giovedì 21 gennaio 2010

Svezia e Italia, le mie impressioni

Come diceva Anna, è sempre divertente sentire i diversi punti di vista e sono contenta che i post di Marco abbiano stimolato commenti così interessanti.
Per quanto riguarda le mie impressioni personali: in centro a Padova c'è di tutto, un'ottima offerta di negozi ciascuno con le sue specialità, che si tratti di pane, caffè, cose per la casa o abbigliamento, ce n'è per tutti gusti. E il centro di Padova, dal punto di vista urbanistico e storico, sicuramente è molto più bello e vario di quello di Norrköping (che comunque è affascinante). Credo che lo stesso valga per molte città italiane. In Italia c'è l'arte, la storia e un condiviso senso dell'estetica e della bellezza che neppure le recenti bassezze culturali sono riuscite a cancellare. Appena ti sposti in periferia però le cose cambiano, i quartieri sono per lo più caotici e disorganizzati, un parco per fare giocare i bambini bisogna cercarselo, spostarsi con i mezzi pubblici è un esercizio di pazienza e improvvisazione, andare in bicicletta è una gimcana. Proprio l'Italia, patria di quella capacità di vivere bene, di godersi la vita, il sole, il buon cibo e la buona vita sociale, la "dolce vita" che il mondo ci invidia e cerca di copiare, non si cura invece di quelle cose che rendono più semplice e gradevole l'esistenza. Restiamo ancorati a modelli vecchi, un mondo ormai immaginario in cui la vita scorre in casa tra il tinello e la cucina dove la mamma-casalinga prepara le lasagne: lei non ha bisogno di mezzi pubblici efficienti o di piste ciclabili che consentano di andare al lavoro e passare poi all'asilo a prendere i bimbi in un tempo ragionevole (s'intende che per la medesima ragione neppure il papà ne ha bisogno, visto che può permettersi di tornare a casa alle 8 e trovare i bimbi accuditi e la pappa in tavola). I bambini che stanno a casa con la mamma e non hanno bisogno di viali pedonali o di un parco per giocare in sicurezza, tanto sono sorvegliati 24H (poi ci lamentiamo dei figli mammoni). I disabili e i vecchi accuditi dalla famiglia (e costretti a restarne dipendenti visto che anche solo per andare all'ufficio postale ci sono una quantità di barriere architettoniche, e non parliamo di prendere un autobus). Poi però la realtà è diversa, le necessità delle famiglie le conosciamo tutti, gli asili nido non ci sono e le mamme lavoratrici si arrabattano (più raramente i padri, ma per fortuna sta cambiando in fretta), i bambini non possono essere mandati a scuola da soli finchè non sono grandicelli perchè la strada, il traffico non sono sicuri, ingorghi di auto la mattina davanti alle scuole perchè i pupi devono essere per forza accompagnati (adesso però a Padova c'è per fortuna il Pedibus).
Invece qui la qualità di vita è buona dappertutto, ci sono chilometri di viali pedonali e ciclabili in mezzo ai prati, vecchiette con il girello che si fanno mezzo chilometro a piedi per fare la spesa respirando aria buona e intanto si mantengono forti più a lungo (vi assicuro che lavorando in ospedale me ne accorgo). A Padova non mettono nemmeno il naso fuori, tanto dove non c'è un gradino c'è qualcuno parcheggiato, a che pro il girello? Finchè puoi andare col bastone vai, a rischio di cadere e spaccarti un femore. Dopo stai a casa.
Richi ieri non è voluto salire in passeggino all'uscita dall'asilo ma si è fatto 200 m a piedi, non voleva stare nemmeno a manina, gli piaceva esplorare. A Padova dove stavamo prima sarebbe stato impossibile, col marciapiede largo 1 metro e subito la strada su cui corrono a 60 all'ora. Qui ci sono 3 metri di pista ciclabile, l'aiuola e poi la carreggiata. In molte aree c'è solo la pista ciclabile, tipo all'interno di un quartiere di 2 o 3 kmq si va solo a piedi o in bici, le auto stanno fuori. E gli autobus funzionano per davvero.
Non è che in Svezia tutto funziona perfettamente. Proprio no, e lavorando ne ho avuto la prova.
Però le cose sono pensate e pianificate in modo razionale con l'obiettivo di rendere la vita più facile a tutti. Inoltre, se qualcosa non va, lo si può dire e magari chi ne è responsabile si ritiene tenuto a cercare di migliorarla.
Parliamo dei tempi di lavoro. Qui finisco di lavorare alle 16.30 e vado a prendere Richi al dagis (questa è la mia parola svedese preferita e vuol dire sia asilo che nido). Vabbè essendo un medico faccio a voltre orari un po' particolari per cui quando sono di guardia finisco alle 17 o 17.30 e allora ci va Marco. Nulla in confronto alle guardie fino alle 8 di sera, che diventavano regolarmente le 9, a cui ero abituata. Ma la cosa fondamentale è che tutti gli uffici ecc. chiudono più o meno a quell'ora per cui la maggior parte dei genitori sono effettivamente liberi di stare con i figli buona parte del pomeriggio e della sera, senza grosse differenze tra padri e madri e senza che un genitore sia per forza costretto a lavorare part time o a lasciare il lavoro. E infatti la natalità qui è 1,7 figli per donna contro gli 1,2 scarsi dell'Italia. Ancora bassa dal punto di vista demografico, ma comunque una delle migliori in Europa (anche il sistema di sicureza sociale incide in modo determinante in questo, ma ne parlerò un'altra volta).
Vero, i quartieri sono abbastanza uniformi e tutti simili. E i palazzi sono abbastanza bruttini per l'occhio italiano (in compenso le casette sono super-coccole).
Vero, nei negozi c'è meno scelta sopratutto riguardo l'abbigliamento, ma quello che serve si trova comunque anzi io, che preferisco cose pratiche e stile sobrio, mi trovo meglio qui.
Poi a Padova c'è magari più vita culturale, vero, se hai voglia di fare 4 ore di coda per un biglietto al Verdi (fatto, quando ero studente e avevo tempo) e soprattutto se puoi muoverti senza grossi problemi di sera dalla periferia al centro e viceversa (sconsigliato a chi è vincolato ai mezzi pubblici o a chi, pur possedendo un'automobile, non sia esperto di parcheggio acrobatico). E, vero, ci si trova in piazza per lo spritz (per i non padovani, aperitivo), rito che qui è completamente sconosciuto.
Ecco, questo mi manca davvero dell'Italia, al di là delle cose superficiali, il cibo diverso, la lingua che ancora non conosco bene. Uscire magari con gente che non conosci e farsi una chiacchierata. La piazza. Qui sembra che tutta la vita sociale avvenga dietro a porte chiuse e prima di "farsi un giro" passa del tempo. La prima settimana di lavoro sono andata in mensa sempre da sola. Impensabile, nel mio vecchio reparto.
La gente è molto educata ma anche più riservata. Più distaccata apparentemente, le proprie emozioni si esprimono in modo moderato o si tengono per sè. Sul lavoro è di estrema importanza andare d'accordo con tutti e risolvere ogni controversia con la conciliazione. Moderazione in ogni cosa sembra essere la virtù nazionale. Le persone in generale sono anche più abituate a contare su se stessa piuttosto che sull'appoggio familiare, visto con occhi italiani fa un po' strano incontrare tutti questi anziani che vivono da soli ma loro tutto sommato sono contenti, ti dicono "si, vivo da solo però ho l'ascensore così posso uscire tutti i giorni, e tutti i week end viene mio figlio con i nipotini". Oggi offro a un signore anziano con una sintomatologia dolorosa di prescrivergli un analgetico e lui rifiuta dicendo che tanto riesce lo stesso a farsi le faccende di casa e ad andare fuori a camminare. Non vedeva l'ora di essere dimesso anche se il dolore non gli era passato. Sono più duri, sono vichinghi :-)!
La Svezia è il paradiso? Il proprio paradiso ce lo si crea da soli. La Svezia è un bel Paese, con una natura fantastica nonstante il clima rigido e popolato per lo più da brave persone che l'hanno saputo rendere un posto accogliente per tutti. E' un Paese con i suoi problemi di carattere sia culturale che congiunturale, come qualsiasi altro posto (economia e immigrazione, solo per fare un esempio, destano preoccupazioni anche qui).
E' un buon punto di partenza e in ogni caso una bella avventura.

14 commenti:

Franco Fazio ha detto...

Per restare in Svezia bisogna avere una ragione molto valida e Richi lo è.
Richi sarà anche la “chiave di volta” di tutto infatti sará lui ad insegnarvi lo svedese portandovi ogni giorno dal “dagis”parole e frasi nuove comprese le sfumature.
La mia esperienza personale è che quando la notte mi venivano gli attacchi di nostalgia li combattevo stringendo nella mano il piedino di una bambina di pochi mesi che dormiva accanto a me. Quella bambina oggi ha 42 anni con una ”fetta” come diciamo a Roma nr.40, ed a sua volta mamma di 2_bambini,(con fette vikinghe) la nostalgia non la sento più ma se tornasse mi basterebbe guardarli negli occhi per convincermi (se ancora ce ne fosse bisogno) che presi la decisione più giusta.
Vedrete sarà così anche per voi!!!

Anonimo ha detto...

Bravi ragazzi, anche io con un figlio di 4 anni, e uno in arrivo progetto di venire in Svezia, tra un' anno o giù di lì.
Prossimamente potrò disturbarvi con un pò di domande?
Sapete sono I.P. e dovrei avere possibilità lavorative anche li.
Ciao e bravi ancora.
Volevo chiedere a Franco se potevo contattarti per avere un pò di risposte.
Nuovamente ciao

karimone ha detto...

Ciao, mi chiamo Karim e vivo in Lituania, sono sposato e ho una bimba di tre anni. Io sono informatico e lavoro a casa, mia moglie invece si sta laureando a breve come infermiera. Stiamo pensando di attraversare il baltico e di venire a vivere in Svezia mantenendo sempre un piede in Lituania.

Mi fa piacere leggere il vostro blog, anche io ne ho uno all'indirizzo karimblog.net dove scrivo molto della Lituania, paese che mi ospita ormai da anni.

Una domanda a bruciapelo: per mia moglie, 25 anni ed infermiera professionista, c'è possibilità di lavoro e anche di intraprendere una carriera lavorativa?

Ciao!

Zarinaia ha detto...

Cara Giulia, grazie di aver condiviso queste tue riflessioni che, come le ultime di Marco, trovo molto equilibrate e vicine al mio modo di sentire.
Anche il mio problema è sempre la lingua e mi manca la vita sociale che avevo in Italia, ma come dice Franco, i nostri figli sono la ragione valida per affrontare le inevitabili difficoltà!! ed in ogni caso, sono daccordo, è una bella avventura!
Ciao

Eleonora

Frans Halmsson ha detto...

Qui abbiamo 3 mezze giornate, 2 lavorative e una per se. Terminato di lavorare alle 5 e facendo cena verso le 6 hai la terza mezza giornata. :-)

Giulia ha detto...

@ Giuseppe: ma certo chiedi pure! Fa sempre piacere incontrare persone nuove anche solo virtualmente. IP sta per infermiere professionale?
@ Karim: ho dato un'occhiata al tuo blog, molto interessante. Se passate da queste parti tu e Rita fatemi sapere. Qui lavoro per gli infermieri si trova e ci sono anche ottime opportunità di specializzarsi, per esempio al momento nella nostra regione cercano laureati che vogliano diventare infermieri di sala operatoria. Però bisogna assolutamente sapere lo svedese, mai sentita una parola d'inglese, in ospedale.
@ Zarinaia: grazie per l'incoraggiamento! un abbraccio

Giulia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Franco Fazio ha detto...

@ Giuseppe:
pui conttattarmi al seguente
E-mail:franco.fazio@telia.com

Carla ha detto...

L'ultima frase del commento di Morgaine al post "L'inferno e il paradiso" rende perfettamente l'idea: "io sono andata a convivere con la Svezia, e mi tengo l'Italia come amante occasionale, perché non riuscirei a viverci insieme.... :)". Sono convinta anch'io che avete fatto la scelta giusta: l'Italia si apprezza meglio non vivendo ogni giorno nei disservizi, ma tornandoci in vacanza!!

Anonimo ha detto...

@giulia:
Grazie della risposta, sto già studiando lo svedese da autodidatta.
Sono interessato all' area critica, ho visto master interessanti per infermieri anzi Sjuksköterska di rianimazione. La sala non mi dispiacerebbe affatto.
Comunque grazie mille, continuate così

Anonimo ha detto...

@franco
Grazie per ora.

karimone ha detto...

@Giulia: Grazie per la risposta! Ho visto che mia moglie non è l'unica IP disposta a venire in Svezia. Comunque penso che questa primavera faremo una visita perlustrativa dato che siamo a due passi.

karimone ha detto...

@Carla: quello è il mio motto ormai da anni. Noi dell'Italia adoriamo tutto quello che ci può dare come turisti occasionali.

TopGun ha detto...

"La Svezia è il paradiso? Il proprio paradiso ce lo si crea da soli. La Svezia è un bel Paese, con una natura fantastica nonstante il clima rigido e popolato per lo più da brave persone che l'hanno saputo rendere un posto accogliente per tutti. E' un Paese con i suoi problemi di carattere sia culturale che congiunturale, come qualsiasi altro posto (economia e immigrazione, solo per fare un esempio, destano preoccupazioni anche qui).
E' un buon punto di partenza e in ogni caso una bella avventura. "


Onore al merito direi. :)