mercoledì 2 novembre 2011

Anniversario

Due anni giusti che siamo qui. Il pomeriggio del 2 novembre, in un buio precoce, per noi ancora innaturale, stavamo scaricando dall'auto il lettino di Riccardo.
Quella sera a casa di Silvia, un brindisi: "all'emigrazione!", la ripetizione di un altro brindisi fatto sei mesi prima, quando erano partiti loro.
Avevamo paura, chiaro. A vent'anni, venticinque, magari emigri a cuor leggero pensando alle avventure che verranno. A trenta e rotti, con un bambino piccolo, le cose cambiano. C'è meno margine di errore.
Io partivo con una promessa di lavoro che a casa mi sarei sognata, avessi anche girato tutto lo Stivale. Su di me gravava l'aspettativa, per contro, di imparare la lingua e quindi di rendermi indipendente in Pronto Soccorso, nel giro di due mesi. Non poco impegnativo.
Marco aveva lasciato il mitico "posto fisso", sogno dell'italiano medio, per seguire me nell'avventura. Aveva lasciato un posto comodo, ma in cui non si imparava mai nulla di nuovo.
Entrambi speravamo di trovare: un po' di serietà, la possibilità di migliorare, la possibilità di crescere noi stessi nostro figlio senza rinunciare a lavorare. Non abbiamo mai avuto il mito della Svezia come società perfetta ma ci pareva un posto in cui il nostro futuro sarebbe dipeso da noi soltanto.
Lasciavamo anche ben quattro entusiasti nonni che avrebbero fatto la fortuna di molti genitori. Non me ne vogliano i nonni, che sono ottimi nonni, se dico che i figli vanno cresciuti dai propri genitori. È una responsabilità che non si può delegare, ma per come stavano le cose in Italia ci saremmo trovati a scegliere: o delegare la cura dei bimbi, o rinunciare, uno di noi, al lavoro.

"Chi se varda sempre indrìo no ga voja de 'ndare avanti" dice sempre il nostro maestro.
Non mi piace guardarmi indietro. È anche per questo che di solito non amo esprimermi sui problemi italiani. Non riesco a raccontare la sensazione soffocante che mi sentivo addosso vivendo lì, nel Paese immobile (era solo un limite mio?). Marco aveva iniziato a scrivere un post su questo ma glie l'ho spietatamente censurato. Le lamentele non servono a nulla.
Ora siamo qui. In questi due anni abbiamo costruito: un lavoro per me e uno per Marco, in cui siamo apprezzati, un soldatino a cui i pantaloni vanno perennemente corti e curioso di ogni cosa, una piccola vichinga che già vuole camminare, un appartamento perennemente incasinato, alcune buone amicizie, di quelle che ti scaldano il cuore.
C'è tanto da fare: i bambini si meritano il meglio da noi e per guidarli in questo mondo dobbiamo conoscerlo e capirlo noi per primi. Dobbiamo impegnarci nel lavoro e non farci cogliere impreparati dai cambiamenti che prima o poi arriveranno.
Non so se staremo sempre qui, ma in qualsiasi direzione sia, bisogna andare avanti.

13 commenti:

Franco Fazio ha detto...

"Le decisioni sono soltanto l'inizio di qualcosa. Quando si prende una decisione, in realtà si comincia a scivolare in una forte corrente che ti porta verso un luogo mai neppure sognato al momento di decidere."
(Paulo Coelho)

... e con queste parole, non mie ovviamente, ti auguro una serena notte.

TestadiCe ha detto...

Ciao, è già un bel po' che vi leggo, anche se non ho mai commentato.
Oggi voglio dirvi che vi ammiro molto, ammiro la vostra scelta, che ritengo tutt'altro che facile. L'ammiro ancora di più perchè vorrei farla anche io ma mi manca il coraggio così finisco per riempirmi la testa di giustificazioni(più o MENO buone). L'Italia è immobile e imprigiona anche me, il mio futuro e quello di altri come me che non se la sentono di lasciare la sicurezza dei nonni, pur convinti che i figli li debbano crescere i genitori.
Vi auguro un buon secondo anniversario, festeggiate perchè -ve lo assicuro- queste scelte vanno sempre ricordate e festeggiate a dovere

Testina (risulto anonimo perchè oggi blogger non mi vuole)

TestadiCe ha detto...

Anzi no ;D

Kata ha detto...

Per le buone amicizie, quelle che ti scaldano il cuore, vi invidio un po'. Io ancora non sono riuscita a trovarle qui in Svezia, e devo dire che è la cosa che più mi manca e in cui sento di più il contrasto con la mia vita italiana. Ma sono cose che si costruiscono col tempo, lo so, e che non si possono pretendere.

DANIELA ha detto...

Ti leggo da poco tempo, ma abbastanza per apprezzare la tua scrittura e condividere quello che dici. Alla fine di questo post il mio primo pensiero è stato per i miei figli, che abbiano anche loro il vostro coraggio e possano costruire il loro futuro,lontano da questo sciagurato paese.

Giulia ha detto...

@ Franco
"La Via prosegue senza fine
lungi dall'uscio dal quale parte
ora la Via è fuggita lontano
devo indeguirla con piedi alati
fino all'incricio con una più grande
dove si uniscono piste e sentieri
e poi dove andrò? Nessuno lo sa"
(Tolkien)

Giulia ha detto...

@ Kata
Anche a noi è pesato molto, appena arrivati. E alla fine i nostri amici sono tutti un po' atipici rispetto allo svedese medio (gli uni sono una coppia mista spagnola-svedese e il lui dell'altra coppia è figlio di immigrati finlandesi, che qui negli anni '70 erano come gli italiani in Svizzera).
@ Daniela e Testina
vi ringrazio delle belle parole, però volevo dire una cosa: noi venendo qui abbiamo fatto una scelta sopratutto lavorativa, allargando la ricerca di un lavoro stabile al di fuori dei confini italiani. Non ci vuole poi tutto 'sto coraggio, siamo andati verso un mercato sicuro (qui un medico non resterà mai disoccupato e gli informatici sono piuttosto richiesti). Chiaro che è stato un passo sofferto e che poteva anche andarci male, però se penso ai miei colleghi che sono rimasti a lavorare in Italia, tra la mania della denuncia facile e i tagli alla sanità, forse hanno avuto più coraggio loro.

TestadiCe ha detto...

Io sono un medico, ancora in specialità a dire il vero, sempre che riesca a imparare qualcosa, so bene quali sono le desolanti prospettive che mi attendono =(

Morgaine le Fée ha detto...

Io posso solo dire: buon anniversario!
Mi sembra ieri che leggevo del vostro viaggio del trasloco.

Anonimo ha detto...

E' vero, a volte ci vuole più coraggio a restare in Italia che non ad andarsene via. Io sono andata via come te e per il momento non me ne pento.
Il tuo blog è bellissimo, l'ho scoperto oggi e lo seguirò ancora. Complimenti per il blog e per la scelta di vita.

Destinazioneestero

Giulia ha detto...

@ Testa: ho letto una parte del tuo blog, non ho ben capito se sei chirurga o anestesista. Scusa se lo dico in modo molto brutale, mi permetto anche se non ti conosco ma ci sono passata anch'io: se hai l'impressione di non imparare quello che devi in scuola di specialità, meglio che te ne vai, non perdere tempo. Qui assumono volentieri medici abilitati che vogliano fare la specialità. Il sistema sanitario ha tanti buchi purtroppo, ma la formazione per i giovani medici funziona e si fa molta esperienza pratica. E ti rispettano, o almeno non ti prendono a urli in faccia in mezzo al reparto.

@ Destinazioneestero: grazie! conto di leggere il tuo blog con calma, sembra interessante.
Sulle motivazioni per cui si va o si resta si potrebbero scrivere libri, ogni storia è diversa. Trovo che a volte se ne fa una faccenda un po' troppo grossa, tutto sommato il mondo è pieno di gente che lavora fuori dal paese d'origine perché ha trovato opportunità migliori, magari hanno anche girato 3 o 4 posti diversi. Forse gli italiani, in media, sono rimasti un po' indietro rispetto al trend generale, almeno mi viene da pensarlo quando torno in Italia e ricevo commenti del tipo "ma come hai potuto andare in un posto dove fa freddissimo e si parla una lingua così strana", come se vivessi in capo al mondo :D. È più esotico dove stai tu :D
Per me l'avventura grande non è tanto vivere qui io, quanto viverci con due bambini, e loro sarebbero stati un'avventura in qualunque luogo!

sara-sky ha detto...

ho deciso anch'io di emigrare dall'italia, e sono arrivata a Berlino col mio compagno meno di una settimana fa. Lui ha un buon lavoro, io sto cercando.
Per fortuna abbiamo già degli amici (italiani e non qui).
So che non sarà facile, ma credo che sia una scelta giusta. E proverò a portarla avanti con tutte le mie forze.
Grazie per il vostro blog, perché fa bene sapere che altre persone condividono e perseguono questa scelta :-)

TopGun ha detto...

Tanti Auguri :)