giovedì 10 marzo 2011

Tutto è relativo

Silvia ha appena pubblicato questo post sulla sua esperienza relativa all'assistenza al parto in Svezia e a me è venuto da ridere... a questo punto devo proprio raccontare della conversazione che Silvia e io abbiamo avuto qualche giorno fa con una nostra amica ostetrica inglese che lavora qui. Siccome Silvia ha appena avuto il bimbo e io mi avvicino al grande giorno, si parlava ovviamente di parti, annessi e connessi. E io descrivevo innocentemente il mio primo parto, quando due anni e mezzo fa nacque il piccolo guerriero, in Italia.
Devo precisare che io ho sempre raccontato a chiunque mi stesse a sentire che ho un ricordo positivo sia del parto, sia dell'assistenza ricevuta prima e dopo al consultorio pubblico. Che durante il travaglio mi sono sempre sentita in buone mani e che ero molto soddisfatta delle ostetriche per la loro professionalità. Insomma, critico senza pietà l'Italia per altri versi, spesso e volentieri, ma per quanto riguarda la mia esperienza personale di questo aspetto particolare, non ho trovato lamentele da fare. Anzi, contentissima che il parto non fosse stato troppo medicalizzato, che mi avessero incoraggiata a muovermi liberamente durante il travaglio, fatto allattare il piccolo poco dopo la nascita (tutte cose che dovrebbero essere scontate, ma non lo sono) e di una quantità di altri dettagli.
Bene, allora racconto ridendo che in stanza travaglio (a due letti) ero di fianco a una signora nigeriana che aveva un travaglio difficile e ad ogni doglia si metteva a gridare "ooooh Jeeeeeesuuuus". E che il di lei marito agitatissimo calamitava tutta l'attenzione delle ostetriche, questo per circa tre ore. E che io e Marco appena arrivati in stanza ci guardavamo negli occhi un po' preoccupati (della serie, ma fa davvero così male? - poveri illusi...-).
Silvia e io con le lacrime agli occhi per il racconto e la nostra amica inglese scandalizzatissima "Ma è TERRIBILE, ma come si fa ad avere una stanza travaglio con DUE letti!? Ma una che è in travaglio non ha diritto di stare un po' in pace!?".
Poi racconto che in quei giorni ci fu un numero record di nascite per cui non c'era posto nel reparto di maternità. Riccardo era alla nursery ed io in un letto nell'edificio vicino, in ginecologia, in attesa che si liberasse un posto. A un certo punto pensai "be', sarà anche ora di allattarlo di nuovo" e con qualche traballamento mi feci i 100 m di strada, in camicia da notte e nelle condizioni psicofisiche che potete immaginare. Ovviamente, arrivata alla nursery, Riccardo dormiva fisso dopo che gli avevano dato dell'acqua e zucchero, quindi fatica sprecata...
E la nostra amica sempre più scandalizzata: "Ma se lo sanno TUTTI che il bambino deve stare con la madre ed essere allattato a richiesta... ma non poteva stare con te nel letto dov'eri?" Vaglielo a spiegare che in Italia nessuno si prende la responsabilità di avere un neonato in un reparto diverso dalla nursery... manca il personale apposito, e se succede qualcosa?
Conclusione del discorso, mia: "Comunque mi sono trovata bene..."
Conclusione simultanea dell'ostetrica inglese: "È INCREDIBILE, credevo che queste cose accadessero in Cina...".
Silvia e io ci guardiamo negli occhi e non sappiamo se ridere o no.

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PS un paio di settimane fa ho scritto un post sul congedo parentale in Svezia. Genitoricrescono, un bel sito di cui una delle autrici abita a Stoccolma, ha appena pubblicato un post analogo con in più una bella riflessione sulle ricadute positive del congedo parentale sulla parità di genere. Da leggere!

2 commenti:

Morgaine le Fée ha detto...

Guarda, l'ho scritto anche di lá da Silvia, comunque qui a Umeå é successo che:
1)una mia amica ha partorito due settimane dopo di me, il BB era pieno di gente e l'hanno spedita subito a casa (senza BB) perché non c'era posto. lei era primipara.
2) il bambino qui non sta sempre con la mamma di notte. La seconda notte di vita del Mezzovikingo, un'ostetrica me l'ha preso e portato in un'altra stanza dove c'era delle culle meccaniche. Io, stanchissima, ho comunque debolmente protestato, ma la tipa mi ha detto: 'sei molto stanca, e non abituata, 2-3 ore qui da noi non gli faranno male, e tu potrai riposarti. Se succede qualcosa veniamo subito da te, stai tranquilla.'
A me tutto sommato il sistema non é dispiaciuto.

Giulia ha detto...

Per me andare subito a casa con il primo figlio neonato è pauroso, se non lo si è scelto consapevolmente e soprattutto se non si hanno aiuti.
Sul nido sono d'accordo, dopo il parto si ha anche bisogno di riposarsi, anche Richi è stato nella nursery qualche ora la prima e seconda notte (quando finalmente mi avevano trasferita in maternità)... però se vuole mangiare dovrebbero chiamarti e non dargli la glucosata per farlo stare buono, come facevano regolarmente a Padova.
In Italia la situazione è molto variabile da un ospedale all'altro, ci sono centri veramente all'avanguardia con possibilità di epidurale 24/7, rooming-in, aiuto per l'allattamento ecc, e centri che se ne fregano. La cosa strana è che, almeno in Veneto, sono meglio i piccoli ospedali piuttosto che quelli universitari.