Finalmente a casa un'altra volta.
E' sempre bello tornare. Si certo, un po' stressante, saluta questo, vai da quello, ma è bello.
La settimana scorsa a Norrkoping, nonostante la primavera inoltrata, ha nevicato 2 volte. L'italia ci saluta con una dolce brezza tiepida, 21 gradi alle 8 di sera. Il cielo è un po' "sporco", c'è un po' di foschia a tutte le ore. Non me la ricordavo così, in Svezia il cielo è sempre così limpido (quando c'è il sole). Ho l'impressione di non vederci bene, o di avere gli occhiali appannati, invece è solo l'umidità dell'aria.
Torno per vedere i miei cari. I miei genitori, mia sorella, gli amici. Dio quanto mi manca una bella serata con i vecchi amici a fare baldoria come un tempo. Mi sento improvvisamente lontano da tutti questi posti, da tutte queste persone. E' come se facessero parte di un ricordo di 10 anni fa, eppure sono partito solo da 6 mesi.
Tornare e andare in giro a salutare la gente mi lascia un sapore strano in bocca.
Mi viene in mente di quando ero piccolo, e mio zio veniva a salutarci. Lui viveva a Londra! Il suo arrivo era sempre un po' speciale, raccontava cose di paesi lontani… io adesso guardo le persone che vado a trovare e capisco che si sentono come me a quel tempo, e adesso quello speciale che viene da lontano sono io.
Cosa darei per tornare e basta. Non voglio essere quello speciale, non voglio essere quello invidiato ("tu si che te la passi bene di la"). No ragazzi, non è così facile, mi costa caro starvi lontano.
Ci metto davvero poco a sognare di rientrare qui e dimenticarmi l'avventura svedese. Riprendere una vita "normale".
Certo parlando con gli amici e sentendo di come le cose siano ancora le stesse (lavori in sub appalto di sub appalto, consegne sempre anticipate a ieri, i capi che ti chiedono sempre di lavorare oltre l'orario di lavoro normale per consegnare lavori per ieri, frenesia, nervosismo) mi fanno pensare al confronto con quel posto a nord, dove c'è un gran rispetto per la vita privata delle persone, e dove esiste un incredibile equilibrio tra il tempo che passi in ufficio e quello che riesci a passare con la tua famiglia e i tuoi figli.
Si dai è inutile che ce la stiamo a menare, quanti papà hai visto andare al parco con i figli alle 5 del pomeriggio in italia in un giorno feriale? Posso dire zero, non ne ho mai visti, io mosca bianca che ha preso la paternità facoltativa, l'unico tra amici e colleghi che hanno avuto bambini nello stesso periodo.
Eppure tornare qui avrebbe il suo perchè, farsi il giretto al mercato in maglietta il sabato mattina, andare a cena dai nonni… eh magari!
Continuo a parlare con gli amici, si parla di casse integrazioni, di mobilità di aziende che chiudono e di quelle che forse chiuderanno. E quelli che hanno perso il lavoro che fanno sempre più fatica a trovarne un altro. Solo gran tristezza alla fine, accorgersi che le cose che si leggono sui giornali sono vere o false a seconda dei giornali.
Questa settimana Giulia vedrà anche il suo ex-capo, ora diventato primario in una città vicina. Lui ha detto che se lei non ha ancora deciso di rimanere all'estero per sempre ha qualcosa da proporle.
Queste poche parole quasi mi fanno sognare di tornare, quasi. Oddio, se le offrissero un lavoro potremmo anche fregarcene di tutto il resto e scavarci la nostra nicchia qui, come tutti.
Giulia fissa l'incontro, un gelato in Prato della Valle. Ed ecco la grande proposta. Un contratto di collaborazione con Partita Iva (parola magica in italia) che in realtà ancora non esiste, ma che potrebbe essere disponibile verso ottobre. Certo dopo nonsisaquantotempo potrebbe esserci un concorso per ottenere un posto a tempo indeterminato. Ah già, tutto questo ovviamente facendo la pendolare, circa 2 ore e mezza di viaggio al giorno tra andata e ritorno.
Non ci vuole molto a valutare l'offerta.
Ti "potrebbero dare" la stessa paga mensile attuale, ma senza ferie pagate, senza malattia pagata, senza maternità, per un lavoro senza orari precisi, senza recupero delle ore fatte in più (in italia non si usa) senza il "regalo" di una settimana di ferie per ogni settimana di turno di notte, e con la rogna di farti 2 ore di viaggio tra andata e ritorno. Beh su base annua fa una bella differenza.
Lasciare un posto a tempo indeterminato per uno da precario, con un bimbo piccolo, e con la disgraziata voglia di farne un altro. I commenti li lascio a chi legge.
Certo per contro staresti nel posto più bello del mondo, vicino i nonni, gli amici, buon cibo, tutti che parlano la tua lingua..
Ne abbiamo parlato con i miei, di questa e di altre cose, non tanto per ridere, quanto per dar loro la prova delle differenze, il motivo della nostra "fuga". Sono rimasto un po' sconcertato dalla reazione.
È normale dover fare la gavetta. È normale che il geometra che fa i disegni prenda niente in confronto all'architetto che li firma, è normale un una stagista non pagato faccia il progetto di un ospedale che poi un ingegnere firmerà. È normale che il politico di turno chieda la consegna dei progetti con un anno di anticipo per poterli usare come propaganda elettorale.
È tutto normale in questo paese. La gente non si stupisce neanche più.
Facciamo le nostre valigie, domani si parte, con un pizzico di tristezza nel cuore.
PS: nel parco di cui ho parlato tanto tempo fa ho visto che stanno costruendo ancora, a dispetto della crisi, del mercato immobiliare fermo, e del parco, di cui resteranno 4 alberi...