venerdì 13 aprile 2012
Tips per neomamme
Era da tanto che volevo fare un post sulla maternità, ma faticavo a mettere ordine in quel marasma di sentimenti che è stato per me il diventare mamma. L'occasione me l'ha fornita una mia collega, invitandomi ad una cena "sole donne". Tra turni di guardia e malanni influenzali, ci siamo ritrovate solo in tre. La collega non stava più nella pelle dalla felicità, la cena era per annunciare che aspetta il suo primo figlio.
Noialtre eravamo entrambe bi-mamme. Complice il caffè nero e l'assenza dei pargoli, si è finito per parlare fino all'una di notte.
Un piccolo in arrivo, che sarà mai, bimbi ne nascono ogni secondo. Eppure diventare genitori è una delle cose grandi della vita e un cambiamento senza ritorno. Prima eri tu. Poi sei tu e un altro che dipende da te. E per la madre è anche una delle esperienze fisiche più forti che si possano fare.
Per questo non mi vergogno affatto di emozionarmi per la mia collega. E un po' mi preoccupo pure: la maternità non è una passeggiata, non assomiglia alle riviste con le mamme che guardano i loro batuffolini con aria sognante. Le auguro dentro di me di essere fortunata. Vorrei dirle tante cose, soprattutto di aver fiducia in se stessa e mandare a quel paese teorici ed esperti vari. E anche che l'amore per un figlio non funziona con l'interruttore, non è automatico e innato. Mentre il senso di responsabilità per quell'esserino indifeso lo provi fin dal primo momento, magari da ancora prima che nascesse, l'attaccamento viene dopo, a volte d'un botto la prima volta che lo stringi a te, a volte piano piano, tra pianti e coliche e tette doloranti per i morsi dello squaletto affamato.
Ma temo siano cose che bisogna imparare da soli e ognuno a proprio modo.
La conversazione verte sul pratico. C'è anche un po' di pudore dei sentimenti. O forse dei consigli pratici c'è proprio bisogno.
Partorire fa così male? Com'è stato il vostro parto? La domanda per eccellenza, il solito dubbio: raccontare tutto o evitare di spaventare la futura mamma, che tanto ci deve passare per forza? Ormai ho adottato la linea del raccontare tutto: meglio arrivarci preparate. Sì, fa male parecchio. Qualcuna se lo dimentica, qualcuna non ne vuol parlare, per me è stato sopportabile, per altre no, per alcune è un ricordo terribile. È molto individuale. Io ricordo, anche più del dolore, la sensazione di fatica fisica. C'è stato un momento in cui ho penato che non ce l'avrei fatta. Ma non è esattamente come una gara di corsa: lì non puoi ritirarti.
Per fortuna hanno inventato l'epidurale e per fortuna, in queste inospitali lande nordiche, te la fanno a richiesta e senza tante storie. No, io li ho fatti entrambi senza analgesia, ma sono stati parti facili. E già un parto"facile" ti lascia la sensazione di essere passata sotto al treno, soprattutto il primo. Per cui... meglio tenere aperta la porta all'anestesista, giusto in caso.
Come si sta lì sotto. Le lacerazioni? Non è detto che ce ne siano, ma nel caso... per nulla divertenti, e pure quell'altra cosa, l'episiotomia. Se ne parla poco, forse si dà per scontato che, facendo uscire un melone da quello stretto pertugio, qualche danno ci debba essere: ma tanto la mamma (per definizione dedita solo ed escusivamente al pupo) non se ne preoccuperà più di tanto. Sinceramente, a me non sarebbe dispiaciuto avere qualche informazione di prima mano quando mi sono ritrovata con uno sproposito di punti e mi chiedevo se mai sarei tornata alla mia conformazione precedente. Essendo stata particolarmente sfigata sotto questo aspetto, mi sento di rincuorare le neomamme. Si torna quasi come prima, con i tessuti un po' più morbidi, diciamo. Solo che ci vuole del tempo, da un paio di settimane per le Dee dell'elasticità, a qualche mese per le sfigate con tanti punti. Consiglio pratico n. 1: i primi giorni è bene avere un ciambella. Non quella di Homer Simpson. Quella per sedersi. Consiglio pratico n. 2: fare da subito la ginnastica apposita per il perineo, per recuperare il tono muscolare (qui in Svezia le ostetriche ti fanno una testa così con 'sti benedetti knipövningar, e a buona ragione).
Nota folcloristica: nelle farmacie svedesi vendono delle meravigliose palline, per aiutare con la suddetta ginnastica, che nel Belpaese si trovano invece nei sex shops.
Allattare? Altro argomento da rivista patinata. Tutti ti assicurano che se attacchi bene il bambino non avrai le ragadi e al massimo farà "un po' male" all'inizio. Palle, io sono la prova vivente del contrario (qui si inserirebbe parentesi tecnica sui diversi tipi di cremine, conchiglie, paracapezzoli ed il girare tette all'aria per far guarire le escoriazioni). Ah sì, la montata lattea fa male e ti viene pure la febbre. Se ci aggiungi il calo ormonale sei uno straccio. Uno straccio che non dorme mai più di 3 ore di fila. OK, questa è una situazione un pelino sfortunata, può andare anche meglio. Ma se non va meglio viene da chiedersi se allattare al seno valga tutta la fatica. Per conto mio sì, superate le difficoltà iniziali, con il piccolo guerrieri, allattare è stato stupendo - e anche meglio con la seconda, visto che ormai sapevo già tutto. Ma c'è una cosa da tenere presente: se si decide di allattare al seno, i primi giorni la divisione dei compiti dev'essere: la mamma ad allattare e a dormire, il papà o aiuti vari tutto il resto. Lo so che è dura, padri, ma il vero guerriero si vede quando infuria la battaglia! Nonni, zii, amici che danno una mano sono caldamente benvenuti, purché si astengano dal dare consigli sull'allattamento.
Bambino che ciuccia, che non ciuccia, che piange e non si sa perché, latte che non arriva, ingorghi e infiammazioni. Dopo i pupi nuovi, tra me e Silvia si voleva mettere in piedi un servizio di consulenza per l'allattamento, le abbiamo passate proprio tutte! Consiglio pratico numero 3: qui in Svezia ci sono gli ambulatori per l'allattamento. In Italia ci sono i consultori familiari (almeno, spero che ci siano ancora, il mio funzionava benissimo!). Rivolgersi a questi servizi può aiutare a risolvere molti dubbi e paure. Consiglio pratico numero 4: il biberon non è il demonio! Sull'allattamento al seno c'è molta retorica, ma se qualcosa non va, è meglio una mamma serena ed un bimbo sazio col bibe, che una mamma disfatta e un bimbo affamato col seno. Io ho apprezzato molto l'atteggiamento delle consulenti per l'allattamento qui a Norrköping, quando ho accompagnato una mia amica che aveva avuto diversi problemi seri ma ci teneva ad allattare e loro, constatato che il bimbo si attaccava ogni ora ma latte non ne veniva, le hanno spiegato chiaramente che poteva sì continuare a provare, ma sarebbe stato faticoso, e visto che era già esausta forse le conveniva passare al bibe (risultato: in una settimana madre e figlio sono rinati).
Baby blues. Che nome grazioso. In sostanza vuol dire che mordi a vista. O che ti metti a frignare senza apparente motivo. O entrambi contemporaneamente. O che non dormi per due mesi nemmeno quando potresti e hai strani pensieri su quanto fai schifo come persona e come mamma. Ma quello già non è più baby blues e si va verso la famigerata depressione post partum. Che VA curata.
A proposito di sentimenti negativi vorrei dire che, tra tante cose, aiuterebbe anche non sentirsi in dovere di essere al settimo cielo in ogni istante in quanto assurte alla Santa Categoria delle Madri. Perché quel fagottino profumato di latte e dalla pelle tanto dolce e tenera è sì la cosa più bella del mondo, è sì il tuo grande, nuovo amore. Ma è del tutto normale anche rimpiangere la propria vita di prima, ed è assolutamente normale, si scopre, anche non capire il frugoletto, farsi prendere dall'ansia perché non si riesce a calmarlo e odiarlo perché non smette di strillare. Come è del tutto normale e degno di una persona responsabile, chiedere aiuto se non ce la si fa. Io ancora benedico la psicologa del Consultorio che mi aiutò a tirarmi fuori da un vicolo cieco e a riguadagnare la speranza e il sonno, e a non sentirmi una merdina per il fatto che l'istinto materno non mi è nato in quattro e quattr'otto appena espulsa la placenta. E, altro concetto fodamentale, che alcuni bambini sono di per sé più nervosi e irascibili, non importa cosa fa la madre. E così anche una madre, o un padre, non smette di essere un individuo con tutti i suoi limiti e conflitti interiori, solo perché ha assolto alla propria funzione biologica. Quindi sentirsi in colpa è fuori luogo.
Bene, era l'una di notte, il caffè nero era finito e così anche la chiacchierata, durante la quale avrò detto forse la metà di quanto scritto qui, e nulla che la futura mamma non avesse chiesto. Il viso della mia collega riluceva di gioia. Non si aspettava di certo una strada in discesa, nemmeno prima. Si stava attrezzando, e la sua forza cresceva in parallelo con la sua pancia. Io la guardavo, e vedevo una donna matura e un amore responsabile. E pensavo: questo bimbo è fortunato.
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16 commenti:
Io sono una di quelle che legge ma non commenta. Pero' volevo farti i complimenti per questo post. Mi e' piaciuto moltissimo e tante neo-mamme dovrebbero leggerlo.
Grazie Marilena, ho dovuto superare un bel po' di pudori per scriverlo :-)
Di solito anche io non commento mai ma questa volta ti mando un abbraccio forte. Un bacio ai pargoli ;)
Il post è stupendo e mi sento un po' ridicola a fare un commento stupido ad un discorso così importante e profondo. Avevo pure chiuso la pagina per riuscire a trattenermi, ma la curiosità è troppa e non ho mai trovato nessuno capace di togliermi il dubbio: l'episiotomia? Ma non era quella cosa assolutamente-inutile-se-non-dannosa? Su wikipedia c'è addirittura scritto che è una specie di pratica tribale che viene inflitta solo nei paesi arretrati...
Bello davvero, non ho bimbi ma chissà prossimamente ... E con le mie amiche che hanno bimbi non si parla mai e poi mai di queste cose! Poi mi ha fatto troppo ridere la storia della pallina che si vende in posti così 'diversi' ...
bel post giulietta. Aggiungerei al discorso il rapporto con l'altra metà. La coppia scoppia, bisogna mettersi in discussione, reinventarsi, ritrovarsi, parlare, non crearsi aspettative, ricordarsi che non si è solo genitori ma anche coppia, amanti, come l'amore materno non è innato, anche l'amore di coppia non è scontato ed eterno, ieri una mia amica mi ha detto una cosa meravigliosa: la cosa bella dello stare da 15 anni insieme al mio compagno è sapere che è diverso da 15 anni fa, e anche io sono diversa, è una crescita insieme (se si vuole farlo insieme), con alti e bassi, e di certo difficoltà, è un impegno. Ecco sucsa mi è venuto giù di botto, ci sarebbero di sicuro altre cose da dire...
A proposito di palline folcloristiche:
Qualche anno fa una delle tante inutili indagini della RFSU (Swedish Association for Sexuality Education), mise in evidenza che ca.il 50% degli svedesi possedeva almeno un sexy toy,mentre, se ricordo bene un buon 70% - 80% erano intenzionati a comprarne uno. Apoteket AB, società per azioni a controllo statale.E SI! Questo “benedetto” stato svedese sempe vigile al “benessere” dei suoi sudditi. Pensò bene di facilitare la vita dei (come dire…) ”I più ingrifati…?” i quali poverini erano costretti a cercare in rete, oppure nei sex-shop delle grandi città. Molto apprezzato sembra sia stato il pacchetto:Trust in lust“, (che letteralmente credo voglia dire: “Affidati alla lussuria”). Per evitare inbarazzo nella esigua rimanenza dei sudditi che non amano questo tipo di “apparater”, Apoteket AB, pensò bene di presentarlo in una confezione molto castigata e naturalmente senza inutile fronzoli.
Scherzi a parte.Complimenti per il post pieno d`amore con il quale coinvolgi chi ti legge e sopratutto chi ha la fortuna di starti vicino. (malgrado il caffè nero svedese…)
Un abbraccio (forte) da nonno franco.
bello.
io per fortuna ho avuto pochi problemi con l'allattamento, un po' di piú col babyblues-depressione postpartum. comunque non é che i primi tempi siano da mulino bianco, e un 'chi me l'ha fatto fare' l'ho ricevuto in confessione da mamme molto piú dedicate di me.
A me piace il fatto che i sextoys, o simili coadiuvanti siano venduti in farmacia. certe cose le ho viste anche all'ICA.
un abbraccio da noi.
@ Lil Eveline: l'episio una volta era routine, ora si tende a farla sempre meno. Il ginecologo svedese mi diceva che qui si tende a non farla quasi mai perché hanno dimostrato che è meglio per la salute del pavimento pelvico a distanza di anni. Di fatto però, in certi casi serve ed è meglio che una lacerazione grave.
In Italia in certe maternità si usa ancora a sproposito e non è giusto.
La cosa orribile che ho visto quando facevo tirocinio è che certi operatori tagliano e cuciono senza anestesia, come se la mamma fosse insensibile. Anche nel Grande Ospedale Universitario della Fighissima Università dei Gran Dottori.
Quando ho partorito il primo li ho minacciati tutti di morte se non mi facevano l'anestetico per ricucire (quando l'ho raccontato all'ostetrica svedese è rimasta inorridita e mi spiace, lo dico sempre che il sistema svedese ha le sue pecche, ma sul rispetto per la partoriente non c'è proprio confronto).
@ Franco: anche le mitiche palline sono "trust in lust", io trovo bellissimo che si trovino in farmacia così anche le donne che magari di per sé non sono attratte dai sex toys, vedendole, cominciano a pensare all'utilità della ginnastica pelvica.
@ Anna: vero quello che dici; è successo anche a noi. Mai dare nulla per scontato!
@ Nala: haha, finalmente esci allo scoperto ;-), guarda che i due briganti ti aspettano!
Proprio oggi queste "Love Balls" sono in offerta sul Groupon svedese. :) C'è anche scritto che si consiglia il loro uso dopo il parto.
Ecco il link.
(Non ho idea come si usino, e finora non sapevo neanche della loro esistenza, ma lo scoprirò se ne avrò bisogno...)
Su queste famigerate palline le impressioni di un altra mamma
http://mammamsterdam.blogspot.it/2010/01/il-regalo-per-la-neomamma.html
se sono così tanto utili devono essere usate assolutamente.
Ha ha, grande Mammamsterdam
Top gun, ma c'è qualche blog che NON leggi? :P
Mi unisco al coro dei commenti precedenti e ti faccio i complimenti per il bel post. Da neo tri-mamma mi ritrovo in gran parte di ciò che dici. Ci sarebbe da scrivere un capitoletto sul cesareo, e da tri-cesarizzata ne avrei da dire! Soprattutto una cosa: FA MALE! Mentre nel parto naturale si sta male prima, col cesareo si sta male dopo, quando oltre a doverti riprendere dall'intervento (non ci prendiamo in giro, E' un VERO intervento chirurgico) devi occuparti del pupetto, che non gliene frega niente se sei piena di flebo e cateteri; lui vuole te e la tua tetta!!
Complimenti ancora.
Un abbraccio.
In realtà ne leggo pochi ma buoni e negli ultimi mesi anche quelli li leggo poco.
Mammamsterdam è interessante da leggere per un uomo per esempio :D.
Buona domenica.
@ Marghe: congratulazioni e auguri per il bell'impegno! Grazie dell'aggiunta, non ho parlato del cesareo perché non ne ho esperienza personale.
@ Top Gun: un giorno la tua lei ti sarà grata perché hai letto certe cose :)
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