lunedì 23 maggio 2011

Gomma bruciata e ferro incandescente

La passione ci guida. Era scritto sulla targa della mia vecchia Coupè gialla.
La passione ci porta in giro, ci tira, ci strattona.
Faresti 1000 km andata e 1000 al ritorno in una giornata solo per seguire la tua passione? Si certo! Se ci riesco lo faccio. È che a volte non puoi, devi rimandare, c'è qualcosa di più importante e noioso che però ha la priorità.

Dalle parti mie si dice "per il secco va bene anche la tempesta". Come a dire che arrivato ad un certo punto ti accontenteresti anche di andare a vedere i bimbi che corrono con le Peg Perego… Ma questo giro posso dire di aver bagnato il campo con la Ferrarelle!

Era qualche anno che non riuscivo ad andare a qualche evento motoristico, ogni volta capitava qualcosa e tutti i programmi saltavano.
Come se non bastasse, l'ultimo evento "serio" a cui ho partecipato (tra l'altro per lavoro, con un servizio fotografico commissionato, e quindi con possibilità di andare OVUNQUE) mi sono annoiato a morte… ero occupato a pensare al mio bimbo di 4 mesi che mi aspettava a casa, e non vedevo l'ora di andarmene.

Che disdetta!

Ma l'importante è non perdersi mai d'animo e continuare a provarci!

E così, con la scusa che ormai Rocket è grande, e DEVE conoscere il mondo, e soprattutto considerato la vicinanza di certi "luoghi di culto" sono riuscito ad organizzare un paio di FUGHE.

La prima Martedì scorso, di sera, in compagnia di Gabriele e Michele che ringrazio oarticolarmente per aver guardato Rocket mentre io scattavo qualche foto.

Destinazione: Speedway Arena di Norrköping.

Non la chiamerei "pista", arena ci sta bene. È sostanzialmente un circo romano dove ci si sfida con le bighe, stile Ben Hur, solo più veloce. In italia è una specialità molto rara.

Si corre con delle moto speciali su una pista ovale in terra battuta lunga circa 3-400 metri. Le moto sono "strane", grezze ed economiche, come delle bighe romane: monomarcia, senza ammortizzatori se non un paio di braccetti oscillanti sull'anteriore (a qualcuno dovrebbe venire in mente il Ciao della Piaggio), motore 500cc da circa 80 cv alimentato ad alcool, niente freni.
Si si avete capito bene, niente freni.
E come si frena? Un pilota di SpeedWay ti risponderebbe: "Se vuoi arrivare primo accheccazzo ti serve frenare?". Per fare la curva molli il gas, intraversi la moto per terra per rallentare, ti inserisci stando attento agli altri 3 concorrenti che cercano di sbatterti fuori, appena entrato in curva, dai tutto gas per spingere la moto verso l'interno e ci dai di controsterzo per farle fare la curva, poi arriva il rettilineo che serve solo a portarti all'altra curva.


Si è vero sembrano dei pazzi scatenati. I problemi arrivano se per caso uno cade davanti a te, e tu non puoi frenare per fare una semplice sterzata… sono le regole del gioco.
Estremamente veloci, estremamente divertenti. E Rocket era entusiasta.
Ah… la squadra di Norrköping ha vinto! La prossima volta ci compriamo anche la bandierona!

In un rarissimo colpo di Culo, e grazie anche a Big R., un nostro caro amico svedese che si è lasciato coinvolgere nell'avventura (è il papà di A. che vedete qui sotto) nella stessa settimana riusciamo ad andare a Mantorp, circuito a circa 80 km da casa nostra, dove si disputa l'STCC (Campionato Turismo Scandinavo), il Carrera Cup e altre gare.


L'idea iniziale era quella di andare con le famiglie al completo. La mia idea almeno. Perché' questi eventi sono belli da un lato ma noiosi dall'altro.
Un conto è vedere una gara in tv, dove le telecamere ti inquadrano tutti i punti caldi del circuito, le auto si vedono da vicino e sei comodamente seduto sul tuo divano. Diverso è essere sul posto, vedi le macchine da lontano, magari da dietro una rete di protezione, sempre dallo stesso punto perché andare dall'altra parte del circuito vuol dire fare 2-3 km a piedi.
La mia idea era "si va, si guarda un po', (così tu, moglie, ti rendi conto che è anche divertente!) quando ci stufiamo andiamo via e facciamo un bel picnic in campagna o in riva ad un lago.
Le nostre donne hanno dato forfait, "è rumoroso, e poi la pupa, e poi mi annoio, e poi cosa faccio…", vabbè…

Quattro uomini a piede libero, in mezzo a macchine da 300 all'ora, motori da centinaia di cavalli, gomme bruciate, freni incandescenti, sponsor… ragazze immagine… ehm… che altro ci serve?

Dopo 3 notti da incubo, in cui Martina e Rocket si sono dati il cambio per martellarci i co….ni ogni 30 minuti circa, la sveglia sabato mattina impostata per le 6.20 è tutt'altro che facile. Faccio fatica perfino a spegnerla. E figurati se mi rendo conto che dovevo alzarmi…. Ci ha pensato Rocket, come sua abitudine alle 6.30 mi viene a chiamare sul bordo del letto.
- "Uh… mpf …eh? Checcc'ë? Vuoi il latte?".
- "Bil da corsa papà!".
- "Hai ragione! Bravo Rocket che mi hai svegliato!!!"
Riusciamo a prepararci, e a partire in tempo, incredibile. Per l'occasione Rocket ha la maglietta della Ferrari, con un bel cavallino sul petto, hai visto mai che riesco a fargli una bella foto…

Big R. ci porta con la sua nuova V70 a destinazione. Per lui e per il piccolo A. (un anno più di Rocket) è la prima volta. Mi sento responsabile… se poi non gli piace sono io che ho lanciato la proposta. Non conosco il circuito, non so nemmeno cosa si vede con il biglietto base (non ho capito, il sito era in svedese, c'e' un biglietto da 200kr -> 20 euro e uno da 300kr che forse dà accesso ai box), non conosco nemmeno alcune categorie che corrono qui… Speriamo bene!

Arrivati al parcheggio subito il primo imprevisto. Rocket sta male, rimette tutta la colazione sporcandosi TUTTO.
Dentro di me dico: "ecco adesso ci tocca tornare a casa". E nelle orecchie sento il rombo delle moto da Superbike che partono per il warmup. SIGH!!!!

Per mia grande fortuna Big R. ha un cambio completo (io non mi aspettavo una cosa del genere, non era mai successo, avevo solo una maglietta e una felpa!).
Perdiamo un po' di tempo per pulire meglio possibile Rocket e la macchina, perdiamo anche il warmup dell'STCC.
Rocket sembra stare bene, beve un po' d'acqua e poi vuole andare a vedere l'origine di quel rombo accattivante.

Luce verde. Lasciamo la macchina con i finestrini un po' aperti (speriamo di non aver fatto danni, cazzo era nuova!) e andiamo a fare i biglietti. Entriamo e … SORPRESA! Siamo nel paddock!

Con il biglietto base puoi girare tutta la pista e tutti i box! Il biglietto da 300kr invece ti da diritto ad un posto a sedere in tribuna (capirai quanto mi frega…) è il contrario che in italia!

Facciamo in tempo ad arrivare al centro del paddock per vedere le STCC che rientrano ma subito dopo un rombo diverso da tutti gli altri ci fa drizzare i capelli sulla nuca… Io e Rocket ci dobbiamo scansare, un gruppo di auto deve passare per entrare in pista. Non potevo chiedere di meglio per il mio piccolo guerriero aspirante pilota.
Bassi, affusolati, potenti, rombanti, coloratissimi bolidi ci passano a 40 cm dal naso, con grande sfoggio di alettoni, rollbar, cerchioni scintillanti e carrozzerie fantascientifiche rasoterra. I Prototipi!


Io e Big R. giriamo un po', mostrando auto di qua e di là ai rispettivi pargoli… Si in realtà non ce ne frega (quasi) niente delle macchine, ci interessa stimolare i nostri cuccioli e vedere come reagiscono.

Seguendo le indicazioni di A. andiamo in direzione sud, e ad un certo punto metto i piedi nella sabbia, 100 metri alla mia destra vedo le macchine che escono dal rettilineo e fanno una curva a sinistra, 100 metri alla mia sinistra le macchine escono dalla curva a sinistra e affrontano un secco un tornanino a destra, e' un punto piuttosto tecnico. La sabbia mi dà l'impressione di essere su una via di fuga… hai presente? La usano per rallentare le macchine che escono di pista…

E invece no. Siamo in Svezia, il paese dei bambini, e quindi? C'è il parco giochi, con le altalene, gli scivoli, i castelli e le casette di legno. Sono rimasto senza parole. Certo dopo aver visto l'angolo con i giocattoli nelle chiese dovevo aspettarmelo…

Comunque la giornata è stata un successo, onorato da qualche scatto portato a casa e coronata da un Rocket decisamente soddisfatto e stanco!


Quando è la prossima gara?

venerdì 20 maggio 2011

Gadget per medici in congedo parentale



Da un po' di tempo sono iscritta all'associazione medica svedese (Sveriges läkarförbundet), un organismo privato che agisce da sindacato oltre a curare diverse iniziative di formazione o aggiornamento professionale, supervisionare e valutare la formazione dei giovani medici e degli specializzandi ecc.
L'associazione assolve ad alcuni compiti che in Italia spettano all'Ordine dei Medici, tuttavia a differenza che in Italia l'iscrizione non è obbligatoria. Infatti qui spetta ad un organismo ministeriale, pertanto pubblico, assicurarsi che tutti i medici che esercitano nel Regno abbiano la competenza per farlo e rilasciare la relativa abilitazione professionale.
Questo tra l'altro evita una tipica assurdità italiana nella quale sono incappata io: essendomi cancellata dall'Albo in Italia (per non pagare una tassa costosa e inutile, visto che non lavoro più lì), non posso più neppure prescrivere gratuitamente un farmaco a mia nonna senza incorrere in un "abuso della professione medica", anche se le mie competenze mediche sono tali quali a prima!

Ad ogni modo l'iscrizione all'associazione medica svedese conviene per varie ragioni, tra cui il ricevere periodicamente un'ottima rivista con articoli scientifici, aggiornamenti professionali vari e dibattiti sul mondo della sanità.
Più mondanamente, mi è arrivato proprio oggi l'avviso è stata aperta una boutique on-line dove si possono acquistare diversi gadget con il logo dell'associazione. Si tratta si penne, tazze, felpe e cose simili, ma guardate cosa ho scovato qua:
Sulla confezione c'è scritto: in congedo parentale?
Sul ciuccio c'è scritto: dottore in crescita.
In basso sulla confezione c'è il numero dell'associazione al quale ci si può rivolgere per informazioni sul congedo parentale.

Scommetto che la Svezia è l'unico posto al mondo dove l'associazione dei medici vende ciucci per i figli dei suoi membri.
Che dite, lo compro per Martina?

martedì 10 maggio 2011

Forse l'estate

Qualche giorno fa ho scritto a Kata che, secondo la definizione svedese, se la temperatura supera stabilmente i 10 gradi non è più primavera ma estate. Quella di ieri, con 22 gradi all'ombra, era quindi per uno svedese una giornata decisamente estiva, come testimoniava tra l'altro l'abbigliamento estremamente succinto degli ambosessi dediti al jogging e la quantità di hotpants in circolazione.

I quali hotpants, indossati con ingenua disinvoltura dalle autoctone magre e non, mi ricordano tra l'altro che la mia attuale silhouette piriforme non è conforme ai dettami dell'Estetica Occidentale Contemporanea, ma semmai a quelli della pittura rinascimentale, ahimè un po' datati. Dovrei infatti smaltire una certa pancetta da gravidanza e, uhm, alcuni chili di ciccia. Di questa sorta di dovere sociale dei nostri tempi, in effetti, non me ne frega un cippa al momento, ma la cosa torna comoda come pretesto per fare lunghe passeggiate in riva al fiume (e poi, anche alla pupa fa bene stare fuori).

Insomma, sarà che l'inverno è stato lungo e duro. Sarà che la settimana scorsa nevicava. Sarà che ho passato tre giorni chiusa in casa con i bimbi ammalati (e oggi si bissa, sigh). Ma pretesti o meno ieri dovevo uscire per forza. Quindi con un notevole tour de force sono riuscita a poppare-cambiare-colazionare-consolare-lavare-vestire-convincere entrambi i pupi entro le 8.50, poi via all'asilo dove Rocket si è immediatamente mescolato agli altri. Quindi via sul fiume a respirare l'aria estiva che sa di bosco, con la pupa beatamente addormentata nella carrozzina.
E presa dall'entusiasmo ho pure fotografato tutto quello che vedevo. Non che sia nulla di originale, ma ecco qua:

Il parco in riva al fiume


il fiume, appunto


un posto ideale per il jogging


Quando stavo a Padova mi piaceva andare ogni tanto all'Orto Botanico. Qui ce n'è una versione mignon, mantenuta da un'associazione nel giardino di questa casetta sul fiume


Questi fiorellini bianchi, di cui ora mi sfugge il nome, tappezzano il terreno nei boschi


Ed infine, i rododendri fioriti (foto dedicate alla mamma di Marco che me le ha chieste)








mercoledì 4 maggio 2011

A maggio il tempo è pazzo

Riassunto della giornata di oggi:

- mi alzo e fuori della finestra sta nevicando, tetti e prati sono imbiancati e sui rami degli alberi si mescolano foglie tenere e fiocchi di neve
- porto Rocket all'asilo sotto la pioggia
- due ore dopo esco con Martina per il controllo all'ambulatorio pediatrico e c'è un bel sole
- vado a prendere Rocket all'asilo ed è nuvoloso. Incuranti del pericolo ci avviamo, carrozzina e tutto, verso il centro per una commissione
- torniamo dal centro sotto una grandinata (con gran divertimento di Rocket, per fortuna erano chicchi minuscoli)
Ci manca solo una tempesta di sabbia...

martedì 3 maggio 2011

Il primo mese (appunti di una mamma cangura)

E così anche Aprile è passato e la pupetta compie un mese. Per l'occasione il meteo svedese, dopo una settimana quasi mediterranea, ci regala oggi… una bella nevicata! Quindi tiro fuori di nuovo berrettino di lana e tutina di pile, per infagottare bene la bimba mentre accompagnamo Rocket all'asilo. Piccolina, è meglio che ti abitui, welcome to Sweden!


A guardarla non la si riconosce più: rotondina, ha messo su deliziose pieghette di ciccia e ha fatto lo sguardo consapevole, ogni tanto regala anche quei sorrisini furbetti dei neonati che vogliono dire "ah, tu sei quella del latte neh?". In effetti ciuccia notte e giorno, per la gioia della mamma piccolovichinga. E che sia una gioia non è ironico, nonostante le occhiaie regolamentari: la fagottina ha una tale aria estatica subito dopo ingurgitata la sua razione di latte, da compensare ampiamente la mancanza di sonno.

Il padre piccolovichingo, anch'egli provvisto di occhiaie che sembrano disegnate col pennarello, si conferma per la seconda volta campione di addormentamento neonati. La fagottina ama infatti passare l'intervallo tra l'ultima poppata notturna e la sveglia sulla pancia del genitore, posizione contesale però da Rocket con una certa insistenza.


Nel frattempo stanno per finire i tradizionali 40 giorni di puerperio, per cui a breve perderò il diritto al cazzeggio, ehm, a riposarmi dalle fatiche del parto. Che poi, quanto a farmi riposare, ci hanno già pensato i nonni.

Infatti i genitori di Marco sono venuti a stare da noi prima della nascita di Martina e si sono fermati per due settimane, seguiti dai miei che sono rimasti fino a Pasqua. Nonni paterni e materni ci hanno regalato un periodo stupendo. Il nostro piccolo guerriero passava da una coccola della mamma, ad una sessione di lotta con il nonno, ad un biscotto della nonna all'uscire con papà. I primi tempi io mi sono dedicata a fare conoscenza con la nuova arrivata, scansando i lavori di casa data l'abbondanza di volonterosi aiuti e la sapiente regia di nonna Metta. Una vita da vera ape regina! Ed è stata una fortuna, perchè all'inizio Martina non ne voleva proprio sapere di essere separata da me... mi sa che non aveva ancora realizzato di essere uscita dal pancione! Sveglia ogni tre ore precise, poppata, coccole, qualche minuto per guardarmi fissa negli occhi con espressione meravigliata, poi sbadiglio e sonno sul petto di mamma. Mi faceva pensare ai piccoli di canguro, che nascono minuscoli e trascorrono due mesi nel marsupio della madre, attaccati al suo capezzolo.

Per fortuna siamo riusciti a farle capire che anche il lettino è un posto sicuro!

E Rocket? Si arrampica sulla sponda del lettino: "visto mamma, la sorellina ride!". Mi viene a chiamare preoccupato "la sorellina piange, vuole il latte", ieri le ha offerto una delle sue macchinine per giocare... mi fa quasi preoccupare che non sembri geloso. Certo, appena la piccola dorme io sono tutta sua. Passiamo ore insieme al parco con la piccola in carrozzina. Basterà, o è la calma che precede la tempesta?

L'avventura continua...