mercoledì 12 gennaio 2011

Viva la mamma (e il papà)

I miei ricordi di bambino continuano a venire fuori ogni tanto. Pensieri ricorrenti.

In alcuni di questi momenti mi trovo a Milano, sulle scale della casa in via Vespucci 7 e dico a mia mamma "il popà (papà [ndt]) è già giù!", avrò avuto 2 anni e mezzo. Oppure sto per andare al parco e in ingresso mio papà mi sta chiudendo un giubbottino di velluto, con 2 bottoni e una chiusura lampo. Oppure siamo in strada a sistemare la Dyane 6 per il freddo. Immagini molto vivide.

In altri invece sono a Valle Martella, in provincia di Roma. Il posto più bello dove un bambino possa passare l'infanzia: natura, libertà, pericoli, guerriglia e bande di ragazzini.
Qui sono un po' più grande, e quindi anche i "filmini" nella mia memoria sono più complessi.

Che forte quella volta che io e mio padre eravamo giù in laboratorio (avrò avuto 5-6 anni) e mia mamma arriva con l'aria furbetta. Dietro la schiena nasconde un uovo d'oca (il primo) e si gode le nostre espressioni quando ce lo mette in mano! E quella volta che mia sorella ha trovato una pecora nel garage? È passata alla storia. E ancora l'altalena, o le albicocche in piscina!

Mi piace avere questi ricordi. Anche se mi sembrano pochi in confronto a tutta la mia vita… chissà dove sono finiti gli altri giorni.
Sono piccoli avvenimenti visti con gli occhi di un bambino, e a rivederli da grande mi fanno pensare tante cose.
Mi fanno pensare ad esempio a quanto mi hanno dato mio padre, mia madre, il nonno Michele che mi ha insegnato a riparare le ruote bucate della bici…

Mi hanno dato tanto amore, tante cure, hanno sperato che non mi succedesse nulla. Chissà quanto hanno pensato a me. E anche a mia sorella…
Quando sei bambino non le pensi queste cose, ma ora che sono un papà è diverso. Ora queste stesse cose le provo per mio figlio, e posso ben comprendere.

Chissà se si sono chiesti le stesse cose che mi chiedo io per Rocket. Forse si, forse no. Erano altri tempi. Se solo penso a quanto hanno lavorato per la famiglia, per darci qualcosa. Certo hanno cercato anche di consigliarci per il nostro futuro, ma poi sai… i conflitti tra teenager e "matusa", le opinioni "leggermente" differenti (pur avendo le stesse idee di base). Va a finire che la tua strada la trovi da solo.

Beh, se sono dove sono adesso, e se ho quel che ho lo devo anche a loro, a quello che mi hanno insegnato ad essere.

Mi ricordo mio padre che un giorno mi chiese: "Ma tu cosa ci fai con il computer?". E sarà stato 10 anni fa o più (giuro che non mi ricordo cosa gli ho risposto) ma dopo qualche anno avevo una azienda mia… Dopo qualche altro anno ho comprato casa ecc.

E adesso che cammino nella neve tutti i giorni, ora che le mie invenzioni sono di importanza strategica un'azienda che sta a quasi 3000 km dai luoghi della mia infanzia (e domani grande show ad Oslo!), ora che mio figlio dice "bi-plano" e "bil da corsa" e che parla con i nonni via Skype, beh… quanto mi scoccia passare il compleanno di mia mamma quassù!

Si perchè la mamma è sempre la mamma! E quello che vuoi veramente è soltanto darle soddisfazione.

Tanti auguri mamma!

Eh… si…
Poi c'è l'altra mamma, l'Italia. Si, quella che io chiamo sempre italia. Perchè la I maiuscola se l'è persa negli ultimi 20 anni di menefreghismo di tutto e di tutti, a partire dai politici, e a finire dai cittadini.
È per colpa del troppo menefreghismo generale che ce ne siamo venuti via, non perchè odiamo la nostra patria. Quello che è stato un grande paese ormai è stato quasi completamente spogliato di tutto (voglia di fare inclusa).

Se tutti i grandi PADRONI si ricordassero che se adesso sono proprietari di grandi ricchezze ai caraibi e grandi panfili e grandi ville ecc. ecc. e se Marchionne si ricordasse che tutte le volte che la Fiat ha detto "siamo in crisi, licenziamo tutti" il governo di turno usava le tasse dei cittadini per fare le rottamazioni… È inutile sprecare parole che tanto non gliene frega niente a nessuno.

Beh… Viva l'Italia. Se solo l'italia si svegliasse…

3 commenti:

Diego ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Diego ha detto...

Già ricordi, sembra impossibile che sia passato così tanto tempo.
Forse dovremmo considerare che i 30 anni che per noi sono un'eternità, non sono altro che un soffio nella vita ultra millenaria della specie umana.
L'importante, almeno per me, è (come fai tu) pensare a chi verrà dopo di noi, dare loro strumenti per affrontare il mondo facendo del nostro meglio, sbagliando anche.
Lasciare che trovino la loro di strada, fidarci del loro intuito, essere presenti ma non opprimenti, non decidere al loro posto.
Ho molta fiducia nelle nuove generazioni, se saranno in grado di superare il "caos" che stiamo lasciando loro in eredità il mondo non potrà che essere migliore, Italia compresa.
Auguri "papà" Marco e auguri a "mamma" Giulia, la strada è lunga e non semplice ma la vostra "onestà intellettuale" e il vostro amore sono certo produrrnno "frutti dolciosi" (citazione da "La Valle Incantata") :-)
Diego

Anonimo ha detto...

Che bello, mi hai quasi commosso. Quanto manca la famiglia a tanti chilometri e quanto manca l´Italia. L´italia come utopia mica la deriva culturale e morale odierna....