lunedì 28 febbraio 2011

Poesia del mese

La poesia del mese è dedicata a Galileo, il Brontopiccolo che è nato tre giorni fa ed ai suoi entusiasti genitori che sono certa gli faranno amare la vita. Benvenuto, piccolo!

Gracias a la vida

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Y el canto de ustedes, que es mi propio canto.


Violeta Parra, 1965

Il testo originale l'ho trovato su questo blog dove c'è anche una bella traduzione. Siccome la mamma di Galileo parla lo spagnolo, ho preferito postare l'originale!

mercoledì 23 febbraio 2011

Indifferenti

Ah la musica, la musica... cosa fa la musica? Cos'è la vita senza musica?
Io ho una grande passione per la musica, ho studiato più o meno professionalmente alcuni strumenti, sono un fanatico di certe sonorità calde, morbide, ma anche altre estreme, energetiche, sperimentali. Ogni momento ha il brano giusto.

Sanremo? Bah... me ne sono sempre fregato altamente. Diciamo che il genere musicale sanremese non è proprio adatto a me.

Poi siamo venuti qui e, ovviamente, ci hanno propinato la versione locale del nostro carissSSSimo concorso canoro: il Melodifestivalen. Ancora me lo ricordo il commesso del BabyLand... non finiva più di parlarne... boh... magari era anche appassionato di karaoke...

Ma una pulce nell'orecchio me l'ha messa: l'Eurovision Song Contest.

E' questo un concorso internazionale in cui partecipano tutti i vincitori dei vari concorsi nazionali. Potete immaginarvi la figuraccia... conosco a malapena Sanremo, e mi vanto di avere una discreta cultura musicale (per la musica giusta s'intende).
Nel mezzo di questa fantastica figura di m... la domanda fatale che mi sotterra:
come mai nessun artista italiano partecipa al concorso europeo da oltre 10 anni?`

"E' perchè l'italia è un paese snob, che se ne frega di tutti gli altri, guarda solo i cazzi propri, come se fosse sola su questo mondo". Credo di avergli detto più o meno così.

Ancora mi ricordo di quella volta che, di fronte ai problemi che vedevo in italia, mi dissero testuali parole:
"Sono problemi che interessano solo a te".
Ne ho parlato qui.

Eh si. come ho gia detto probabilmente, sono l'indifferenza, il menefreghismo, i veri problemi dell'italia. Se a questo aggiungi lassuefazione allo schifo e alla corruzione della politica moderna ad ogni livello, potete immaginare dove si andrà a finire.

L'indiferenza la vedi dappertutto. Guarda su facebook. Quando pubblichi qualcosa per cui bisognerebbe indignarsi, nessuno osa farsi avanti. Anzi c'è chi ti dice "ancora rompi su queste cose?".
Se invece pubblichi la cazzata del giorno, tutti che aggiungono la loro firma.
Ecco. E' questo che non va.

Fortuna che a Sanremo quest'anno c'è stato qualcuno che non si è risparmiato.
Luca e Paolo hanno tirato fuori uno scritto di Gramsci del 1917, oserei dire attualissimo.

Gramsci? Mai visto a scuola, e si che ho fatto le scuole alte, ero al secondo piano...
La costituzione? Si l'ho vista a scuola, di sfuggita, mi pare che una volta abbiano distribuito un libretto, ma nessuno ci ha mai insegnato PERCHE' è importante.
Educazione civica? Avevo il libro a scuola, ma non l'ho mai usato, mancava il prof...
Ecco perchè poi la gente è indifferente.
Una popolazione di ignoranti, imbalsamati davanti alla tv. Cosa pretendi?



Antonio Gramsci - Indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Un ringraziamento al mio amico Diego che mi ha dato lo spunto.

lunedì 21 febbraio 2011

Genitori in Svezia

Questo è un post che dedico a mia madre, che mi ha chiesto di parlare delle differenze tra essere genitori in Svezia e in Italia.

La rivista svedese più popolare sull'argomento "figli" non si chiama "Donna e Mamma", ma bensì "Noi Genitori" (Vi Föräldrar). Ce ne sono anche altre, per esempio "la guida dei genitori". In realtà, nemmeno cercando tra le riviste "femminili" sono riuscita a trovarne una sui bambini dedicata esclusivamente alle donne. Ce n'è sì una che si chiama "Mamma", ma parla più di salute in gravidanza, allattamento ecc. che non di come tirare su la progenie. A giudicare dalle edicole, altre cose sono considerate "femminili", come il ricamo o il lavoro a maglia, ma in Svezia i figli sono questione di coppia.

Il congedo parentale qui dura 460 giorni di cui 390 (circa 13 mesi) all'80% dello stipendio e i rimanenti 70 a un livello più basso. Due mesi del congedo a "stipendio" più alto sono riservati per ciascuno dei genitori (cioè, se il padre o la madre non ne usufruiscono, vengono persi), il periodo rimanente può essere suddiviso come si vuole tra mamma e papà. Da notare che c'è un tetto massimo per l'assegno mensile per cui che ha un reddito medio-alto non prenderà l'80% dello stipendio ma meno.
Poichè anche nella paritaria Svezia il reddito degli uomini è mediamente più alto di quello delle donne, questo è un disincentivo per il padre. Tuttavia secondo i dati dell'ente previdenziale svedese, più del 80% dei padri prendono il congedo. Per incentivare ulteriormente questa tendenza è stato creato lo Jämtställdhet bonus, bonus di parità. Tanto più equamente i genitori si dividono tra loro il congedo, tanti più soldi ricevono, come sconto sulle tasse l'anno successivo, fino a circa 1400 euro per una divisione "50-50". È assolutamente indifferente ai fini del congedo parentale che i genitori siano o meno sposati o conviventi.

I giorni di congedo sono a disposizione dei genitori fino al compimento degli 8 anni di età del bambino e si possono utilizzare come si vuole, tutti insieme in modo continuativo o divisi in periodi più o meno lunghi o perfino alcune ore al giorno per lavorare part time senza subire una drastica diminuzione del reddito. In pratica, gli asili svedesi non accettano bambini al di sotto dell'anno di età per cui la situazione più comune è utilizzare la maggior parte del congedo nel primo anno.
Il congedo parentale può anche essere usufruito dalla madre fin da due mesi prima del parto, se lo vuole, per stare a casa dal lavoro o fare un part/time.

Qui bisogna notare una differenza fondamentale tra Svezia e Italia. Secondo la legge italiana, la madre deve astenersi dal lavoro per 5 mesi (congedo obbligatorio di maternità), di cui 2 prima del parto e 3 dopo (eventualmente 1 e 4 con certificato medico della ASL). Questi 5 mesi di congedo obbligatorio, in Italia non sono fruibili dal padre salvo in casi eccezionali (es. grave malattia della madre). In Svezia non c'è alcun obbligo e la decisione della donna di stare a casa prima del parto e nei mesi immediatamente successivi sarà esclusivamente personale. In pratica la maggior parte delle donne stanno a casa un po' prima del parto e per i primi mesi di vita del bimbo, anche per poterlo allattare, ma non è un obbligo.

Un'altra differenza fondamentale sta nel fatto che la fruizione del congedo parentale non è in alcun modo legata al tipo di situazione lavorativa. L'unico requisito per ottenere l'assegno di genitorialità è di aver prodotto un reddito da lavoro almeno nei sei mesi precedenti o, se disoccupati ma precedentemente impiegati, di non aver smesso di lavorare da più di due mesi. Chiaro che il reddito dev'essere stato regolarmente dichiarato, ma qui l'evasione fiscale è quasi inesistente e se si pensa che il sistema previdenziale risarcisce, in caso di malattia o invalidità, proprio sulla base del reddito dichiarato, si capisce bene il perchè.
Con reddito da lavoro si intende qualsiasi attività, come dipendente a tempo determinato o indeterminato, precario, occasionale, libero esercente, partita IVA o quel che vi pare, non fa differenza. Per cui la signora che si mantiene facendo la pedicure in casa la sera ha esattamente gli stessi diritti della manager in carriera o del dipendente del Comune.
Si conta come reddito anche la borsa di studio che gli studenti ricevono per mantenersi all'università, per cui fare un figlio durante gli studi non è impossibile anche senza ricorrere all'aiuto dei nonni, ed in effetti è una situazione abbastanza frequente. E anche chi è disoccupato o occupato da meno di sei mesi ha diritto ad un assegno "minimo" di genitorlialità dall'importo di circa 500 euro mensili.
Nato il bimbo, ai genitori viene automaticamente assegnato un altro contributo, il Barnbidrag, circa 110 euro mensili per ciascun bambino presente in famiglia oltre ad un contributo aggiuntivo per famiglie numerose. La cosa per me strana è che il barnbidrag viene dato a tutti indipendentemente dal reddito. L'idea è che sono soldi del bambino, che la famiglia può usare per le spese correnti se ne ha bisogno oppure mettere via per il suo futuro.
Quindi riassumendo: congedo parentale per tutti, precari e non, inclusi gli studenti. Più di un anno di congedo, quell'anno che in molti ritengono essere critico per lo sviluppo del bambino (e io concordo, per esperienza). Incentivi per la divisione del congedo tra i due genitori. Contributo mensile a tutte le famiglie con bambini.
Ah già, c'è anche una legge che obbliga tutti i Comuni a fornire un posto all'asilo a tutti (100%) i bambini al di sopra di un anno di età i cui genitori lavorano o studiano.
Fin qui le leggi. Poi c'è il fattore culturale, illustrabile con un esempio.
Quando stavo finendo la specialità, una mia collega che aveva finito da poco fece un colloquio con il primario di un pronto soccorso che aveva urgente bisogno di personale. Se non sbaglio, erano "sotto" di 3 medici, non poco per dover coprire i turni 24/24. Questa situazione non è affatto infrequente in Veneto, un po' tutti gli ospedali piccoli hanno lo stesso problema. E allora perchè la sottoscritta se n'è ingratamente andata abbandonando la terra natìa?
La mia collega era brava (più di me), competente e a mio parere qualunque primario avrebbe dovuto fare carte false per tenersela. Il colloquio andò bene finchè il tipo non le disse con tutta naturalezza: "sei brava e io ti prendo, ma mi devi promettere di non andare in maternità per almeno 3 anni". La mia collega rifiutò il posto.
Cioè. A 30 anni, dopo che ne hai studiati 11 e penseresti di mettere le basi per la tua vita. E se succede così a un medico, che ha una professionalità richiesta, figuratevi alla comune impiegata.
Ora l'ho detto mille volte che la Svezia non è il paradiso.
E aggiungerò che molti Paesi europei hanno ormai politiche sul congedo parentale simili o persino migliori a quelle che ho descritto.
Ma facendo il confronto con casa nostra, un po' di rabbia viene. O no?

martedì 15 febbraio 2011

Conversazioni con il piccolo guerriero

"Mamma mamma mamma mamma!"
"Sì, amore?"
"Mamma mamma vojo un biccotto!"
"No, amore, è ora di cena, non è ora di biscotti."
"Nooo! Vojo biccotto, mamma, biccotto!"
"Ho detto di no amore"
"Mamma io ho fame io...."
"..."
"Vabbè, ti do un biscotto allora... però uno solo e poi basta!"
"UHM!"...(Gnam, gnam, gnam...)

(...)

"Riccardo, me lo dai un bacino?"
"UHM!" (si avvicina... SMACK!, bacetto appiccicoso)
"Ma che bel bacino! Me ne dai un altro?"
(sorrisetto furbo)
"Eh no, mamma detto: UNO SOLO E POI BATTA!"

...................................

Richi: "Mmmm, buona chetta pizza!"
Marco: "Ti piace la pizza, eh?"
Richi: "Papà, pecchè la pizza è buona, papà?"
Marco: "Eh, perchè l'ha fatta la mamma..."
Richi: "Mmmm..." (gnam gnam gnam, sorrisino) "E pecchè mamma fatto la pizza?"
Marco: "Eh, perchè la mamma è brava!"
Richi: "Mmmm..." (gnam gnam, sorrisetto furbetto, fa per parlare ma il papà lo guarda storto)
"Mmmm" (gnam gnam gnam, improvvisa illuminazione e aria di sfida)
"E... come mai la mamma è brava?"