venerdì 17 dicembre 2010

Stranieri alla terra

L'ultimo post era pericoloso, lo ammetto, la prova sono i pochi commenti a differenza del numero di lettori. Ok, nessun problema. Cambiamo registro per oggi.

Ieri, giornata da fantascienza, il cielo color grigio scuro metallizzato con riflessi tipo "arrivano gli alieni". La luce scaturisce dal terreno innevato, bianchissimo. Una bufera di neve spruzza fiocchi dappertutto, te li schiaffa dietro le orecchie, te li infila nelle tasche della giacca. La cosa strana è che fa caldo. L'impressione che hai almeno è questa. Cosa vuoi che sia ormai -1?

Oggi è una giornata molto più "lagom". La luce è strana, diffusa, il cielo e la terra hanno quasi lo stesso colore grigetto avio. Continua a nevicare ma con un venticello leggero, i fiocchi ti arrivano addosso con gentilezza, quasi a salutarti, ad augurarti il buongiorno.

Appena esco di casa sento i soliti corvi, inquilini del nostro boschetto, che si offendono tra loro. Ma non se ne vanno mai questi? Inizio a camminare nella neve fresca e morbida verso il parcheggio. Ad un tratto un grido lontano mi blocca. Sembrava una civetta. Mi fa ricordare la "nostra" Civetta, nel nostro piccolo paradiso in italia. Quella che di notte veniva ad appollaiarsi sul nostro albicocco, vicino la nostra camera da letto. Veniva a fare la guardia, a controllare che tutto andasse bene, e quando c'era lei noi ci sentivamo felici e protetti.
Ma una civetta… qui? Ora? No probabilmente mi sono sbagliato, forse erano i bambini dell'asilo.
Tendo l'orecchio, ecco, un altro urlo di bestia. Si sono i bambini dell'asilo, stanno facendo casino.

Ok, andiamo, l'ufficio ci aspetta.

La città è "sporca". Mucchi di neve ammonticchiati quasi distrattamente in parte alle strade. Si vede che ieri ne è venuta giù parecchia, gli spazzaneve hanno liberato grezzamente le strade, oggi e domani spianeranno e sistemeranno tutto.

Arrivo vicino al mio ponte, dove mi fermo sempre a guardare la cascata, che ogni giorno ha un colore diverso. Qui la zona è un po' più aperta, il vento più teso mi spruzza un po' di neve in faccia. Un gabbiano passa ad alta quota sopra le case, lo sento più che vederlo.

Hej, gabbiano, per volare oggi devi essere proprio appassionato come Jonathan!

Non faccio in tempo a finire il pensiero che si abbassa e mi passa davanti con una lenta virata in scivolata d'ala, bellissima. Continua a scendere come un aliante e passa sopra lo specchio d'acqua grigio scuro, quasi nero in contrasto con la neve sulle rive.
Un colpo d'ali, una cabrata, e via, scomparso.

Che invidia!

2 commenti:

Silvia ha detto...

oggi nevica anche qui! io sono ad ardea, sul lungomare vicino roma, e sta imbiancando tutto!!! almeno per oggi io la neve, non ve la devo invidiare ;)

Anonimo ha detto...

Sono affascinato dalla tua prosa Marco.
Bellissime immagini, sembra di essere lì con te...
Chissà, forse tra qualche tempo

Diego