domenica 28 febbraio 2010

Colori

Questa settimana ne abbiamo viste di tutti i colori.
Lunedì era quasi sereno, ma alle 9 di mattina c'erano -24 gradi (non fa freddo solo all'Ultimo Thule). Sembrava comunque molto sopportabile. Dopo aver portato la recluta in caserma, sono andato a fare una perlustrazione (giro in centro), saro' tornato verso le 10.30 a casa e ho bevuto un bel bicchiere di latte freddo di frigo.... solo che non l'ho sentito freddo, anzi era tiepido! Il frigo andava ero io che ero mezzo congelato!
Martedi ci ha svegliati un sole bellissimo (abbiamo le finestre rivolte a Est). Una giornata fantastica, il cielo blu, la luce radente faceva dei giochi di chiaroscuro sulla neve bianchissima. Uno scenario quasi disorientante, certe volte non si capisce dove è passato lo spazzaneve e dove no e ti trovi a camminare su un mucchio di neve fresca! Faceva talmente caldo che andavo in giro con la giacca aperta, ma era un caldo strano... quel caldo che trovi in montagna a 2000 metri: l'aria gelida (-5) e il sole che ti cuoce. Proprio un bel massaggio.
Mercoledì giornata grigia, temperature a -6. e ho trovato anche un po' di nevischio, diciamo la giornata tipica di questo inverno.
Giovedì grande sorpresa invece. Pensavo si fosse bruciato un carattere sul display del termometro wireless (una chicca), temperatura positiva +1.6! Incredibile! Da quanto tempo!!! Ma la gioia per i gradi "caldi" è finita presto. Giornata uggiosa, un po' di pioggia e a metà mattina è arrivata anche la nebbia... nooooooo! Sembrava di essere a Padova! La neve ha iniziato a sciogliersi con mio sommo disappunto. Nonostante i riscontri strumentali faceva freddo, l'umidità ti si infilava sotto la giacca.. cheppalle!
Venerdi grosso modo la stessa storia. In giro la neve lasciava posto a un po' di fanghiglia e paciugo, delle belle pozzanghere di melma invadevano strade e vialetti del parco. Mi aspettavo che i mucchi di neve alti 3 metri resistessero un po' di più, invece si sono rivelati piuttosto debolucci. Non c'è più la neve di una volta!
Sabato grande sorpresa (finalmente) è tornato il freddo. Tutta l'acqua che ieri creava piccole paludi in giro, durante la notte ha ben pensato di gelare, creando dei lastroni di ghiaccio molto ma molto più scivolosidi una pista da pattinaggio. Nel pomeriggio è arrivata anche una bella nevicata tosta. Fioccava bene e in un quarto d'ora ha imbiancato di nuovo tutto. Così mi piace! Tutto pulito!
Oggi fa di nuovo caldo ed è tornato il paciugo, ma il meteo dice che il freddo tornerà e ci hanno venduto il disgelo per la fine di marzo.... boh, vedremo cosa succede. Se non altro questa settimaa non ci siamo annoiati, e magari gli uccelli e tutti gli animali selvatici hanno trovato qualcosa da mangiare (si è vista un po' d'erba).

martedì 23 febbraio 2010

Informazione made in italy

Sui libri di storia c'è scritto che la storia si fa con i documenti. La storia moderna (nei paesi dove si studia) si chiama giornalismo. Io, nel mio piccolo, ho una certa passione per la storia, moderna e non. Visto che ormai ogni giornale è fazioso (permettetemelo) per capire veramente cosa accade devo accedere a diverse fonti. Beh se c'è una cosa che non manca su internet sono le fonti, e sono anche di un certo rilievo.
Certo che pero' fa un certo effetto leggere le notizie del bel paese da 2500 km di distanza. Che effetto? Beh se non altro non mi viene da vomitare.
Vorrei fare una carrellata sulle notizie di oggi.
Cercherò di non dare ovviamente un taglio politico alla cosa.

Telecom viene accusata di una mega frode fiscale. Cioè Telecom, quella coinvolta nello scandalo delle intercettazioni. Quella Telecom, che in colpo solo si è comprata tutta la rete tecnologica italiana, e che è stata acquistata in malo modo con una scalata aggressiva dal suo attuale padrone, azione dalla quale la società non si è ancora ripresa visti gli enormi debiti. Mamma Telecom, a cui tutti abbiamo pagato un canone incredibile, ricordo bollette da 60 euro con 2 euro di traffico e il resto canone, bolli, tasse e l'immancabile iva.
Ma dico, qualche settimana fa il super Tronchetti viene indicato come principale mandante delle intercettazioni fuori legge, qualche giorno fa sempre il mega boss di Telecom il buon Tronchetti veniva dato per vincente sulla poltrona di Mediobanca con grandi applausi del mondo della finanza. Sorvoliamo sul fatto che sembra coinvolta anche Fastweb, altra grande realtà delle TLC.
Ecco questa è una cosa tipicamente italiana: un accostamento di assurdità che pero' te lo passano come fosse normale. Secondo me c'è qualcosa di malsano in tutto cio'. Ma voi potreste dirmi "Chettenefrega? Tanto il falso in bilancio è stato depenalizzato..."

Ok, cambiamo news.
Alla faccia di chi ha sempre pagato le tasse (io le ho sempre pagate) hanno deciso di fare uno Scudo Fiscale, per permettere a chi era riuscito a nascondere capitali all'estero di poterseli portare in italia con una "sanatoria" (tipo come quando Silvio ha pagato 1200 euro anzichè 4 milioni). Ora accettiamo anche questa sanatoria, chiamatela come volete.
Ma perchè il ministero deve dire che sono rientrati in italia 95 miliardi se BankItalia dice che ne sono entrati solo 35? BankItalia è un organo che raggruppa tutte le banche d'italia. Se non lo sanno loro il dato ufficiale il ministero come fa a saperlo? Il ministro ha sguinzagliato le sue segretarie per controllare?
Ci deve sempre essere qualcuno che è più figo di tutti gli altri, e guai a chi osa ribattere.

Ok cambio news.
Parliamo di smog? In Lombardia (come un po' dappertutto) è emergenza inquinamento atmosferico. A Parova mi ricordo parecchie domeniche senz'auto. Magari non facevano granchè, e poi non c'erano vigili in giro e più di qualcuno la faceva sporca. Alla proposta di fare UNA domenica senz'auto, 134 comuni su 136 hanno risposto no.
Ma io dico, ma questi cazzo di sindaci, non la vedono l'assurdità? Stiamp parlando di una domenica, la si potrebbe organizzare tipo con una biciclettata o qualcosa di simile, una giornata tutti insieme a piedi nella piazza del comune. No, non si sa mai che la gente poi faccia amicizia. No no, bisogna sempre rimanere incazzosi e minacciosi verso i vicini che non si sa mai.
Mi piacerebbe tanto sapere cosa sperano questi sindaci, probabilmente che venga a piovere, cosi pulisce l'aria.

Secondo uno studio di ManagerItalia, nel nostro paese una donna su 4 dopo la maternità lascia il lavoro, mentre negli altri paesi europei (perfino Spagna e Grecia) dopo 3 anni la donna riesce a rientrare nel mondo del lavoro.
Ma glielo dici tu al capo che tuo figlio sta male che oggi arrivi 2 ore dopo? Hai mai provato a chiedere al boss "devo uscire 2 ore prima perchè l'asilo chiude alle 3". Ma come fa un comune a fare un asilo che chiude alle 3? Giuro l'asilo comunale vicino casa mia aveva degli orari da statali...
Sembra che le cose le organizzino sempre per farle andare male.

E poi la ciliegina. In provincia di Mantova (mi ricordo un risotto alla mantovana mangiato da quelle parti che era la fine del mondo, con quelle salsicce...mmmm) il comune approva un regolamento che consente alle sole famiglie cristiane o cattoliche di iscrivere i figli all'asilo.
Cioè, se uno è semplicemente per i cazzi suoi e non vuole essere di nessuna religione non può mandare il pupo all'asilo. Cominciamo presto con le discriminazioni, ovvio che poi quando hanno 20 anni si ammazzano... Ma io dico... ma non ci pensano?

Ripicche, odio, ricatti, incazzature, gossip. Ecco questo è lo spaccato dell'italia. Poi in realtà dei problemi veri non gliene frega niente a nessuno.

Oddio forse sbaglio io.
Forse è giusto che se non appartieni a nessuna setta religiosa o se appartieni alla squadra sbagliata non ti venga dato il servizio dell'asilo.
Forse è giusto non avere diritto ad un posto di lavoro se si ha un bambino, o sei sei donna in età fertile magari appena sposata o giu di lì (una mia amica sul curriculum aveva scritto "lesbica maschio" per far capire che non avrebbe avuto figli).
Forse è giusto che tra i vari organi di governo e di controllo quello che sta più in alto possa dire sempre tutto quello che vuole, ci sarebbero meno problemi.
Forse è giusto che cose come il diavolo e l'acqua santa stiano insieme e ci stiano bene, come quel corona che dice "io rubo ai ricchi per dare a me, come Robin Hood" e la gente lo acclama ad eroe.
Sarà anche giusto così ma a me fa venire mal di stomaco. Qui cerco un po' di serietà, non ce ne vuole mota per salire di poco.

sabato 20 febbraio 2010

Una brioches ma senza marmellata

Quattro giorni, questo il mio ritorno lampo in patria. Sono pochissimi, giusto un assaggio di casa. Una brioche, non la torta che vorrei.

Le cose da fare sono ovviamente tante, saluta amici, colleghi, pranzi e cene rigorosamente in famiglia. A pranzo e a cena con i miei mi sono dovuto cuccare ovviamente un po' di tv (non sono abituato, non la guardavo nemmeno quando ero in italia). Le trasmissioni più gettonate ovviamente "La prova del cuoco" e telegiornali di ogni forma e dimensione.

I telegiornali mi hanno veramente messo tristezza addosso. Non tanto le notizie di politica che tanto sono sempre uguali, ma le notizie relative alle aziende in chiusura, chi fallisce, chi pur essendo in attivo chiude per delocalizzare all'estero dove costa un terzo. Tutte cose già viste da molto tempo, la notizia è sempre la stessa cambia solo il nome dell'azienda e il numero di persone che restano col culo per terra.


Perché i governi italiani (di tutti i colori) non sono mai intervenuti contro la delocalizzazione? Domanda banale, risposta ovvia.

Perché uno zuccherificio deve fallire? Non mettiamo forse lo zucchero nel caffè tutte le mattine? Da dove lo compriamo? Dalla Cina? Per me lo zucchero è sempre stato Eridania, fin da piccolo. Ok. Sarà un'altra cosa che se ne va della mia infanzia, come i trenini Lima.


Ho trovato il tempo di andare a trovare un vecchio cliente che mi aveva chiesto degli aggiornamenti sul software gestionale (è uno dei miei prodotti). Questo cliente ha una piccola azienda, produce prefabbricati, armature in ferro per cemento armato e altre cose per l'edilizia. Ho trovato l'azienda "vuota". All'inizio non ci ho fatto caso, per il mio cervello era domenica. Poi ho pensato "no aspetta, io sono qui in ferie ma è giovedì!". Sono entrato in ufficio e dopo i dovuti convenevoli mi racconta la situazione disastrosa. Il lavoro fermo, l'ipoteca sull'azienda, azienda che ha messo su suo padre e non ha mai MAI avuto bisogno di fidi e prestiti per andare avanti. L'impossibilità di pagare il prestito e la banca che gli mette un cappio alle palle e gli dice "ok, ti vengo incontro, non ti fotto l'azienda, ma tu mi metti una bella ipoteca su casa tua". Che fai? Perdi tutto tranne le mutande o rischi di perdere anche quelle?


Conosco abbastanza bene queste zone. Ho avuto e ho ancora un po' di clienti qui.

Chi lavora con l'edilizia (vetrerie, infissi, prefabbricati),. chi con l'arredamento (legno, componentistica), chi con le minuterie metalliche, chi con il montaggio di precisione. Tutte aziende medio piccole, molto specializzate. Ognuno produce componenti che qualcun'altro assembla in oggetti più complessi, che vengono montati a loro volta in altre cose che poi finiscono sul mercato. È tutta una catena.


Il territorio qui attorno è completamente antropizzato, una casa un campo, un capannone. La vecchia casa di famiglia, il campo che lavorava una volta, l'azienda tirata su negli anni 50-60 e poi portata avanti dal figlio. Sono tutte così, o quasi.

E le strade sono tutto un via vai di furgoncini, camioncini che vanno e vengono tra queste aziende. Chi porta i pezzi da lavorare, chi prende i pezzi lavorati per portarli al prossimo stadio.

Vedere le strade quasi deserte, di giovedì pomeriggio, sentire le sofferenze del mio cliente (non le solite lamentele da imprenditore), e il resto del telegiornale mi ha messo una tale tristezza addosso che avrei voluto non essere tornato.

Giulia era venuta con me, e tornando in macchina ne abbiamo parlato un po' e ci siamo trovati con le stesse identiche idee.


Tanti negozi in giro, ma la merce non è prodotta in italia. Con che soldi la compriamo? Il mio lavoro non è vera produzione. Il mio lavoro è di supporto a chi prende un pezzo di ferro e lo fa diventare una vite o un cacciavite. Se la catena si inceppa da qualche parte, piano piano si inizia a fermare tutto. Anche il mio lavoro si fermerà.

Con un sacco di interrogativi ho ripreso l'aereo per tornare qui a Norrkoping. Un assaggio di italia e nemmeno troppo dolce.

mercoledì 17 febbraio 2010

Automobili e dintorni (secondo atto)

Nelle ultime 2 settimane, andando in giro a piedi, mi è capitato diverse volte di trovare e aiutare gente con l'auto bloccata a causa di ghiaccio e neve.
Gente normale, svedesi, non l'italiano di turno abituato al sole di Napoli. Automobili anch'esse normali, Volvo, Citroen, Toyota...
Beh, un po' mi sono stupito. Uno svedese che resta bloccato dalla neve con una mega Volvo con gomme chiodate?!? Una Citroen non me la comprerei nemmeno per andare in giro in italia... te la compri qui? Ma lo sapete cos'è un differenziale autobloccante? Potrebbe farvi comodo...
Si insomma, da buon italiano ho riso un po' di loro dentro di me.
Ma la semplicità con cui ti chiedono aiuto, quasi con naturalezza, mi ha colpito. In italia piuttosto avrebbero chiamato un carro attrezzi. Li ho aiutati molto volentieri proprio per questo. E devo dire che ho fatto anche un buon lavoro (ho fallito solo con la Citroen di una signora, mi spiace non sono Superman).
Considerando che mia moglie parcheggia la macchina in un parcheggio gratuito, sterrato, dove non passa lo spazzaneve, e che la mia macchina è stata costruita in Spagna, mi sono sentito una spanna sopra gli altri. Eh si, la nostra auto è sempre uscita dal parcheggio senza (troppi) problemi!
Hai presente che non bisognerebbe pensare queste cose?
Sabato mattina Giulia rientrava a casa dal turno di notte, e siccome il suo solito posto era occupato ha cercato un altro posto, che pero' desse una certa sicurezza di accessibilità (con la neve gia pressata).
Lo ha trovato, con le tracce ben visibili. Ci ha messo la macchina sopra ma... appena ci si è fermata la macchina "è andata giù che non so se viene più fuori".
Sabato pomeriggio dovevamo andare in macchina da alcuni amici. Non si è mossa di un millimetro. Li abbiamo raggiunti in tram.
Essendo che quando ci sono problemi in genere li risolvo io, domenica mattina sono stato inviato in missione di recupero e salvataggio.
Valuto la situazione. La neve arrivava fino al bordo inferiore della portiera, il pavimento dell'abitacolo era di 10-15 cm più in basso. Le ruote erano belle affondate, e cosa peggiore, slittavano tutte e quattro, alla faccia della trazione integrale.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: se avessi una spada laser da cavaliere Jedi potrei sciogliere questa neve con una semplice passata.
Frugo in tasca, mmm... la spada laser mi deve essere caduta da qualche parte... toccherà spalare.
Non avevo un badile, ma essendo dotato di molta fantasia, mi sono arrangiato con una spatoletta da ghiaccio di plastica (una di quelle lunghe, non un cucchiaino da gelato).
Cosa vuoi che sia, ho pensato, basta liberare un po' le ruote, poi la macchina si muovrà.
Dopo un'ora e mezza di bestemmie arriva un tizio che mi parla in svedese. Avrà sui 60 anni, ma li porta bene. Gli dico "Sorry, I don't speak English". Questo per tutta risposta mi mostra un bellissimo badile di ferro e poi mi indica il palazzo dall'altra parte della strada. "Io abito li, ti ho visto...".
Io e il mio salvatore abbiamo lavorato un'altra ora e mezza. Abbiamo scavato tutto intorno alle ruote, davanti e dietro, sotto la macchina fin dove si riusciva. Anche sua moglie è venuta a dare una mano. Abbiamo provato a mettere della terra sotto le ruote per aumentare il grip, ci ho messo anche i tappetini della macchina. Niente da fare, le ruote giravano sempre a vuoto. Poggiavano su un bellissimo lastrone di ghiaccio. La macchina, appoggiata con la pancia su un mucchio di neve, non si muoveva di un millimetro. A spingerla, sembrava di appoggiarsi ad un muretto di cemento.
Ad un certo punto, gli ho detto che era meglio lasciar perdere che avrei riprovato con un mio amico più tardi, non volevo approfittare troppo del suo aiuto. L'ho ringraziato per la sua incredibile gentilezza. Il tipo e la moglie mi fanno "vabbè" e mi salutano.
Passano 5 minuti e una Volvo V70 mi si parcheggia a culo, alzo lo sguardo, è lo stesso tizio, con la moglie. Il tizio non vuole sentir ragioni, apre il bagagliaio, tira fuori una corda, me la attacca al culo della macchina, se la attacca al suo gancio di traino, e con un paio ti tironi il gioco è fatto.
La Viking ha di nuovo motricità, e sgomma allegra nella neve alla ricerca di nuove avventure. Ci starebbe bene un DONUT!
Senza parole! Mi sono dovuto rimangiare tutto quello che avevo pensato degli svedesi al volante e delle Volvo!!! Ma l'ho fatto volentieri.
Con la stessa naturalezza con cui mi hanno chiesto aiuto, me lo hanno anche offerto. Che gente fantastica. Sembra quasi che essere vicini di casa sia sufficiente a considerarsi semplici esseri umani a pari livello. A Padova la gente non è così. Hanno tutti la puzza sotto il naso "sei nella merda? cazzi tuoi, affogaci", probabilmente è lo standard della grande città. Ma qui sembra quasi di essere in Umbria, dove la gente è gioviale, e se i incrocia per la strada ti saluta e ti sorride.
È stato davvero un bel gesto, e mi sono sentito orgoglioso di averlo ricevuto e ancora di più di aver aiutato gli altri. Perchè è giusto che sia così. Perchè bisogna darsi una mano. Fa parte delle regole del villaggio. E qui, dove la natura è più selvaggia, questa cosa si sente ancora di più.
Per me è stato come tornare in un'epoca passata, lontana dalle metropoli e dall'indifferenza delle persone.
Mi sono fatto lasciare un bigliettino, con nome e indirizzo del tipo, mi voglio assolutamente sdebitare.

venerdì 12 febbraio 2010

A colloquio coi prof

Prima o poi doveva accadere, essendo padre sapevo che sarebbe successo. Ma non me lo aspettavo così presto. Insomma... Rocket ha 19 mesi!
Quando la maestra del nido mi ha dato il foglietto con l'appuntamento (un meeting per parlare di come sta andando) sono rimasto stupito.
Immediatamente ho iniziato a pensare che mi sarei preso carne (che mi avrebbero detto su tante parole, che mi avrebbero fatto il culo... insomma il concetto lo avete afferrato no?).
Magari gli faccio troppi pochi bagnetti, o forse gliene faccio troppi, o qualche volta non gli ho messo la crema allo zinco sul culetto e se ne sono accorti, o forse inizia a ripetere le parolacce che mi scappano e vogliono sapere se sono io che gliele insegno... Aiuto!!!
Mi è venuto in mente quando andavo a scuola, e mio padre andava a colloquio con i miei prof. Non ero certo uno stinco di santo! Quando tornava a casa, o mi andava bene che aveva visto solo i prof di matematica, fisica, o biologia, oppure erano cazzi. E giu parole....
Che ci posso fare, ci sarà stato un motivo se ho scelto un liceo scientifico no? Ma in italia se non ti fai una base su letteratura e filosofia pare che sia brutto quindi devi romperti le palle su un sacco di cose inutili.
Arriva il giorno fatidico, sono davanti all'asilo 10 minuti prima dell'appuntamento (vorrai mica fare tardi?). Accompagno il cucciolo all'interno e gli tolgo guinzaglio e museruola. Subito si mescola ai suoi simili e va a rubare una macchinina ad uno più grosso di lui... eh si, ci vuole una certa sicurezza di se, ma sembra che lui ce l'abbia.
Camilla (la maestra) lascia il branco nelle mani delle sue colleghe e ci fa strada.
Ho un vago ricordo dell'aula professori della mia ex scuola. Uno stanzone grande, con dei tavoloni al centro a fare una specie di tavolo riunioni, dei banchi attorno alle pareti a mo' di pubblica utilità, qualche scaffale con cartellone piene di compiti, fogli e cazzi vari. I prof accoglievano mio padre in piedi, in mezzo al casino degli altri prof. Sfido io che poi era incazzato quando tornava a casa!
Chissà dove ci porta questa.
L'asilo assomiglia in pianta alla ISS, si proprio quella, la stazione spaziale internazionale. Se mettiamo le porte rotonde a tenuta stagna e togliamo la gravità sembra proprio quella.
Un corridoio centrale (main tube) attraversa tutta la struttura in direzione nord-sud, è l'ossatura principale. Lateralmente al main tube sono agganciati dei moduli abitativi, 6 in tutto, 3 sul lato est, 3 sul lato ovest. La struttura dei moduli è sempre la stessa, ma l'allestimento interno varia a seconda dell'uso.
Ogni tanto c'è un tavolino con un bel pc, roba seria e moderna, non dico altro ma pensate che è un asilo nido comunale.
Chissà se anche gli astronauti della Iss vanno in giro in calzetti per la stazione... non si metteranno mica in giacca e cravatta tutti i giorno no?
Arriviamo in una stanza. La prima cosa che mi viene da pensare (giuro) è: "Se la riunione la facciamo qui vuol dire che sono proprio dei fighi!".
La stanza è piccolina ma graziosa. C'è una scrivania in un angolo. Una libreria. Le pareti sono decorate. Una tenda sulla finestra addolcisce la luce. Ci sono 2 divanetti di velluto con in mezzo un tavolino da the. Sul tavolino un piccolo vaso con dei fiori, e un piatto con delle caramelle.
Mi viene in mente la cerimonia del thè giapponese, il modo in cui si prepara l'ambiente per accogliere gli ospiti, come si dispongono le decorazioni per dare importanza alla persona invitata e per farglielo capire. E lo stile minimalista svedese un po' mi fa pensare al paese del sol levante. La passione per il legno, l'illuminazione... Il motivo per cui sono li perde quasi d'importanza, vado dietro i miei pensieri, tanto Camilla parla con Giulia...
Poi piano piano viene fuori che il pupo si è ambientato bene, che si è abituato alle routine dell'asilo (gioca, mangia, lavaggio manine, poi si va a nanna e ci va da solo, aspetta che la maestra gli mette su la copertina e si addormenta... ficaataaa!!!!). "Mangia 2 porzioni al giorno." Come se a casa non mangiasse... ieri sera ha cenato 2 volte! Si diciamo ha un discreto appetito.
"Non ha paura dei bambini più grandi, anzi a volte è anche un po' prepotente." Si me ne sono accorto. Tra qualche anno se peggiora sarà il caso di iniziare un bel corso di disciplina marziale...
Camilla apre un quadernone ad anelli, sulla copertina c'è una grande foto di Rocket, all'interno ci sono altre fotografie di Rocket in varie attività. Con didascalie esplicative molto graziose. Le foto sono incollate su un cartoncino colorato e le didascalie sono stampate su carta bianca ritagliate e incollate vicino le foto. Ci penso un attimo... è un bel lavoro artigianale... se pensi che lo fanno per tutti i bambini...
Parliamo un attimo della collezione di parole che Rocket sta usando, in recente aumento. Alcune sono in svedese, altre sono in italiano, ogni tanto ce n'è una nuova. Sembra che vada tutto bene!
Prima di lasciarci Camilla ci dice che periodicamente vengono fatte riunioni tra le insegnanti dell'asilo, in cui si parla dei singoli bambini, dei problemi che hanno, di come portare avanti il loro sviluppo ecc. Per Rocket ad esempio punteranno sull'insegnamento dello svedese visto che in casa si parla italiano.
La cura con cui svolgono il loro lavoro mi stupisce ogni giorno di più.
Mancava solo il the con i biscotti...

venerdì 5 febbraio 2010

Tracce di normalità

Prima di partire, quando dicevo in giro che sarei venuto in Svezia, molta gente faceva tanto d'occhi. Come così lontano? Al freddo? Altri mi invidiavano, alcuni avrebbero voluto fare lo stesso, stanchi del bel paese, ma mille impedimenti li tenevano ancorati.
Quando sono partito nemmeno io sapevo cosa mi aspettava. Non con certezza almeno. Silvia e Gabriele avevano gia battuto la pista e ci avevano dato una assaggio di cosa avremmo trovato.
Ma ogni occhio vede a modo suo.
Adesso sono qui, nella mitica Svezia. Io e mia moglie, come Silvia e Gabriele, scriviamo sul nostro blog e la gente legge le nostre avventure. Alcuni ci contattano e ci chiedono consigli per seguirci, affascinati da quello che raccontiamo. Ora, io ho paura di illudere le persone, di fargli vedere cose che non ci sono.
Io non so se mi sto abituando, ma inizio a vedere le cose in modo diverso da come era all'inizio.
La gente non è poi così strana. Mi dicevano "sono gente un po' fredda, difficile entrare in confidenza". Avete mai provato ad avvicinare un padovano? Lo definirei allo stesso modo. Mi dicevano "sono molto professionali, molto educati, ma non chiedergli umanità...". A Padova spesso non sono nemmeno tanto educati con un italiano dell'Umbria, non parliamo d'altro.
Pero' qui a Norrkoping non è come a Padova. È una città più piccola. Ad amici e parenti dicevo "è una città come Vicenza". No, non è Vicenza. È più un paesino. Dove la gente quasi si conosce tutta, si ferma per la strada si saluta e chiacchiera. Alle volte sembra di essere al mercato di Monterchi (provincia di Arezzo).
Se il tempo lo permette (temperatura maggiore di -20 gradi C) in giro c'è sempre un sacco di gente. Di tutti i tipi. Ed è gente normale!
Ragazze quindicenni o giu di li che escono da scuola (le riconosci, cantano in coro la hit del momento...). Universitari che parlano probabilmente dell'ultima festa, tutti infighettati. Anziani col girello che vanno a fare la spesa. Un tipo sui 40 che gratta il ghiaccio dal parabrezza e mentre passo mi parla in svedese e sorride, forse era una battuta sulla situazione.
Si sono assolutamente in un posto normale.
La gente si incazza eccome! Non è vero che non accade. Certo magari sono leggermente + calmi di noi quando accade. Quello che ho raccontato nel mio post precedente me ne ha dato la prova, l'autista si è incazzato con me (era questo il succo del post, non so se si è capito)!
Gli autobus sono molto ben organizzati (dovrebbe passarne uno ogni 10 minuti), ma puo' capitare che aspetti parecchio. Ieri sera avevo un elefantino in braccio e alla fermata c'era anche una signora svedese, lo abbiamo aspettato per 35 min. Quando è arrivato l'autista si è preso un po' di parole. È stato bellissimo!
In giro si vede gente di tutti i tipi, di tutti i paesi. Il mio vicino di pianerottolo è un ingegnere kurdo, l'altra mia vicina è svedese.
Basta andare a fare una passeggiata e vedi gente di ogni tipo e classe sociale, per non parlare dei bambini che urlano quasi come il mio Attila, o dei cani che abbaiano e cercano di azzannarsi al parco anzichè obbedire docilmente al loro padrone.
Se non fosse per le bufere di neve e tutto questo bianco di notte sembrerebbe quasi di essere a casa!

lunedì 1 febbraio 2010

E tu chi sei?

Come si sente un marocchino in italia? Come mi sento io qui?
Certo io sono un immigrato di serie A, sono arrivato qui con le mie belle carte di credito, ho fatto un bel bonifico per avere una bella casa, sono andato all'ikea per comprare l'arredamento, ho noleggiato un furgone per portarmelo, compra di qua, spendi di la... serve questo? Strusc... fatta! Serve quello? Ristrusc!
Però mi sento "diverso". Hey non in quel senso... Si vede che non sono un autoctono, e anche se la gente è sempre molto gentile a volte ho un po' di timore di apparire "straniero". Oddio ha anche i suoi lati positivi a volte... La gente è curiosa, ti chiede da dove vieni, e ti chiede perchè se te ne stavi tranquillo in italia hai deciso di venire qui. Vi sfido a spiegarlo in 2 parole, ma quando pronunci la parola "politicians" capiscono tutti. Poi ti chiedono se ti piace qui. Non so se sono tutti così o sono semplicemente fortunato, ma il fatto che sono effettivamente in terra straniera, mi tiene in costante allerta. La paura verso gli immigrati ci sarà anche qui?
Cerco di mimetizzarmi ok? No non mi faccio biondo come Manfredi in "Pane e Cioccolata".
Allora, quando vai fuori a -10 tieni la giacca aperta, come fanno qui, perchè senno' si accorgono che sei uno abituato al caldo.
E poi quando cammini su quella melma misto neve-ghiaccio cammini sicuro e sciolto, cercando di non romperti una gamba e/o i denti cascando per terra come un sacco di patate.
Da qualche giorno accompagno Riccardo all'asilo in autobus. Ho detto a mia moglie che è perchè da qui all'asilo ci sono tratti di strada in cui c'è troppa neve per il passeggino, e altri tratti dove ce n'è troppo poca per lo slittino. In realtà è perchè a forza di spingere quel passeggino avanti e indietro stavo facendo troppe gambe addominali e glutei, se lo porto in autobus faccio un po' di bicipiti!!!
Eccomi, esco la mattina, fa -13. Giacca aperta, senza guanti, Riccardo in equilibrio su un braccio che fa di tutto per buttarsi giu, 5 minuti a piedi nel parco e arriviamo vicino la fermata.
Hey ci sono delle ragazze che aspettano l'autobus!
Il maschio italiano che è in me (nemmeno troppo nascosto) si attiva.
Eh si, perchè le ragazze qui riescono a vestirsi sexy anche con mezzo metro di neve e temperature assurde!
Cammini disinvolto, come se fossi in riva al mare. Questa specie di scimmietta da 15 kg? No non pesa mica... non mi sbiiiii .... iiilancia nemmeno.
Freddo? Chi ... io?? Hey, guarda che quando sono nato, a Venezia, i gondolieri pattinavano in laguna!
Poi prendi l'autobus.
Alta tecnologia dappertutto, anche qui...
L'autobus ha un computer di bordo, collegato a vari dispositivi, tra cui odometro, gps, e le obliteratrici elettroniche. Il computer di bordo sa dove si trova il bus e dove sta andando, e comunica il nome della prossima fermata su un display a led e con una registrazione vocale. Ovviamente comunica via rete wifi con la centrale, in modo che sui pannelli a led delle varie fermate (anche questi raggiunti via rete) possa essere indicato il tempo di attesa per l'autobus. Insomma un bel giocattolo.
Ma io sono all'altezza! La tecnologia è il mio pane...
Il biglietto? È una tessera ricaricabile con tecnologia RFID a bassa frequenza. L'obliteratrice ha un display e una serie di bottoni (scritti in svedese, dovrò pure impararlo prima o poi), schiacci quello giusto per il tipo di biglietto che ti serve, avvicini la tessera... beep! Luce verde. Via onde radio viene scalato il credito memorizzato sulla tessera e contemporaneamente viene registrato un file con il biglietto appena acquistato, che sarà riconosciuto valido da altre obliteratrici per i prossimi 75 minuti (tipo se cambi autobus). Inutile che pensiate di craccare il sistema scrivendo i biglietti autonomamente, è impossibile. Anche riuscendo a leggere e scrivere sulla tessera, tutti i file nella memoria sono firmati elettronicamente con un sistema a doppio certificato (chiave pubblica e privata). Nemmeno gli sviluppatori che lo hanno creato hanno accesso ai certificati veri.
Se non va, se non hai soldi nella tessera, se l'antennina non riesce a leggere/scrivere il chip di memoria della tua fottuta card per qualsivoglia motivo: luce rossa. Puoi scegliere se ritentare l'operazione, scendere dall'autobus o farti aiutare dall'autista che ha un computerino a fianco del volante con cui puo' fare un po' di tutto.
Eh questi autisti, sono proprio dei gran fighi! Oltre a portare un giro per la città un bestione da circa 250 cavalli lungo 15 metri e largo 2, fanno veramente un sacco di cose.
L'autista guida, l'autista controlla sul tuo telefonino il biglietto che hai fatto via sms, l'autista ti prende la tessera e ti fa il biglietto via RFID ricaricabile, gioca a flipper con il computerino, poi (sempre mentre guida) apre la macchinetta e cambia il rotolino di carta su cui vengono scritti probabilmente tutti i log dell'autobus: temperatura dell'acqua, pressione dell'olio, km per litro, chi ha timbrato e perchè, e i punteggi del flipper.
Eccoci, una giornata normale come tutte le altre... Arrivo alla fermata con il mio pupattolo tutto eccitato sul braccio sinistro. Dai che prendiamo l'autobus!!!!
L'autista si ferma precisamente davanti a me, apre la porta anteriore. Sono davvero gentili.
Sembravo Wilfred Ivanhoe, il cavaliere. Dando sfoggio della mia armatura e di quanto elegantemente cavalco il mio destriero e giostro la lancia, salgo sull'autobus, e quasi con noncuranza strucco il bottone, schiaffo la tessera sulla macchinetta... beep! luce verde. Faccio un passo avanti...
E...
Una voce dietro di me bercia: "HEY ...(boh)... TICKET!!!" poi altre parole smadonnanti in svedese.
Deduco che potrebbe esserci stato qualche piccolo problemino di comunicazione tra la mia tessera, e il display dell'autista.
Mi giro, con la tessera ancora in mano, forse ho sbagliato bottone, provo a chiedere "checc'è?" in inglese all'autista.
Questo imperterrito continua a dirmi su parole in malo modo in svedese.
Fosse successo in italia lo avrei mandato affanculo giuro.
Tutte le mie sicurezze, tutta il mio castello di carte, tutto crollato in un attimo. Non me l'aspettavo...
Alla fine sono riuscito a schiaffargli lì "can u repeat in english PLEEAASE?" e gli ho dato la mia tessera.
Questo passa la tessera sul suo megacomputer senza parlare. Luce rossa. Fa 2-3 operazioni, controlla il mio conto in banca forse, guarda se ho dei precedenti penali. Mi guarda dicendo con gli occhi "ti spacco la bocca" gli rispondo con gli occhi "ti rimando a scuola guida senza gambe". Poi fa venire fuori una lucetta verde e mi restituisce la tessera. Mi giro con gesto atletico, e mi cerco un posto.
Al ritorno dall'asilo, ho ripreso l'autobus. Ma il biglietto non era piu valido come avrebbe dovuto!
Secondo me quello stronzo di un autista mi ha fregato.