domenica 29 aprile 2012

Trasloco (quasi) fatto!

Abbiamo traslocato da due settimane ormai e ancora non trovo i miei boxer preferiti (quelli con i Cocker Spaniel tri-color) e nemmeno la bottiglia del Montenegro. Inizio a dubitare di ritrovare tutto, ma per ora non ho ancora fatto una lista dei "ricercati".
Lo scatolone dei ricordi importanti non è ancora stato aperto quindi non so nemmeno se si è rotto qualcosa...

Non sapevate nulla?
È stata cosa veloce, cotta e mangiata.

Io avevo detto che non avrei voluto traslocare un'altra volta se non per andare in una casa definitiva, avevamo anche iniziato a guardare un po' di case in vendita, ma non avevano soddisfatto il nostro palato raffinato.
Poi è successo che alcuni amici lasciavano un GRANDE appartamento vicino casa nostra per andare un po' più in là, sarebbe stato un altro affitto, quindi contro il Regolamento, ma io per primo ho ceduto, e poi (complice un bicchierino in più) ci siamo convinti che era la soluzione giusta per noi.

Bastava analizzare un po' di fattori:
1. Per un qualche tempo mia moglie starà buona con il discorso "dai compriamo una casa", l'idea di acquistare qui e vincolarmi a questa terra mi terrorizza un po'.
2. È nella nostra zona, Rocket continua ad andare allo stesso asilo e a frequentare gli stessi amichetti (una delle cose più importanti per noi, proprio ora che si sta ambientando bene).
3. Abbiamo più spazio, TANTO SPAZIO.
4. Costa uguale.

Si ecco tirate le somme non si poteva perdere l'occasione. Anche se io la casa non l'avevo nemmeno mai vista tutta. C'ero stato una volta sola, un invito a cena, e avevo visto la cucina e un soggiorno e poi... e poi mi avevano portato in uno studio e poi mi ero praticamente perso... non capivo più dove mi trovavo. Mi disorientava da quanto era grande!

E adesso è nostra!
Si ecco, per intenderci se prendete il tram n.3, dopo la biblioteca guardate di qua, ecco la nostra è quella col veliero sulla finestra.

È davvero grande. Troppo? No. Ma i mobili sono così lontani che sembrano piccoli quando li guardi.
È una casa vecchia, sufficientemente sgarrupata per essere considerata proprio casa nostra, della nostra famiglia. E poi è tutta strana, sembra progettata da un ragazzino che non sa nulla di ottimizzazione degli spazi e che disegna senza righello.
Al confronto il vecchio appartamento era freddo e schematico. La prima impressione che avevo avuto era stata di antipatia, e l'avevo classificato "una soluzione temporanea". Le finestre davano verso Est e verso Nord. Mi sembra di essere uscito dal carcere.
Qui ci sono almeno due o tre strade diverse per andare dalla cucina alla camera da letto, e Rocket all'inizio le faceva in monopattino (ora basta, che è tutto pulito neh).

C'è un corridoio con una strettoia e una curva cieca, ci starebbe bene un senso unico, quasi quasi metto il cartello, poi però bisogna spiegarlo a TheAngel... Magari metto solo un limite di velocità a 30 che dite? Non ho ancora verificato se il triciclo di Rocket e la macchinina cavalcabile ci passano insieme, ma se si incastrano pubblicheremo le foto dell'incidente. Devo mettere i moduli per la constatazione amichevole a portata di mano.

Finalmente ho qualche parete in più per appendere le mie fotografie! Finalmente ho una camera sufficientemente grande da riuscire a fare il giro del letto senza lasciarci gli stinchi. Finalmente abbiamo il caminetto (love!!!) finalmente finalmente...

Giulia è tutta preoccupata di nascondere quegli infissi orribili, quei termosifoni bruttissimi, e quella porta è diversa dall'altra ?!? Ma si... È una casa vecchia, vissuta, generosa, devi accettare i suoi difetti...
Se guardi l'impianto elettrico ti vengono i penotti, dovrò mettere in sicurezza un paio di punti.
Io sono preoccupato da altre cose... Dove metto il mio idrovolante? Mi serve un mobile per il veliero... Le casse dello stereo questa volt le voglio in posizione GIUSTA!
La tv (46 pollici) è diventata un francobollo, lo stereo in compenso ha una resa eccezionale!

Ma che ci frega di quello che non va? Abbiamo finestre su tre (3) punti cardinali, e soprattutto soggiorno e sala da pranzo con grandi finestroni verso sud! SOLE SOLE SOLE!!! E nonostante siamo in centro, fuori della finestra non vediamo un altro palazzo, bensì il parco di una scuola elementare, e più lontana la scuola, e poi gli alberi e tanto tantissimo cielo.
Cavoli se questa casa fosse in vendita non esiterei un attimo a comprarla.

La cosa più divertente subito dopo il trasloco è stato cercare prima il macbook, e poi lo zaino per mettercelo dentro, sono arrivato in ufficio con 30 minuti di ritardo...

Sono 2 settimane ormai che lavoro di brugole, cacciaviti, trapano oltre a svuotare scatoloni, spostare cose... ho le mani tutte rovinate, tagli, sbreghi, schegge, di tutto. Rocket, il campione del papà, mi aiuta, per lui tutto è un gioco. Quanto mi piace! Mi tornano in mente un sacco di ricordi di quando io ero piccolo come lui o un po' più grande, e mio padre lavorava sulla casa o faceva qualche lavoretto di bricolage (a quei tempi non c'era IKEA). Diciamo che cerco di verificare se sono sul binario giusto ricordandomi come faceva lui.
Il papà si occupa della casa in senso fisico.
La mamma... anche lei, ma con l'organizzazione.
Diciamolo, l'uomo è il manovale, la donna il capomastro...

Tra le differenze con il trasloco preedente (italia-italia): gli scatoloni sono ad incastro (non si usa scotch), il che permette di smontarli, appiattirli e metterli in magazzino facilmente.
La ditta di traslochi è costata sostanzialmente lo stesso. In italia 8 uomini per 4 ore e circa 1000 euro, qui 4 uomini per 4 ore e circa 500 euro.

Tra le differenze col nostro ultimo trasloco (quello in macchina dall'italia a qui): una quantità incrdibile di cose in più (il triplo degli scatoloni).

venerdì 13 aprile 2012

Tips per neomamme



Era da tanto che volevo fare un post sulla maternità, ma faticavo a mettere ordine in quel marasma di sentimenti che è stato per me il diventare mamma. L'occasione me l'ha fornita una mia collega, invitandomi ad una cena "sole donne". Tra turni di guardia e malanni influenzali, ci siamo ritrovate solo in tre. La collega non stava più nella pelle dalla felicità, la cena era per annunciare che aspetta il suo primo figlio.
Noialtre eravamo entrambe bi-mamme. Complice il caffè nero e l'assenza dei pargoli, si è finito per parlare fino all'una di notte.
Un piccolo in arrivo, che sarà mai, bimbi ne nascono ogni secondo. Eppure diventare genitori è una delle cose grandi della vita e un cambiamento senza ritorno. Prima eri tu. Poi sei tu e un altro che dipende da te. E per la madre è anche una delle esperienze fisiche più forti che si possano fare.
Per questo non mi vergogno affatto di emozionarmi per la mia collega. E un po' mi preoccupo pure: la maternità non è una passeggiata, non assomiglia alle riviste con le mamme che guardano i loro batuffolini con aria sognante. Le auguro dentro di me di essere fortunata. Vorrei dirle tante cose, soprattutto di aver fiducia in se stessa e mandare a quel paese teorici ed esperti vari. E anche che l'amore per un figlio non funziona con l'interruttore, non è automatico e innato. Mentre il senso di responsabilità per quell'esserino indifeso lo provi fin dal primo momento, magari da ancora prima che nascesse, l'attaccamento viene dopo, a volte d'un botto la prima volta che lo stringi a te, a volte piano piano, tra pianti e coliche e tette doloranti per i morsi dello squaletto affamato.
Ma temo siano cose che bisogna imparare da soli e ognuno a proprio modo.
La conversazione verte sul pratico. C'è anche un po' di pudore dei sentimenti. O forse dei consigli pratici c'è proprio bisogno.
Partorire fa così male? Com'è stato il vostro parto? La domanda per eccellenza, il solito dubbio: raccontare tutto o evitare di spaventare la futura mamma, che tanto ci deve passare per forza? Ormai ho adottato la linea del raccontare tutto: meglio arrivarci preparate. Sì, fa male parecchio. Qualcuna se lo dimentica, qualcuna non ne vuol parlare, per me è stato sopportabile, per altre no, per alcune è un ricordo terribile. È molto individuale. Io ricordo, anche più del dolore, la sensazione di fatica fisica. C'è stato un momento in cui ho penato che non ce l'avrei fatta. Ma non è esattamente come una gara di corsa: lì non puoi ritirarti.
Per fortuna hanno inventato l'epidurale e per fortuna, in queste inospitali lande nordiche, te la fanno a richiesta e senza tante storie. No, io li ho fatti entrambi senza analgesia, ma sono stati parti facili. E già un parto"facile" ti lascia la sensazione di essere passata sotto al treno, soprattutto il primo. Per cui... meglio tenere aperta la porta all'anestesista, giusto in caso.
Come si sta lì sotto. Le lacerazioni? Non è detto che ce ne siano, ma nel caso... per nulla divertenti, e pure quell'altra cosa, l'episiotomia. Se ne parla poco, forse si dà per scontato che, facendo uscire un melone da quello stretto pertugio, qualche danno ci debba essere: ma tanto la mamma (per definizione dedita solo ed escusivamente al pupo) non se ne preoccuperà più di tanto. Sinceramente, a me non sarebbe dispiaciuto avere qualche informazione di prima mano quando mi sono ritrovata con uno sproposito di punti e mi chiedevo se mai sarei tornata alla mia conformazione precedente. Essendo stata particolarmente sfigata sotto questo aspetto, mi sento di rincuorare le neomamme. Si torna quasi come prima, con i tessuti un po' più morbidi, diciamo. Solo che ci vuole del tempo, da un paio di settimane per le Dee dell'elasticità, a qualche mese per le sfigate con tanti punti. Consiglio pratico n. 1: i primi giorni è bene avere un ciambella. Non quella di Homer Simpson. Quella per sedersi. Consiglio pratico n. 2: fare da subito la ginnastica apposita per il perineo, per recuperare il tono muscolare (qui in Svezia le ostetriche ti fanno una testa così con 'sti benedetti knipövningar, e a buona ragione).
Nota folcloristica: nelle farmacie svedesi vendono delle meravigliose palline, per aiutare con la suddetta ginnastica, che nel Belpaese si trovano invece nei sex shops.  
Allattare? Altro argomento da rivista patinata. Tutti ti assicurano che se attacchi bene il bambino non avrai le ragadi e al massimo farà "un po' male" all'inizio. Palle, io sono la prova vivente del contrario (qui si inserirebbe parentesi tecnica sui diversi tipi di cremine, conchiglie, paracapezzoli ed il girare tette all'aria per far guarire le escoriazioni). Ah sì, la montata lattea fa male e ti viene pure la febbre. Se ci aggiungi il calo ormonale sei uno straccio. Uno straccio che non dorme mai più di 3 ore di fila. OK, questa è una situazione un pelino sfortunata, può andare anche meglio. Ma se non va meglio viene da chiedersi se allattare al seno valga tutta la fatica. Per conto mio sì, superate le difficoltà iniziali, con il piccolo guerrieri, allattare è stato stupendo - e anche meglio con la seconda, visto che ormai sapevo già tutto. Ma c'è una cosa da tenere presente: se si decide di allattare al seno, i primi giorni la divisione dei compiti dev'essere: la mamma ad allattare e a dormire, il papà o aiuti vari tutto il resto. Lo so che è dura, padri, ma il vero guerriero si vede quando infuria la battaglia! Nonni, zii, amici che danno una mano sono caldamente benvenuti, purché si astengano dal dare consigli sull'allattamento.
Bambino che ciuccia, che non ciuccia, che piange e non si sa perché, latte che non arriva, ingorghi e infiammazioni. Dopo i pupi nuovi, tra me e Silvia si voleva mettere in piedi un servizio di consulenza per l'allattamento, le abbiamo passate proprio tutte! Consiglio pratico numero 3: qui in Svezia ci sono gli ambulatori per l'allattamento. In Italia ci sono i consultori familiari (almeno, spero che ci siano ancora, il mio funzionava benissimo!). Rivolgersi a questi servizi può aiutare a risolvere molti dubbi e paure. Consiglio pratico numero 4: il biberon non è il demonio! Sull'allattamento al seno c'è molta retorica, ma se qualcosa non va, è meglio una mamma serena ed un bimbo sazio col bibe, che una mamma disfatta e un bimbo affamato col seno. Io ho apprezzato molto l'atteggiamento delle consulenti per l'allattamento qui a Norrköping, quando ho accompagnato una mia amica che aveva avuto diversi problemi seri ma ci teneva ad allattare e loro, constatato che il bimbo si attaccava ogni ora ma latte non ne veniva, le hanno spiegato chiaramente che poteva sì continuare a provare, ma sarebbe stato faticoso, e visto che era già esausta forse le conveniva passare al bibe (risultato: in una settimana madre e figlio sono rinati).
Baby blues. Che nome grazioso. In sostanza vuol dire che mordi a vista. O che ti metti a frignare senza apparente motivo. O entrambi contemporaneamente. O che non dormi per due mesi nemmeno quando potresti e hai strani pensieri su quanto fai schifo come persona e come mamma. Ma quello già non è più baby blues e si va verso la famigerata depressione post partum. Che VA curata.
A proposito di sentimenti negativi vorrei dire che, tra tante cose, aiuterebbe anche non sentirsi in dovere di essere al settimo cielo in ogni istante in quanto assurte alla Santa Categoria delle Madri. Perché quel fagottino profumato di latte e dalla pelle tanto dolce e tenera è sì la cosa più bella del mondo, è sì il tuo grande, nuovo amore. Ma è del tutto normale anche rimpiangere la propria vita di prima, ed è assolutamente normale, si scopre, anche non capire il frugoletto, farsi prendere dall'ansia perché non si riesce a calmarlo e odiarlo perché non smette di strillare. Come è del tutto normale e degno di una persona responsabile, chiedere aiuto se non ce la si fa. Io ancora benedico la psicologa del Consultorio che mi aiutò a tirarmi fuori da un vicolo cieco e a riguadagnare la speranza e il sonno, e a non sentirmi una merdina per il fatto che l'istinto materno non mi è nato in quattro e quattr'otto appena espulsa la placenta. E, altro concetto fodamentale, che alcuni bambini sono di per sé più nervosi e irascibili, non importa cosa fa la madre. E così anche una madre, o un padre, non smette di essere un individuo con tutti i suoi limiti e conflitti interiori, solo perché ha assolto alla propria funzione biologica. Quindi sentirsi in colpa è fuori luogo.

Bene, era l'una di notte, il caffè nero era finito e così anche la chiacchierata, durante la quale avrò detto forse la metà di quanto scritto qui, e nulla che la futura mamma non avesse chiesto. Il viso della mia collega riluceva di gioia.  Non si aspettava di certo una strada in discesa, nemmeno prima. Si stava attrezzando, e la sua forza cresceva in parallelo con la sua pancia. Io la guardavo, e vedevo una donna matura e un amore responsabile. E pensavo: questo bimbo è fortunato.

lunedì 9 aprile 2012

Nababbi a Sirmione

Eccoci di ritorno dalla nostra vacanzina. Come è andata? Come al solito per me è troppo corta.

Una settimana in italia dopo 6 mesi che non vedevo i miei... è poco. Si. È poco per loro, è poco per me.

La prima decisione presa da quando sono tornato è che il prossimo inverno anche se Ryanair sospende la rotta Stoccolma-Venezia mi faccio il Natale con i miei. A costo di fare scalo con i bambini, con 6 ore di coincidenza tra un volo e l'altro...

Ma andiamo con ordine: io e mia moglie non ci siamo visti per una settimana (si ogni tanto ci vuole eh). Avevamo programmato un weekend "no kids fantastilux" a Sirmione, con tutti gli opscionals... oddio non proprio tutti, solo le terme a dire il vero, ma l'abbiamo sognato per così tanto tempo che quasi non ci pareva vero che saremmo riusciti a godercelo.

Per quanto riguardava me poi c'era una Mission Impossible da portare a termine, volevo fare un regalo alla mia dolce metà a San Valentino ma c'era stato un intoppo e dovevo "sistemare".

Cioè, dico, se decidi di entrare in una gioielleria in teoria ti sei già fatto un'idea su COSA vuoi e QUANTO vuoi spendere. Almeno nel mio caso era così, avevo un budget da persona onesta per un paio d'orecchini. Più semplice di così...

Il primo impatto con la gioielleria svedese mi ha lasciato quasi schifato. Immaginatevi un negozio metà strada tra un panettiere e una cartoleria. Col campanellino sulla porta che fa "din-din" quando entri. Nemmeno la doppia porta blindata di sicurezza. Non parliamo della povertà del design degli oggetti proposti (uno peggio dell'altro), cazzo un'orecchino è un orecchino... difficile farlo male... E per finire la povertà di fondo, oro a 14 carati anzichè il solito 18. Sarà un dettaglio insignificante per voi ma per me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Uscito dall'ennesimo "negozio di luccichini" ho mandato affanculo il loro stile e ho deciso di acquistare in italia. Per Giulia a San Valentino ho preso un bel mazzo di rose.
Poi di nascosto ho preso il telefono e ho ordinato un paio d'orecchini come dicevo io al mio orefice di fiducia, quello che aveva fatto l'Anello (di fidanzamento) parecchi anni fa. Ho richiesto tipo, pietra, colore ecc. Mia mamma, gentilissima come sempre, ha gestito la cosa in loco. Io ho pagato con bonifico da qui, lei ha ritirato il pacchetto. Ma come ne entro in possesso? Me li faccio spedire?

Glieli volevo dare durante il nostro we, ma il programma prevedeva che lei passasse a prendermi direttamente in aeroporto e andassimo diretti a Sirmione.

"Sai Giulia siccome Ryanair mi pesa il bagaglio porto si la macchina fotografica ma senza teleobiettivo, me ne presta uno mia mamma in una custodia, vedi di portarmelo sul lago che facciamo qualche bella foto. MI RACCOMANDO non farci giocare i bimbi!"

Mia mamma prende un sacchetto imbottito da obiettivo ci mette dentro la scatoletta con gli orecchini e un vecchio obiettivo Tamron che non usa da una vita. Grazie alla sua esperienza di goliardica di scherzi e prese per il culo ha l'accortezza di avvolgere un foglietto di cartone intorno alla scatoletta quadrata in modo che al tatto si senta solo un oggetto cilindrico all'interno.

Potete immaginaravi come son partito da qui, sveglia alle 4 meno 20 del mattino, già me la ridevo alla faccia che avrebbe fatto!
Partivo praticamente in maglietta per l'italia, fuori c'erano 0 gradi, aspetta tu l'autobus per l'aeroporto per 20 minuti... altro che sorriso beota! Poi quando sono arrivato all'aeroporto nevicava!!!

Ryanair mi scarica a Treviso in perfetto orario, Giulia (in minigonna spaziale) arriva con una coppia di carissimi amici (gli stessi che erano venuti a trovarci l'anno scorso, ne abbiamo parlato qui e qua), anche loro hanno lasciato il dolce pargolo dai nonni.

Tra battutacce con le rispettive signore e confronti di pance tra me e Davide ci divoriamo la strada verso il Garda.
Abbiamo prenotato nello stesso Hotel, il gps ci porta in pieno centro storico di Sirmione. Dubbiosi ci avviciniamo all'ingresso del centro, c'è una sola strada strettissima, che passa su un ponticello e attraverso la porta delle mura, cartelli di "divieto d'accesso" e "ti buco le gomme se passi" e un vigile che controlla che tutti leggano i suddetti cartelli. Sul ponte e attraverso l'antico portale una fiumana di gente.

Sempre più perplessi chiediamo al vigile indicazioni per il nostro hotel. Questi tira fuori un foglio e ci chiede il nome della prenotazione, depenna i nomi dalla lista ("arrivati") e ci fa:
"vadi sul ponte, traversi la porta, vadi dritto e lo trova sulla sinistra... e non si preoccupi della gente".

Nemmeno avessimo un merdeces... sboronissimi, eseguiamo gli ordini. Entriamo in hotel e un parcheggiatore riporta fuori la macchina (!), entrati in stanza lo spettacolo era questo:


Giusto il tempo di recuperare il famoso teleobiettivo e la mia dolce signora si è ritrovata DUE COSE tra le mani. Due amici che simboleggiano i nostri fantastici bambini. Gli stessi che ogni tanto ci portano sull'orlo dell'esaurimento nervoso. Gli stessi che ti si spalmano addosso e ti danno tutto l'amore che possono.

Per le successive 36 ore abbiamo fatto comunque finta di non avere figli, enon ci siamo fatti mancare nulla: passeggiae al sole in riva, birretta, shopping, terme, aperitivo, cena di pesce, giro in barca...

Il giorno dopo, abbiamo avuto il piacere di incontrare altri due carissimi amici che non vedevamo da quasi 3 anni, Francesca ed Enrico. Questi erano per caso in camper a Peschiera e ci hanno invitto a pranzo. Si ecco siamo andati proprio a scrocco, ma ricambieremo presto (spero).

E poi la domenica sera in realtà non vedevamo l'ora di recuperare i 2 dolci pargoli che ci mancavano tanto.