo, è lo stipendio di questi individui lo spreco di denaro pubblico. A questo punto assumi me.
Un medico dovrebbe sapere cosa fare in caso di arresto cardiaco, no? E non è esattamente che lo si impari guardando ER. Magari sarebbe auspicabile che una Direzione Sanitaria degna di tal nome si assicuri che ogni giovane medico che entra in un ospedale sappia cosa fare se viene chiamato per un'urgenza in cui non si può perdere nemmeno un secondo. Qui appena arrivata al lavoro mi hanno rifilato un corso di ripasso di ACLS (il sistema internazionale di gestione medica dell'arresto cardiaco). Da specializzanda me l'ero studiato sul libro. Appena ho avuto i soldi mi sono pagata il corso con le simulazioni sul manichino. Nessuno mi ha detto di farlo.

- Le PROCEDURE INVASIVE. Avete presente? Il medico è quello che al bisogno cuce, infila aghi in una vena centrale, una pleura, in un'articolazione o tra le vertebre, riduce una lussazione. Fa una gastroscopia. Per non parlare dell'anestesista che intuba e del chirurgo che opera.
Ora gli specializzandi anestesisti dove ho studiato io facevano in sacco di esperienza. Al prezzo di turni di 24-36 ore, ma la facevano. Meno male almeno loro.
Una mia vecchia conoscente ha fatto otorinolaringoiatria che è una specialità chirurgica. Ha fatto notti e notti di guardie, parecchie piccole procedure. Operazioni serie: qualche volta da seconda, mai da prima. Stessa storia per i chirurghi generali (per intendersi, quelli che operano la pancia).
Io sono internista con indirizzo urgenza: c'è una lista di procedure che devo saper fare per stare in un Pronto Soccorso o in un reparto di Medicina. Credete che qualcuno si sia preso la briga di insegnarmele? Per alcune sono andata io a cercare dove potevo far pratica. Reparti non universitari ma SERI. Per altre ho fatto corsi pagati di tasca mia.
Quando sono arrivata qui, al secondo giorno di lavoro in affiancamento, che ancora con lo svedese facevo fatica, mi han detto: bisogna fare una puntura lombare a quella signora (entrare con un ago tra le vertebre lombari per prelevare del liquido spinale da analizzare), falla tu che essendo specialista sicuramente ne avrai già fatte tante. Son cascata dalle nuvole. Il tirocinante del reparto ne aveva fatte nella sua vita una decina. Io ne avevo fatte: ZERO. Maledizione, nella mia scuola di specialità non c'era nessuno che la insegnasse. C'era chi si faceva la popò nei mutandoni a quadretti al solo pensiero di eseguire una procedura che POTREBBE CAUSARE COMPLICAZIONI. Non si sa mai che qualcuno lo denunci (Ora spero che sia chiaro a tutti che qualsiasi procedura medica è a rischio seppur minimo di complicazioni e che ovviamente va fatta quando i benefici sono superiori ai disagi e ai rischi, e compito del medico dovrebbe anche essere fare una valutazione onesta di questi rischi).

Ora non crediate che io stia qui solo per lamentarmi dell'Italia (che a differenza del consorte mi ostino a scrivere con la maiuscola). Affinchè non dobbiate aver paura la prossima volta che andate dal medico vi confiderò che'Italia è piena di medici bravi che fanno bene il proprio lavoro. Perchè nonostante un sistema che non funziona si son dati da fare, hanno studiato, hanno preso al volo ogni occasione per far pratica e si sono costruiti delle competenze. L'Italia viene mandata avanti da gente che ha coscienza, mica solo negli ospedali ma dappertutto.
Ma il sistema è duro da cambiare. Pachidermico. Tutte queste carenze della scuola di specialità mi erano chiare anche quando ci stavo dentro e mica solo a me ma a tutti i colleghi. E siccome non è bello lamentarsi senza fare niente ci siamo detti: non si può cambiare il mondo dalla tastiera di un computer, ma si potrà ben migliorare un corso di studi che coinvolge qualche decina di persone. E allora: parla con i profe, parla col barone, proponi un'organizzazione alternativa, piazzamenti in altri reparti, rotazioni, corso ACLS. Nulla. L'unica risposta poteva essere individuale. Ognuno vada a imparare per conto proprio, e fuori dagli orari di lavoro.

Ora, cari signori che volete accorciare gli studi dei medici per il nobilissimo scopo di risparmiare quattrini, sappiate che la realtà è molto ma molto più incasinata di come potreste far credere dalle righe di un'intervista.

lunedì 4 luglio 2011

Fare innovazione

Una notizia sul giornale, una nota azienda europea del settore aerospaziale ha presentato il progetto dell'erede del Concorde, 4 volte la velocità del suono (mica cazzi!) Parigi Tokio in 2 ore e mezza, emissioni zero bla bla bla….

Perché leggo queste notizie? Sono un MASCHIO hai presente? Del calcio non me ne frega niente… restano auto moto aerei barche e donne… poco altro.

Comunque, la ciliegina di questa notizia è la data prevista del primo volo… ho pensato, beh… se ci mette solo 2,5 ore anche se costa un botto, un giretto a Tokio me lo faccio volentieri, magari un fine settimana.

2050

No non 2050 euro di biglietto. Primo volo nel 2050, TRA QUARANTA (40) ANNI.
Praticamente il volo inaugurale lo fanno con il capitano Kirk, Spock, e il dottor McCoy. Ovvio che ho cestinato la notizia all'istante, ma poi ci ho pensato.

Questa cagata (l'anno) è la chiave per interpretare la notizia, e anche il punto di partenza per capire una cosa molto delicata. Cercherò di non entrare nei dettagli tecnici di certe cose, voi però cercate di seguirmi, la faccenda è seria.

Allora, al di là della trovata "spumeggiante" solo per farsi pubblicità, questi tizi hanno presentato ADESSO un aereo-razzo come l'erede del Concorde.
Vorrei far notare che il Concorde è un progetto degli anni 60. Primo volo nel 1969, è andato in pensine nel 2003 per "anzianità". Circa 30 anni di servizio. Un'auto diventa d'epoca dopo 25 anni…

Ora, permettetemi un piccolo parallelo con lo Space Shuttle, la navetta della NASA che antrà in pensione definitivamente quest'anno.
Lo Shuttle, è un progetto degli anni 70, primo volo 1981. Siamo nel 2011, 30 anni di onorato servizio anche per questo grazioso oggetto.

Cosa hanno in comune il Concorde e lo Shuttle? Non hanno un erede.

Non ce l'hanno perché quando era il momento di pensarci nessuno si è messo a studiarlo, o nessuno più in alto di lui lo ha finanziato per farlo (Bush aveva altro da fare).
Finchè la barca va… all'italiana direi, solo che in italia è cronico.
Finchè un oggetto è nuovo va bene non pensare al suo rinnovamento, ma quando l'oggetto in questione ha 15-20 anni forse sarebbe il caso di iniziare a studiare il suo rimpiazzo.

Nel mondo moderno si può produrre qualunque cosa in modo discretamente semplice. Si parte dall'idea, si fa uno studio di fattibilità, si progetta, si scelgono materiali e tecnologie da usare, si ingegnerizza la linea di produzione e il gioco è fatto.
In genere l'idea ti viene se sei un genio o se hai una discreta conoscenza in un settore. L'idea ti viene se sei stimolato, se sei curioso, se hai fantasia.

Se non sei stimolato, se pensi che l'avanzamento scientifico o tecnologico sono cose da film, se ti basta vedere il volantino di MediaWorld per parlare di HI-TECH… l'idea non ti verrà mai.

Il concetto è che lo STUDIO, la RICERCA, l'INNOVAZIONE non si devono fermare, perché se li fermi non riuscirai a farli ripartire in tempo per le future sfide.

Adesso saltate di palo in frasca come faccio io.

Io ho 35 anni e lavoro da quando ne avevo 20, continuo ad avere molte idee e anche se a volte mi sento vecchio e stanco (e non avrei tanta voglia di studiare nuovi linguaggi e nuove tecnologie per il mio lavoro) non mi sento ancora pronto per il pensionamento (e purtroppo non lo sono nemmeno per lo stato).

MA….

Ma sto pensando al mio erede. Nella mia vita mi è capitato di avere stagisti/e, apprendisti/e, sbarbatelli. Li ho addestrati meglio che potevo, li ho introdotti, stimolati a trovare le soluzioni, facendogli vedere i lati belli e brutti del lavoro. Facendolo mi sono divertito e ho ottenuto anche delle belle soddisfazioni.

E….

Ho un altro apprendista ora: Rocket ovviamente. Certo io sono solo un Senpai, e lui avrà altri maestri cui riferirsi, ma l'importante è che ci sto lavorando adesso.
Penso a lui adesso e a lui tra 10 anni, per capire come muovermi, come insegnargli, cosa consigliargli. Per trasmettergli quello che ho.

Allora mi chiedo: tutti quei giovani che in italia adesso hanno da 14 a 18 anni, che vedono come funziona il mondo, che se non hai conoscenze non sfondi, che l'università non serve, che per diventare qualcuno devi andare in tv, che futuro potranno avere? Che sviluppo potranno offrire?

I voli pindarici della mia fantasia vi hanno portato al malditesta? Che c\entrano il Concorde e lo Shuttle con i giovani teenager italiani?
C'entrano.
Loro dovevano essere i nostri/vostri eredi.

Girano tanti slogan sui giornali, ma non so se i giornali stessi poi spiegano la cosa.

La società italiana non ha un erede, perché quello che ha allevato (i giovani attorno i 30 anni di adesso) non hanno un lavoro, non faranno figli, non pagheranno contributi, e anche se li pagheranno non avranno una pensione.
Quelli di 20 anni si accorgono già che quelli di 30 sono nella merda, che l'università non serve e si abbandonano al proprio destino.
Quelli ancora più giovani si ritrovano con una scuola che è un colabrodo, potete immaginare il resto.

Tutti questi problemi, assieme al risanamento del debito pubblico (oltre il 116% del prodotto interno lordo) sono largamente ignorati dalla classe dirigente che governa l'Italia da 15 anni e più, quindi se magari tra qualche anno quella gente cambierà dovrà iniziare a farsi venire qualche idea, e poi dovrà studiare e progettare la soluzione.

Il primo volo? Data da definirsi.

Perché qui in Svezia una coppia di 20 anni può' avere 2 figli e i genitori sono all'università e comunque VIVONO?
Perché lo Stato ha soldi da spendere.
Perché lo Stato ha soldi da spendere?
Perché l'economia va bene e il Pil l'anno scorso è cresciuto di oltre il 7%, a dimostrazione che SI PUO' FARE.
Perché l'economia va bene?
Perché la burocrazia funziona, il governo sa gestire le cose o almeno ci prova, gli imprenditori hanno le palle e l'appoggio del governo, hanno voglia e possibilità di investire nelle alte tecnologie, si fa ricerca, si fa innovazione. L'innovazione viene esportata con grande ritorno economico e di immagine per il paese intero.

Adesso mi piacerebbe proprio che qualcuno mi smentisse, e lo dico con il cuore.